Il professor Paolo Bellavite è intervenuto alla XVII Giornata del Ricordo organizzata dal Condav con un intervento rigoroso e scrupolosamente documentato sul tema dei danni da vaccino. Lungi dal voler enfatizzare gli effetti avversi, il già professore di Patologia Generale all’università di Verona, ha analizzato i metodi con cui vengono prima raccolti e poi analizzati e valutati i dati sugli esiti indesiderati da vaccinazione. La prima parte dell’articolato intervento verte dunque sul confronto tra la raccolta di dati in forma passiva e attiva. Cioè tra una raccolta dati fondata sulla segnalazione volontaria oppure sul monitoraggio attivo da parte delle autorità sanitarie.
La divergenza tra queste due forme di registrazione dei dati è resa palese dalle ricerche mostrate da Paolo Bellavite, sia nel caso delle vaccinazioni pediatriche, sia nel caso delle attuali vaccinazioni anti-Covid, su cui iniziano ad emergere ricerche di farmacovigilanza attiva. Oltre alla raccolta dati, però, un altro problema riguarda la loro analisi, cioè le modalità che conducono al riconoscimento causale del danno da vaccino. Su questo secondo aspetto del problema, il professor Paolo Bellavite mette in luce la palese contraddizione del riconoscimento della morte da Covid e da vaccino, un cortocircuito che “riscrive la patologia generale, la logica, l’epidemiologia, l’etica medica, la Costituzione e la legge 210/97”.
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