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mercoledì 2 ottobre 2024

BYOBLU24 - MISSILI IRANIANI SU TEL AVIV, NETANYAHU: “LA PAGHERANNO”, TEHERAN: “USA FUORI DAL CONFLITTO”.

 

2 Ottobre 2024 

Una pioggia di missili ha squarciato il buio della notte su Tel Aviv, dove sono caduti centinaia di razzi iraniani. “Quasi tutti intercettati” afferma Israele, “Sono solo una parte del nostro arsenale” ribatte la Repubblica Islamica. Il bilancio sarebbe una sola vittima, un palestinese.

Il premier Netanyahu minaccia: “la pagheranno”, da Teheran si leva il monito diretto agli Stati Uniti: “Abbiamo avvertito le forze americane di ritirarsi da questa questione e di non intervenire, altrimenti affronteranno una dura risposta da parte nostra”, perché inoltre “si è trattato di un’azione di autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”.

Israele annuncia il dispiegamento di un’altra divisione al confine con il Libano: “La 36ma Divisione, che comprende soldati della Brigata Golani”.

GLI ULTIMI PRECEDENTI

Vendicare la morte di Hassan Nasrallah, segretario generale dell’Hezbollah libanese, è solo uno degli ultimi fatti della catena di eventi che hanno dato il via al raid su Israele. Anche il suo predecessore, Abbas Al Musawi, venne ucciso dalle Forze di Difesa Israeliane, nel febbraio 1992.

Era il 17 settembre 2024 quando Israele ha compiuto un plateale attentato facendo esplodere i cerca persone dei vertici di Hezbollah: solo il giorno successivo scoppiavano tra le mani degli stessi e di centinaia di civili anche i dispositivi walkie talkie.   

In seguito Tel Aviv lanciava missili sul sud del Libano, uccidendo Hassan Nashrallah il 27 settembre, dispiegando un attacco sul sud di Beirut. Il 30 settembre iniziava l’invasione di terra israeliana sempre nell’area meridionale di Beirut.

Quindi Israele avrebbe agito seguendo una strategia: prima avrebbe tranciato le linee di comunicazione dei vertici, rendendo più facile “decapitare” le figure apicali e poi ha valicato i confini con i soldati. Intanto Teheran aveva già incitato una coalizione islamica per rispondere a quello che definisce “terrorismo di stato israeliano”.

Il precedente attacco iraniano contro Israele era avvenuto nella notte tra sabato 13 e domenica 14 aprile, come rappresaglia per il bombardamento del consolato di Damasco in Siria.  

LA REAZIONE AMERICANA, EUROPEA E ITALIANA

Gli Stati Uniti stanno lavorando in questo momento per formare una coalizione che possa lanciare congiuntamente un attacco all’Iran e contemporaneamente difendere Israele. La priorità principale sarebbe quella di proteggere lo Stretto di Hormuz, una volta lanciato un attacco all’Iran.

Secondo Von der Leyen “L’Iran minaccia la stabilità della regione”. In Medio Oriente “un accordo non può essere raggiunto senza un cessate il fuoco”, ha detto invece il ministro della Difesa, Guido Crosetto. 

Le sanzioni europee recapitate a Teheran sono state rinnovate a maggio del 2024, verso Tel Aviv non ne è stata scritta neppure una.

L’Occidente allargato continua dunque a chiedere il cessate il fuoco, invita ad abbassare i toni, invoca la pace, tuttavia il mercato delle armi sottobanco e gli interessi economici e geopolitici sottesi al conflitto in un’area strategica come il Medio Oriente, non sono invece dichiarati.

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