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lunedì 30 gennaio 2023

La Cina agli Usa: “Hanno innescato la crisi ucraina. Stop alle armi, pensino a negoziati”. E alla Nato: “Dice di difendersi ma si espande”

 

Pechino attacca l'Alleanza atlantica, che dovrebbe "abbandonare la mentalità da Guerra fredda". Intanto Stoltenberg, in visita in Corea del Sud, chiede a Seul di rafforzare il suo sostegno militare a Kiev.

Attacchi diretti alla Nato, perché continua “a sfondare aree e campi di difesa tradizionali” nonostante affermi che “la sua posizione di alleanza difensiva regionale non è cambiata”, e agli Stati Uniti, che sono “quelli che hanno innescato la crisi ucraina”, continuando a vendere armi a Kiev, “cosa che ha solo prolungato e intensificato il conflitto”. La Cina, nel giorno in cui il segretario Jens Stoltenberg visita la Corea del Sud e chiede a Seul – così come ai partner alleati – di rafforzare l’aiuto militare all’Ucraina, attacca l’Alleanza Atlantica, che dovrebbe “abbandonare la mentalità da Guerra Fredda”, e sottolinea la differenza di approccio di Pechino, che è “un partner cooperativo di tutti i Paesi del mondo e non minaccia gli interessi di alcun Paese”. Motivo per cui la Cina, tramite la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, ha sollecitato i Paesi della regione a “una maggiore vigilanza”. “Auspichiamo che i Paesi della regione possano seguire la retta via della cooperazione nell’Asia-Pacifico e svolgere un ruolo costruttivo nel mantenere e promuovere la pace, la stabilità, lo sviluppo e la prosperità nel mondo”, ha aggiunto.

Nel mirino della Cina finisce anche Washington che, riguardo al conflitto ucraino, è responsabile di averlo alimentato creando le condizioni che hanno portato alla guerra e rifornendo Kiev di armi. “Gli Stati Uniti sono quelli che hanno innescato la crisi ucraina e il principale fattore che l’ha alimentata: hanno continuato a vendere armi pesanti e armi d’assalto all’Ucraina, cosa che ha solo prolungato e intensificato il conflitto”, ha detto ancora Mao Ning, rispondendo ad una domanda sulle accuse americane secondo cui le società statali cinesi avrebbero offerto sostegno alla parte russa. Nei giorni scorsi infatti era stata l’amministrazione Biden a sollevare il tema, spiegando di avere prove sulle forniture da parte cinese di attrezzature ‘non letali’ alla Russia per l’uso in Ucraina. Secondo due funzionari statunitensi che hanno parlato alla Cnn, non è chiaro se Pechino sia a conoscenza di queste transazioni. L’equipaggiamento inviato in Russia, che include articoli come giubbotti antiproiettile ed elmetti, secondo i funzionari della Casa Bianca, che avrebbero rapporti con l’intelligence statunitense ed europea, è una notizia “preoccupante” per l’amministrazione americana, ma si ferma prima della più solida assistenza militare che la Russia ha richiesto. La Cina, però, ha bollato queste ricostruzioni come “paranoia”, aggiungendo che si tratta di “sospetti ingiustificati” e “un ricatto infondato”. Pechino – ha chiarito – “non starà seduta a guardare gli Stati Uniti danneggiare i diritti e gli interessi legittimi delle società cinesi“, mentre gli Usa invece devono “smetterla di inviare armi se vuol mettere fine al conflitto”. La portavoce del ministero degli Esteri cinese ha anche lanciato un avvertimento agli Stati Uniti sul loro sostegno a Taiwan, avvisandoli che non dovrebbero oltrepassare alcuna “linea rossa”.

Nato: “Servono armi” – La fornitura di armi resta un punto “urgente” per il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che ha esortato la Corea del Sud a rafforzare il suo sostegno militare all’Ucraina. Mentre Seul ha firmato importanti accordi per fornire centinaia di carri armati, aerei e altre armi alla Polonia, membro della Nato, dall’inizio della guerra, il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha ribadito che la legge in vigore contraria alla fornitura di armi ai paesi in conflitto rende difficile fornire armi all’Ucraina. Paesi come Germania, Svezia e Norvegia, ha però osservato Stoltenberg, avevano politiche simili ma le hanno cambiate. “Se non vogliamo che l’autocrazia e la tirannia vincano, allora hanno bisogno di armi, questa è la realtà”, ha concluso. Per quanto l’Occidente abbia deciso di inviare i carri armati Leopard e Abrams a Kiev, è probabile che le forze armate ucraine inizieranno a utilizzarli sul campo di battaglia “in primavera”, ha dichiarato il ministro della Difesa ucraino Alexey Reznikov, precisando che i militari ucraini intendono formare almeno due battaglioni di tank con i rifornimenti promessi dai paesi occidentali, che serviranno “per continuare la controffensiva”. Il ministro ha espresso quindi la speranza che l’Occidente continui a fornire carri armati a Kiev in futuro. Ha detto che le promesse dei tank “non sono la fine della storia, ma solo il suo inizio”.---


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