Di Manlio Dinucci 16 dicembre 2022
Il “libero mercato è la parola del pensiero globalista, il metro con cui si misura il grado di democrazia di un Paese. Ma sono proprio i suoi predicatori a dimostrare quanto essa sia effettivamente libera. La situazione in Italia è emblematica.
Mentre i prezzi della benzina e del gasolio continuano a salire, provocando un aumento generalizzato del costo della vita pagato da tutti noi, NATO e UE ci vietano di acquistare petrolio e prodotti petroliferi libici che il governo di Bengasi ci offre a prezzo stracciato . A Bengasi – mostra Michelangelo Severgnini nel suo documentario trasmesso da Byoblu il 12 dicembre – la benzina costa 3 centesimi di euro al litro, circa 60 volte meno che in Italia .
Allo stesso tempo, ci è proibito acquistare il gas che la Russia ci offre a prezzi estremamente inferiori a quelli che paghiamo in base alle quotazioni determinate dalla Borsa di Amsterdam, controllata da un potente gruppo finanziario statunitense. L'avvio di un nuovo giacimento di gas nella Siberia occidentale con una capacità di oltre 320 miliardi di metri cubi di riserve recuperabili, porta la produzione russa di gas a un livello record.
La Russia sta sempre più esportando il suo gas a buon mercato in Cina, India e altri paesi asiatici, poiché è impossibile esportarlo in Europa. L'Unione Europea si sta muovendo per bloccare dopo il sabotaggio del Nord Stream l'unico gasdotto che ancora porta il gas russo in Europa, fino all'Ungheria e all'Austria, attraverso i Balcani. Al vertice di Tirana tra Ue e Balcani occidentali, Ursula Von der Leyen ha dichiarato che i Paesi di questa regione devono “ uscire dal ricatto gas di Putin ”, ovvero bloccare l'arrivo del gas russo in Europa attraverso i Balcani. “ I Balcani occidentali – ha ingiunto Von der Leyen con tono minaccioso – “ devono decidere da che parte stare: o con l'Unione Europea o con la Russia”.
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Questo articolo è stato originariamente pubblicato su byoblu.
Manlio Dinucci , pluripremiato autore, analista geopolitico e geografo, Pisa, Italia. È ricercatore associato del Centro di ricerca sulla globalizzazione (CRG).
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