Una conferenza stampa di fine anno che potrebbe portare diverse grane al Presidente del consiglio Mario Draghi. Vi avevamo già parlato dell’errore non da poco detto proprio alle prime battute della Conferenza dello scorso 22 dicembre, organizzata dall’Ordine dei Giornalisti insieme alla Stampa parlamentare. Un momento di confronto con i giornalisti, il cui encomiabile lavoro è stato ricordato anche dal Presidente dell’Ordine Carlo Bartoli il quale ha tenuto a precisare quanto sia importante la lotta alle fake news… senonché la fake news l’avrebbe detta proprio Mario Draghi, affermando che «I vaccini restano lo strumento di difesa migliore dal virus. Dei decessi, tre quarti sono non vaccinati».
Un errore molto grave, visto che la realtà è esattamente l’opposto di quella presentata dal Presidente del Consiglio. I dati ufficiali pubblicati il 17 dicembre 2021 dall’ISS, infatti, parlano di tutt’altri numeri. Nell’ultimo periodo in Italia abbiamo avuto 1.755 morti: 217 avevano un ciclo completo di vaccinazione da meno di 150 giorni. A queste persone vanno aggiunte altre 745 che avevano sostenuto un ciclo di vaccinazione completo da più di 150 giorni. 29 dei deceduti avevano ricevuto anche la terza dose. La tabella mostra anche la morte di altre 42 persone che avevano un ciclo incompleto di vaccinazione, i quali vengono considerati parzialmente coperti. In tutto dunque siamo a 1033 morti vaccinati contro i 722 non vaccinati. Dunque in proporzione sono deceduti il 59% dei vaccinati contro il 41% dei non vaccinati. Non è vero, quindi, come ha sostenuto Draghi, che dei decessi tre quarti sono non vaccinati.
A chiedere una rettifica urgente di quanto detto è stato anche il Codacons, il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, “altrimenti sarà inevitabile una denuncia per procurato allarme” spiega l’associazione. Infatti è proprio su questi dati che sta proseguendo la narrazione dell’emergenza sanitaria, si applicano nuove restrizioni e soprattutto si creano disparità e discriminazioni tra cittadini, in un periodo di grande tensione psicologica.
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