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venerdì 6 giugno 2025

da Marco Tosatti - Israele Uccide altri Quattro Giornalisti a Gaza. Proibito l’Ingresso della Papamobile-Ambulanza.

6 Giugno 2025 Pubblicato da Marco Tosatti


Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione qualche elemento di valutazione su quanto si sta perpetrando in Medio Oriente e in Cisgiordania, e in quei dintorni. Buona lettura e diffusione.

§§§

Il primo è questo post di Inside Over:

Giovedì 5 giugno un attacco aereo israeliano ha colpito una tenda stampa allestita nel cortile dell’ospedale Al-Ahli (noto anche come ospedale Battista) a Gaza City, causando la morte di quattro giornalisti palestinesi: Ismail Badah e Sulaiman Haja, entrambi di Palestine Today, Samir Al-Rifai della Shams News Agency e un quarto giornalista di nome Ahmad Qaljah, cameraman per Al Araby TV.

Altri due giornalisti, Ahmed Qalja (Al-Araby TV) e Emad Daloul (Palestine Today), sono rimasti gravemente feriti.

Con questo attacco, il bilancio dei giornalisti uccisi da Israele dall’inizio del genocidio il 7 ottobre 2023 sale a 230.

Il Watson Institute della Brown University ha evidenziato che il massacro di Israele a Gaza ha causato più vittime tra i giornalisti rispetto a conflitti storici come la guerra civile americana, le due guerre mondiali e la guerra in Vietnam.

#gazagenocide #journalistsarenotatarget #pressunderattack #getupreportnews

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Poi c’è questo post di Voce Ebraica per la Pace. Cliccate per il video.

 

 

I palestinesi non vengono bruciati vivi solo a Gaza, ma anche a Ramallah.

I coloni hanno dato fuoco alle case a Ramallah, con decine di palestinesi intrappolati in una casa.
Ricordate che a Ramallah non c’è Hamas.

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Anche questo post sulla Papamobile trasformata in ambulanza:

 

Per volontà di Papa Francesco, la sua papamobile – utilizzata dal Pontefice anche durante la sua visita a Betlemme nel 2014- è stata convertita in un’ambulanza mobile destinata a fornire assistenza medica ai bambini nella Striscia di Gaza.

Questo gesto simbolico, voluto da Papa Francesco prima della sua morte, è stato affidato alla Caritas Gerusalemme per affrontare l’emergenza umanitaria nella regione, dove quasi un milione di bambini sfollati vivono senza accesso adeguato a cibo, acqua potabile e cure mediche, colpiti quotidianamente e ininterrottamente ormai da oltre 20 mesi dalle bombe e dai proiettili di Israele.

Tuttavia, le restrizioni ai confini, inclusa la chiusura del valico di Rafah tra Egitto e Gaza, hanno impedito all’ambulanza di raggiungere la sua destinazione. Secondo Harout Bedrossian, portavoce di Caritas Gerusalemme, sebbene alcuni aiuti umanitari stiano entrando, l’ottenimento dei permessi per entrare a Gaza è un processo arduo e lungo, e attualmente tutti i confini sono chiusi. Insomma, Israele non fa eccezzione nemmeno per un veicolo donato dal Papa.

L’ambulanza quindi rimane bloccata. Sottolinea il politologo Ian Bremmer: “Israele blocca l’accesso poichè sarebbe politicamente imbarazzante se la papamobile venisse inavvertitamente bombardato”.

#gazagenocide #pope #papamobile #idf #israel

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Poi c’è questo post, che testimonia della distruzione di 70 edifici residenziali a Gaza in 48 ore. Cliccate per il video.

 

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Poi c’è questa intervista di Ben Gvir. Cliccate per il video.

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Senza parole.

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C’è questo post su Instagram:

Non verrete impiccati perché la pena di morte non è più una sentenza del @internationalcriminalcourt ma spero che possiate mettervi tutti davanti ai giudici della Corte penale penale dell’Aia per la vostra assoluta complicità e promozione dello stato sionista omicida di Israele che commette un OLOCAUSTO a Gaza.

Per favore, sentitevi liberi di taggare eventuali giornalisti o media complici nei commenti qui sotto 👇🏻

Slide preso in prestito da @thefuddhist

#internationalcriminalcourt #justice #thehague #complicityinwarcrimes #complicityingenocide #ceasefirenow #stopbombinggaza #freepalestine

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E infine – ma l’elenco potrebbe continuare a lungo, questo post:

 

Israele ha ordinato la chiusura dell’ospedale al-Awda, l’ultima struttura sanitaria operativa nel nord della Striscia di Gaza. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, 97 persone, tra cui 13 pazienti, si trovano ancora all’interno dell’ospedale, mentre le strade impraticabili impediscono il trasferimento delle attrezzature mediche.

Tra il 24 e il 27 maggio l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha cercato di trasferire i pazienti più critici dall’ospedale Al-Awda nel nord di Gaza. Lo ha riferito la stessa OMS in un post su facebook.

La stessa OMS ha dichiarato: “Con la chiusura di Al-Awda, non c’è più nessun ospedale funzionante nella Striscia di Gaza settentrionale, il che significa che si è interrotta un’importante via d’accesso per la popolazione locale”.

Il Ministero della Salute di Gaza ha definito questa azione una “continuazione delle violazioni e dei crimini” contro il settore sanitario.

Dall’ottobre 2023, decine di ospedali di Gaza sono stati gravemente colpiti dalle operazioni militari israeliane. I numeri più recenti parlano del 94% delle strutture sanitarie gravemente danneggiate o completamente distrutte.

Per conoscere una testimonianza da dentro un ospedale dellla Striscia di Gaza, puoi leggere l’intervista esclusiva di Francesca Salvatore a Mark Perlmutter, il medico chirurgo americano che oggi stima il numero dei morti di Gaza in oltre 500.000 persone.

#gazagenocide #israel #hospitalsarenottargets

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