Vipperia casalinga alla corte di Bersani
L’establishment subalpino al gran completo all’incontro con il leader Pd chez Farinetti. Banchieri, industriali, borghesia a libro paga e intellos. Peccato che a Berry non sia riuscita l’unica magia che tanti torinesi desiderano da tempo. LOTTA DI CLASSE a bollicine
Nella tana del principale supporter del suo ex rivale, Pier Luigi Bersani non ha tradito il benché minimo imbarazzo, attorniato com’è stato dal fior fiore dell’establishment cittadino, a varcare le porte del tempio di Oscar Farinetti che, per l’occasione, ha steso un (ideale) tappeto rosso. Gran cerimoniere (e direttore del traffico) il sindaco Piero Fassino. Ad attendere il leader democratico, una nutrita rappresentanza della vipperia sabauda stipata al primo piano di Eataly, sala Carpano. Molta Villa Arzilla: il banchiere redivivo Enrico Salza, l’ex presidente della Compagnia di San Paolo Angelo Benessia e il suo successore Sergio Chiamparino, accompagnato dal segretario Piero Gastaldo, il numero uno della Fondazione Crt Antonio Maria Marocco, l’ex ad del San Paolo Alfonso Iozzo e il gran boiardo d’etat Gian Maria Gros-Pietro (spaparanzato in prima fila).------
PS: Cari esodati, precari, disoccupati, cassa integrati,.....statene certi che Pd Bersani ha parlato molto di voi con i suoi amici banchieri e i pezzi grossi dell'industria, vedrete i risultati subito dopo il vostro voto......!
Buona notte, umberto marabese
Con l’ex sindaco Valentino Castellani la gran dama dei cinque cerchi, Elda Tessore, peraltro in splendida forma, ma non l’altra signora delle Olimpiadi, Evelina Christillin: un’assenza, quella della presidente dello Stabile, che ha preoccupato tutta la sala: cosa le avrà impedito di prendere parte a un simile consesso? Un pizzico di Comunione e Liberazione con Roberto Cena, la vicepresidente di Piazza dei Mestieri Cristiana Poggio e la professoressa Anna Maria Poggi.
Al gran completo la delegazione confindustriale capitanata dal presidente regionale Gianfranco Carbonato, dal predecessore, la novarese Mariella Enoc, e dall’ex inquilino di via Fanti Alberto Tazzetti. Autorevole, come si confà, la legazione Fiat-famiglia Agnelli: il grande vecchio Franzo Grande Stevens e il manager Gabriele Galateri di Genola. A portare le istanze delle categorie, diciamo, produttive ci hanno pensato la presidente dell’Ascom Maria Luisa Coppa e il segretario generale della Camera di Commercio Guido Bolatto. Immancabile il mondo del mattone: dall’architetto di casa reale (Fassino, Fiat, Juve, ecc.) Alberto Rolla ai costruttori Alessandro Cherio e Ponchia. Tra gli imprenditori spiccavano il profilo dinoccolato del patron di Set-Up Giulio Muttoni e la zazzera dell'ex presidente del Toro Tilli Romero. Una spruzzatina di intellettuali e professori engagé: Stefano Ambrosini, Rodolfo Zich, Mario Calderini, Pietro Garibaldi l’aspirante rettore Gianmaria Ajani e il ministro uscente all’Istruzione Francesco Profumo. A interpretare le esigenze di “volare alto” il presidente dell’aeroporto Maurizio Montagnese, e quelle di correre ad alta velocità il commissario Tav Mario Virano. La cultura, piatto forte di ogni adunanza elettorale un tantino progressista, è stata degnamente rappresentata dal sovrintendente del Regio Walter Vergnano e dal presidente del Salone del libro Rolando Picchioni, reduce quest’ultimo dall’assemblea renziana. Peccato che a Berry, presente in sala, non sia riuscita la magia, l’unica che tanti torinesi desidererebbero veder esaudita…
Nessun commento:
Posta un commento