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giovedì 10 gennaio 2013

Le "Nominarie" del Pd: i conti non tornano!


pecorarieDopo le "parlamentarie" del Movimento Cinque Stelle, il Pd ha cercato di tener botta, come ha fatto con la candidatura di Grasso per contrastare il movimento arancione di Antonio Ingroia. Peccato che, più che "parlamentarie" (in quelle vere il Movimento Cinque Stelle ha lasciato agli iscritti la possibilità di scegliere il 100% dei suoi candidati), quelle del Pd siano state "nominarie". Il solito, caro, vecchio Parlamento di nominati di sempre. Il perché ce lo spiega Valerio Valentini.
di Valerio Valentini - ByoBlu.
“Neanche il 3%”. Così esclamava giulivo Bersani, il 18 dicembre scorso, facendo riferimento alla quantità di derogati tra le file dei candidati al Parlamento del Pd. E così la maggior parte dei media aveva fatto sedimentare, nell’animo degli elettori democratici, la convinzione che il loro voto delle primarie di fine anno avrebbe contribuito alla nomina del 97% dei parlamentari del Pd. Ieri, però, al termine della compilazione delle liste, i dirigenti del Pd hanno di nuovo mostrato il loro entusiasmo, ribadendo l’assoluta democraticità con la quale si è giunti alle nomine, “per tre quarti frutto delle primarie”.
E qui è arrivata la prima doccia fredda per gli elettori che sono andati a votare il 29 e il 30 dicembre: al massimo, infatti, il loro voto ha influito per il 75% sulla nomina di senatori e deputati, e non per il 97%...continua...
http://www.megachip.info/tematiche/democrazia-nella-comunicazione/9605-le-nominarie-del-pd.html
PS: Le " primarie prima e le parlamentarie dopo", a cosa servivano? Due i perchè: primo, incassare soldi ; secondo, incassare soldi. Missione compiuta: complimenti, veramente e sinceri, ai dirigenti del Pd che ancora una volta sono riuscita a mettere in fila "i creduloni" e asportare dalle loro tasche da 6 a 8€ cadauno. Di questi tempi duri di crisi è una impresa da pochi.
Ben ritrovati, umberto marabese

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