In Norvegia è caduto il governo di centro-sinistra guidato da Jonas Støre. Il Partito di Centro si è ritirato a causa di disaccordi con i socialdemocratici sull’adesione alle direttive emanate dall’Unione Europea in fatto di energia.
Il premier Jonas Støre rimarrà comunque in carica fino alle prossime elezioni che si terranno a settembre.
LA DIVERGENZA IN MERITO A “ENERGIA PULITA PER TUTTI GLI EUROPEI”
Si tratta di una divergenza tra laburisti e partito di centro che dura già da un anno, in merito al pacchetto di leggi chiamato “Energia pulita per tutti gli europei”. Fu proposto dalla Commissione Europea nel 2016 e adottato nel 2019 con l’obiettivo di limitare l’uso di combustibili fossili e promuovere la transizione verso fonti di energia sostenibili.
La Norvegia non fa parte dell’Unione Europea: ha infatti indetto due referendum per l’entrata nell’Ue, ed entrambe le volte i cittadini hanno bocciato la proposta, sebbene con numeri irrisori. Il paese scandinavo però fa parte dell’Area economica europea e del mercato unico che garantisce la libera circolazione di merci e servizi tra tutti i 27 paesi dell’Unione.
La Norvegia è di fatto ad un passo dal diventare completamente una nazione elettrica, il primo paese che realizza una completa transizione all’auto elettrica.
LA FIGURA DI JONAS GAHR STØRE
Jonas Gahr Støre è figlio del ricco mediatore commerciale navale Ulf Jonas Støre e di una bibliotecaria e vanta un capitale multimilionario. Dal 2012 al 2013 è stato ministro della salute e il 14 giugno 2014 è stato eletto capo del Partito Laburista.
Støre è a capo del governo di Oslo dal 14 ottobre 2021 quando Stoltenberg è stato nominato segretario generale della Nato.
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