Le dichiarazioni della premier conservatrice giapponese Sanae Takaichi , in merito alla possibile entrata in guerra a fianco di Taiwan in caso di invasione dell’isola, non sono piaciute alla Cina. Quest’ultima ha bollato le affermazioni come una grave ingerenza negli affari interni, ribadendo che il processo di riunificazione continuerà senza sosta.
La contestazione
L’ambasciatore nipponico a Pechino è stato convocato presso il ministero degli Esteri. Ha ricevuto dal dicastero non solo una durissima lettera formale di protesta per l’accaduto, ma soprattutto l’invito a ritrattare quelle pericolose frasi che potrebbero incentivare perniciosamente le aspirazioni indipendentiste di Taipei.
L’appello
Il gigante asiatico ha chiesto, ai suoi cittadini, di non recarsi nella nazione del Sol Levante a causa di possibili “incidenti violenti”. L’allerta riguarda anche i 123.485 studenti, già presenti in loco, che sono stati invitati ad adottare le necessarie precauzioni, pianificando con massima prudenza le loro attività formative.
Gli spostamenti
Le compagnie aeree del Paese guidato da Xi Jinping hanno promesso, nel frattempo, di rimborsare i biglietti dei voli acquistati prima del 15 novembre e previsti entro il 31 dicembre. L’esercito della Repubblica popolare ha avvertito intanto il governo avversario: “Trasformeremo l’intero suo territorio in un campo di battaglia se concretizzerà le promesse che ha espresso”, inviando al contempo alcune sue navi militari nelle acque delle isole Senaku contese, ormai da molti anni, proprio con Tokyo.
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