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lunedì 21 novembre 2022

BYOBLU - IL PETROLIO RUSSO IN GRAN BRETAGNA. ALLA FACCIA DELLE SANZIONI!

 

Ad Agosto 2022 il Regno Unito affermava di aver chiuso definitivamente i rapporti commerciali con la Russia. Niente petrolio, né gas… nemmeno la vodka. Esportazioni diminuite del 97% rispetto all’anno precedente. Il tutto per punire la Russia, considerata dall’Occidente “paese aggressore” nel conflitto in Ucraina.

Secondo un’esclusiva del Times UK si è però trattato di una messa in scena a favore di telecamere. Così come è successo infatti per gli Stati Uniti, chi supporta le sanzioni sembrerebbe il primo a non rispettarle.

La questione riguarda anche in questo caso il greggio, che il Regno Unito importa dalla Russia per il 23%. Un giro che conta tre miliardi di sterline. Cifra assolutamente non esigua e che la Norvegia, primo fornitore, per ora non riesce a sopperire, dovendo occuparsi di tutt’Europa.

La scappatoia impiegata dagli inglesi per ottenere il petrolio del Cremlino è simile a quella americana: si utilizza un altro Paese che fa da tramite, così che il greggio non risulti acquistato direttamente dalla Russia.

Ecco come il Regno Unito aggira le sanzioni

Nello specifico, secondo il Times, la nave britannica Mariners, proveniente dalla Russia, dopo cinque giorni di mare si sarebbe fermata a largo delle acque di Kalamata, in Grecia. A quel punto la Mariners si è avvicinata ad un’altra petroliera, di proprietà ellenica: la Marinoula. Nelle successive 36 ore, ci sarebbe stato uno scambio di greggio pari a 250 mila barili. Petrolio di evidente provenienza russa e che è poi attraccato nel porto inglese di Immingham. In pratica si tratta di un vero e proprio scambio, dove il petrolio russo è passato dalla nave inglese a quella greca, che poi si è diretta nel Regno Unito, facendo finta di niente.

Secondo i registri ufficiali infatti, non si tratta di petrolio russo. È un trucchetto molto simile a quello degli Stati Uniti, che però hanno utilizzato l’Italia invece che la Grecia e la raffineria Lukoil invece che le petroliere. La più grande compagnia petrolifera russa, la Lukoil, si trova infatti nel piccolo comune siciliano di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa.  

Il tutto non dichiarato

Sempre secondo la testata giornalistica britannica, da marzo ad oggi gli inglesi avrebbero ricevuto greggio russo pari a 919 milioni di dollari. Il tutto sempre non dichiarandolo, perché nei dati ufficiali si leggono come Paesi di provenienza la Germania, il Belgio e i Paesi Bassi.

Il Times ha però controllato il GPS della petroliera inglese Mariners, notando come il punto di partenza sia sempre la Russia e che quelle giornate in mare a largo della Grecia sono più che sospette.

Quindi, mentre l’Unione europea approva pacchetti sanzionatori, sulla scia dell’Occidente che è rappresentato proprio da Regno Unito e Stati Uniti, in realtà siamo solo noi dell’UE a rispettare tali sanzioni.

Sanzioni, che come ammesso dallo stesso schieratissimo Economist, creano più danni all’economia nostrana che a quella russa.

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