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lunedì 7 novembre 2011

Pres. Berlusconi NON SI DIMETTA , per il bene dell’Italia!

di Paolo Barnard (con nota di Megachip in coda all'articolo)
Presidente,
perdoni l'approccio informale. Sono il giornalista e autore Paolo Barnard, lavoro da due anni con il gruppo di macroeconomisti del Levy Institute Bard College di New York sulla crisi dell'Eurozona. Siamo guidati dal Prof. L. Randall Wray dell’Università del Missouri Kansas City, che coordina altri 10 colleghi inglesi e australiani. Presidente, è incomprensibile che Lei non scelga di salvare la nazione, e il Suo governo, rendendo pubblico che:
a) l'Euro fu disegnato precisamente per affossare gli Stati del sud Europa, fra cui l’Italia.
b) esistono responsabili italiani ed europei di questo "colpo di Stato finanziario di proporzioni storiche". (una definizione del tutto ragionata offerta dell'economista americano Michael Hudson)
Presidente, dalle pagine del Financial Times, del Wall Street Journal e persino del New York Times, da mesi economisti del calibro di Martin Wolf, Joseph Stiglitz, Paul Krugman, Nouriel Roubini, Marshall Auerback, Le stanno suggerendo la via d'uscita. A Parigi, l’eccellente Prof. Alain Parguez dell’Università di Besancon ne ha trattato esaustivamente. Wray e i suoi colleghi Mosler, Tcherneva e Hudson pure. Nel dettaglio, essi hanno scritto
http://www.megachip.info/tematiche/kill-pil/7099-presidente-berlusconi-per-il-bene-dellitalia-
PS: << NOTA DI MEGACHIP(che io sottoscrivo) Appellarsi a Berlusconi in questo modo, come fa Barnard, è velleitario già per due banali elementi: il destino del governo è già segnato, e soprattutto l'uomo a cui ci si appella non si potrebbe mai sollevare alla statura di una denuncia credibile. Berlusconi è Berlusconi. Sebbene il centrosinistra abbia le responsabilità segnalate da Barnard, il rischio della forma-appello scelta da Barnard è quello di esentare il Caimandrillo dalle sue enormi responsabilità di eversore fino a "emanciparlo" al rango di uomo fuori dal sistema, cosa che non risponde alla realtà. E' semmai un ometto seduto anche lui in cima a uno dei tanti poteri semi-forti che contratteranno le condizioni per spolpare l'ambito subdominante in cui giace l'Italia, al di sotto di poteri dominanti spietati.
umberto marabese

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