Nonostante l’offensiva propagandistica israeliana per convincere i media occidentali che la risposta iraniana non ha causato danni, la verità sta emergendo. Teheran non voleva attaccare la popolazione civile israeliana, bensì testare le difese delle FDI. Per la prima volta ha utilizzato missili ipersonici che né gli alleati di Israele né il suo esercito sono stati in grado d’intercettare.
La prevista rappresaglia iraniana è stata ampiamente annunciata con 72 di anticipo e persino calibrata, secondo il Financial Times, per timore di una fiammata dei prezzi del petrolio.
Larry Johnson, ex agente della Cia, lo ha sottolineato: nonostante l’insistenza dell’Occidente sul fallimento dell’Iran — la litania dei “palafrenieri” occidentali la cui multimedialità è largamente controllata dalla lobby israeliana — questi ha fatto in Israele ciò che aveva pianificato di fare e ha dimostrato capacità notevolmente sofisticate nell’uso di ogive manovrabili [1]..
Il giornale più diffuso in Israele, Yediot Aharonot, ha criticato il fallimento strategico di Israele, mentre lo Washington Times ha denunciato «il fallimento della deterrenza» dell’amministrazione Biden nel prevenire un conflitto tra Iran e Israele [2].
Hayman Tamir, direttore del think-tank israeliano Insitute for National Security Studies (INSS), ha dichiarato che l’Iran è in grado di causare danni a Israele senza provocare un contrattacco degli Stati Uniti, come invece avrebbe auspicato Netanyahu [3].
Ilya Tsukanov, giornalista di Sputnik — media della Russia, una delle due superpotenze, insieme alla Cina, con missili ipersonici — riferisce che i media iraniani confermano l’uso di missili ipersonici non rilevabili.
Il canale iraniano PressTV ha mostrato, con un video, che tutti i missili ipersonici usati sono riusciti a raggiungere gli obiettivi: le importantissime basi aeree di Nevatim, dove sono basati gli F-35, e di Ramon, molto vicina alla centrale nucleare clandestina di Dimona [4].
PressTV sostiene che l’Iran è uno dei pochi Paesi con la tecnologia per produrre missili ipersonici in grado di muoversi a velocità sorprendenti e di colpire gli obiettivi con grande precisione [5].
Altre fonti iraniane sostengono che i missili ipersonici Fattah 2 hanno colpito una base militare segreta del Mossad sulle alture siriane del Golan — che appartengono alla Siria e sono state annesse da Israele — presumibilmente uccidendo 44 (sic) agenti segreti, nonché colpito un edificio del Mossad a Tel-Aviv.
Al di là dell’offensiva propagandistica — dominata in Occidente dalla lobby israeliana — che elogia l’impresa di Israele, attribuendogli l’abbattimento, con l’aiuto di Stati Uniti, Regno Unito, Francia e persino Giordania, del 99% (sic) della panoplia di droni, missili da crociera e missili balistici lanciati dall’Iran, l’ex ufficiale dei servizi segreti dei Marines Scott Ritter— che si fece un nome demistificando le sciocchezze di Baby Bush e delle armi di distruzione di massa, mai esistite, attribuire a Saddam Hussein — sostiene che «l’Iran ha ristabilito la deterrenza» (dal latino deterrere, dissuadere con il terrore) in modo da tenere a bada Israele e Stati Uniti. E ciò con grande disappunto di Israele, che pensava di poter lanciare un attacco contro l’Iran senza subirne le conseguenze. L’obiettivo è stato raggiunto, anche se l’Iran non ha deliberatamente inflitto a Israele un’azione eccessivamente letale [6]. Si è trattato di un messaggio di deterrenza, non di un attacco!
Il celebre analista militare russo Andrey Martyanov [7] ha spiegato che Israele è una tigre di carta a cospetto dell’immenso trionfo strategico dell’Iran, che è il principale leader del mondo mussulmano, il quale ha una popolazione di 1,8 miliardi di abitanti. Io tuttavia attenuerei, dato che l’Iran non è potenza nucleare, a dispetto di quanto ripete continuamente Israele, che invece possiede oltre 300 bombe nucleari clandestine a Dimona (come rivelò l’ex presidente Carter).
Il 14 aprile il Medio Oriente si è svegliato con una nuova equazione geopolitica: l’Iran ha fatto irruzione sulla scena con il suo schieramento di nove missili ipersonici, che aveva tenuti segreti, sebbene non utilizzi ancora il proprio arsenale tecnologicamente avanzato.
L’Iran tiene in serbo la sua vera arma economica: la chiusura
dello Stretto di Ormuz, che provocherebbe una crisi
mondiale con l’inarrestabile aumento del prezzo del
petrolio.
Mentre Israele ripete il suo mantra «occhio per occhio, dente
per dente», il colonnello Douglas McGregor teme che il
primo ministro Netanyahu sganci le sue bombe nucleari
contro l’Iran [8].
Rachele Marmetti
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