Da qualche settimana Torino è tappezzata da un manifesto patrocinato da un esponente della vecchia politica, “noto all’ufficio”, Stefano Esposito, e da un responsabile della provincia di Torino, tale Paolo Foietta, ai quali due è ascrivibile anche il libro “Si Tav”, scaricabile dalla rete.
Il manifesto, come vedete, è costruito nel seguente modo: in alto, dietro il filo spinato usato anche da Israele contro i palestinesi, alcuni che dovrebbero essere esponenti No Tav, con gli occhi oscurati, e con sopra di loro la scritta “c’è chi tira pietre e sfascia il paese” ed in basso al di qua delle reti, un lavoratore che apparentemente si ripara, con a fianco la scritta “noi stiamo con chi lavora”.
Il manifesto si presta ad una esegesi del suo contenuto. Innanzitutto, “c’è chi tira pietre e sfascia il paese”. A parte il fatto che ci sono foto che ritraggono anche poliziotti che tirano pietre, ma cosa significa “sfascia il paese”? se vuole significare che la resistenza No Tav costringe lo Stato a spendere un sacco di soldi per difendere il cantiere dell’opera inutile, se è questo che intende, beh, allora, si può ribadire che lo sfascio del paese è sicuramente più determinato (ed è stato anche determinato in passato) con la realizzazione delle grandi opere piuttosto che dalla resistenza delle popolazioni contro di esse, di cui la Val Susa ormai è diventata il simbolo. Un’opera inutile come la TAV Torino – Milano (ricordo bene il nano che per inaugurarla si fece calare da un elicottero con un casco in testa che sembrava un pitale) è costata al chilometro 62,4 milioni di euro contro i 16,6 che costa l’equivalente linea in Francia. Chi è che sfascia il paese? Pronto? Ci siete? Chi è che sfascia il paese?...continua...
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/24/tav-esegesi-di-manifesto/333090/
PS: <<Manifesto idiota, slogan idiota. Anche se sono favorevole alla tav, queste cose non mi piacciono>>
umberto marabese
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