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mercoledì 12 giugno 2024

Marco Tosatti - Russia, Ucraina. Quale Re non Manda un’Ambasceria di Pace? Quello che Ascolta Biden, N*A*T*O e U*E.

 


Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, facebook mi ha riproposto un post di Renzo Puccetti, che ringraziamo sinceramente, pubblicato nel 2022 su FB. La follia bellicista è prevalsa, e l’unica cosa che è cambiata dal giugno 2022 è il numero dei morti, del dolore, e delle distruzioni. L’articolo è preceduto da un breve commento di Andrea Zambrotta:

Quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace” (Lc 14, 31-32).
Già, quale re? Un re ingenuo, manovrato da Biden, NATO, UE”.

§§§

Fatto n. 1
L’Ucraina è in guerra dal 2014 contro i separatisti del Donbass.
Fatto n. 2
C’erano 3 condizioni russe per non entrare direttamente in guerra a fianco dei separatisti:...
1) che l’Ucraina non entrasse nella NATO
2) che l’Ucraina riconoscesse la Crimea come parte della Federazione Russa
3) che l’Ucraina riconoscesse l’autonomia alle regioni di Donetsk e Luhansk.
Fatto n. 3
A tutte la risposta dell’Ucraina è stata negativa
Per quanto riguarda la prima, si è detto che l’Ucraina come Stato indipendente poteva fare quello che vuole (la cosiddetta politica delle porte aperte della NATO)
Fatto n. 4
La perdita della Crimea avrebbe significato rinunciare al 4,3% del territorio. L’autonomia delle due repubbliche del Donbass non avrebbe determinato la perdita di territori, ma questo probabilmente sarebbe stato solo formalmente e più probabilmente all’autonomia sarebbe seguita l’indipendenza e poi la riunione alla Russia. Dunque consideriamo per il Donbass un’altra perdita dell’8,5% del territorio ucraino.
Complessivamente cedere in toto alle richieste russe avrebbe significato perdere il 12,7% del territorio dell’Ucraina.
Fatto n. 5
Molte volte da fonte Ucraina è stato detto che il tavolo delle trattative sarebbe stato determinato dalla situazione sul campo.
Possibilità n. 1
Può essere che, come hanno detto Zelensky, il ministro degli Esteri Kouleba e molti media intenti a veicolare una narrazione anti-russa, l’Ucraina riconquisti tutti i territori prima del 2014 e vinca la guerra con la Russia.
Fatto n. 6
Ad oggi la situazione sul campo di cui parlava Zelensky dà la stima di 12-27mila morti civili +
5-11mila morti militari ucraini +
3.300 morti tra i militari Russi +
2.000 morti tra i militari della rep. di Donetsk +
600 morti tra i militari della rep. di Luhansk
Altre fonti parlano di 15mila morti complessivi tra i militari anti-Ucraini e Kiev parla di oltre 30mila morti tra i militari Russi.
Complessivamente ad oggi abbiamo una stima di morti che va da un minimo di 22mila fino a 68mila. Si aggiungano le distruzioni di beni materiali e i milioni di sfollati.
Fatto n. 7
L’Ucraina ha detto no a cedere attraverso il confronto diplomatico il 12,7% del territorio per arrivare a cedere attraverso il confronto militare, per sua stessa ammissione, il 20% del territorio, senza che questo non possa potenzialmente aumentare ancora, contendendo ai Russi ogni singolo metro di terreno perché (lo ha detto Zelensky evidentemente avvisato dai suoi comandi militari) l’Ucraina non ha la capacità di riconquistare il terreno che cede. E tutto questo con migliaia di morti, una quantità maggiore di feriti e mezzo Paese semidistrutto.
Domanda:
Ne valeva la pena? Valeva la pena impostare le relazioni con la Russia al confronto bellicistico? Era interesse dell’Occidente? Era interesse dell’Europa? Era interesse della popolazione ucraina?
“quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace” (Lc 14, 31-32).
Già, quale re? Il re che accetta i consigli di Biden e Johnson.

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