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giovedì 8 settembre 2011

Il Tarlo della Libia. Riflessioni e domande di un esodante

[…] Amici,
davvero,
a chi sotto i piedi la terra non gli brucia al punto che paia
meglio qualunque cosa piuttosto che rimanere, a colui
io non ho nulla da dire». Così Gotama, il Budda.
Ma anche noi, che non più ci occupiamo dell’arte della pazienza
ma piuttosto dell’arte dell’impazienza, noi che tante proposte
di natura terrena formuliamo, gli uomini scongiurando
a scuoter da sé i propri carnefici dal viso d’uomo, pensiamo
che a quanti,
di fronte ai bombardieri del capitale, già in volo, domandano
e troppo a lungo, che ne pensiamo, come immaginiamo il
futuro,
e che ne sarà dei loro salvadanai e calzoni della domenica, dopo
tanto sconvolgimento, noi
non molto abbiamo da dire.
(B. Brecht, La parabola di Budda sulla casa in fiamme, in Poesie 1933-1956, p. 189)
http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/6743-il-tarlo-
PS: Riflettiamo. <<So che nessuno di voi avrebbe stretto la mano a Gheddafi neppure quand’era stato pur riaccolto in cima, tra i Potenti. Ma ve la sentite, oggi, di stringerla ai “volenterosi” della NATO, a Sarkozy, a Camerun, a Frattini, a La Russa, allo stesso Obama, che - premio Nobel per la pace - continua, pure lui, a fare la guerra (cioè ad ammazzare)?>> Riflettiamo
Buon giorno, umberto marabese

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