Le sconvolgenti rivelazioni sull’opposizione bielorussa e i suoi curatori occidentali, censurate dalla stampa italiana.
Chiudere la bocca per sempre ai sostenitori di Lukhascenko, togliere voce allo Stato, fare pulizia nelle fabbriche, atti terroristici, sabotaggio ed esplosioni, omicidi politici da eseguire con particolare crudeltà, istruzioni impartite via social, tutto questo sostenuto e pagato da un Occidente sempre più ostinato a togliere di mezzo Lukhascenko. Le cose rivelate dal presidente bielorusso fanno accapponare la pelle, sono tutte documentate da filmati e video, ma la stampa occidentale fa finta che in Bielorussia non sia accaduto nulla negli ultimi giorni e censura tutto.
Ecco i passi salienti dell’intervento del 2 luglio scorso, di Aleksandr Lukascenko, durante i festeggiamenti per la Giornata dell’Indipendenza della Bielorussia che ogni anno si celebra il 3 luglio, giorno in cui nel 1944 avvenne la liberazione della capitale Minsk dall’invasore e oppressore nazifascista:
“La Bielorussia durante la Grande Guerra Patriottica fu letteralmente arsa viva dai nazisti tedeschi e la nostra terra ne porta tutt’oggi le cicatrici, segni mostruosi lasciati dalla Germania hitleriana che mai il tempo cancellerà ! Il popolo sovietico ha pagato il tributo più sanguinoso per la Vittoria con 27 milioni di morti, ma gli orrori di quella guerra sono stati presto dimenticati, oggi è in corso la falsificazione della Storia, quei criminali vengono edulcorati, si inculcano ai giovani nuovi eroi che nella realtà sono tutt’altro che eroi, sono assassini. La situazione di oggi ci dice che noi con i nostri vicini abbiamo sempre parlato due lingue diverse. Ma non abbiate timore, noi non abbiamo intenzione di cedere a nessuno la nostra grandiosa Vittoria, è questione di onore! Non sono stati gli alleati a sgominare la peste marrone là dove è nata, non sono stati loro a liberarci ma è stato il popolo sovietico a liberarsi con sforzi disumani e un eroismo che non ha pari al mondo.
Oggi è giornata di festa e tuttavia devo rivelare fatti tutt’altro che piacevoli, ma che dovete sapere, perché i tentativi di occupare di nuovo la Bielorussia nell’attuale condizione di guerra ibrida sono scoppiati con straordinaria forza. E come ottant’anni fa, i portatori dei valori europei parlano di nuovo ordine, a capo delle élites occidentali degli Stati con noi confinanti e persino nel nostro Stato, sono cresciuti nuovi esecutori, pronti a fare per i loro nuovi padroni tutto il lavoro sporco. Noi capiamo che questi processi avvengono, come a metà del secolo scorso, contro la volontà dei popoli degli Stati europei, che rispettano, stimano e conoscono il valore del popolo bielorusso. Noi non possiamo permettere che la storia si ripeti, perciò siamo costretti a parlare, abbiamo taciuto a lungo. Contro di noi l'Occidente non agisce puramente tramite le sanzioni economiche come pensavamo ma col terrore, come i fatti hanno dimostrato. Eccoli: sono state organizzate le cellule terroristiche “dormienti” e oggi le abbiamo portate allo scoperto. Ne aveva già fatto rivelazione Roman Protasevic’ durante la sua deposizione, ma a noi erano già note. Queste cellule, che si autodefiniscono “squadre di autodifesa”, hanno come scopo il sovvertimento violento dell’ordinamento statale nel cosiddetto giorno X. I coordinatori di tutto questo sono: la Lituania, la Polonia, gli Stati Uniti, l’Ucraina e la Germania. Per realizzare i loro programmi è stata creata anche una risorsa Telegram, denominata “Squadre di auto difesa della Bielorussia” che ha 2500 iscritti, la loro “riserva di combattimento”, li conosciamo tutti in volto, il proprietario di questa chat è un cittadino tedesco – Denis Hoffman, che prima aveva preso la cittadinanza russa e poi ucraina. Il moderatore è una cittadina della Federazione Russa, Dubnikova. Ecco quello che costoro hanno fatto negli ultimi giorni: hanno tentato di distruggere una grande quantità di macchinari di alcune imprese forestali. Vi rivelo il cognome di chi ha proposto di eseguire questo atto terroristico, è una donna: Natalja Matveeva, catturata dal gruppo Alpha (Unità speciale antiterrorismo), è stata arrestata e ora sta testimoniando, a breve daremo notizie più dettagliate. Qual era lo scopo? Lo scopo era bruciare di notte la colonna delle macchine forestali e poi mettere tutto in Internet allo scopo di dimostrare: “guardate, noi siamo ancora vivi, ci siamo e lottiamo, questo regime lo abbatteremo”. Era l’8 giugno scorso, l’attentato è fallito.
Un altro colpo che avevano progettato era sabotare il Centro di comunicazione della Marina Militare della Federazione Russa che si trova in Bielorussia a 10 km. da Vilejka. Di questo avevamo parlato io e il presidente russo Vladimir Putin in Russia durante il nostro recente incontro. Tutti coloro che hanno partecipato all’organizzazione di questo atto terroristico sono stati trovati e in due giorni arrestati.
Ma il delitto di inaudita crudeltà doveva accadere il 1 luglio scorso, è stato annientato dalle Forze Speciali. La vittima prescelta dall’opposizione è il giornalista bielorusso Grigorij Azarjonok, che peraltro aveva già subito altri due attentati.
I particolari che rivelerò faranno inorridire, perlomeno questa sala. Era stato pianificato di rapirlo e buttarlo nel portabagagli, portarlo nel bosco e con le forbici tagliargli la lingua, ma fare in modo che fosse lui stesso a farlo. Nel caso di rifiuto, avrebbe dovuto eseguire tale operazione uno dei terroristi, per la quale è stato pagato in anticipo 10.000 dollari. Atto da riprendere in video e postare in rete. Avvertimento che doveva servire per dire “guardate, come minimo vi tagliamo la lingua per farvi tacere e se non ci riusciamo, vi uccidiamo”. Questa è la loro “democrazia”! La pistola per far fuori il giornalista era stata portata dall’Ucraina, così come anche l’attrezzatura per attuare l’atto di sabotaggio alla centrale di comunicazione russa. Anche qui sono stati scoperti i vari depositi segreti e le persone coinvolte, posso dire il nome: Sosnovskij e il suo gruppo, tutti arrestati e adesso stanno parlando.
Vorrei sottolineare in particolare il grande coraggio e l’onorabilità del nostro giornalista Azarjonok, che si è prestato a far arrestare gli assassini. Sapeva che lo stavano aspettando armati, si è scagliato contro uno di loro, non appena questi l’ha aggredito alle spalle, ha cominciato a lottare e nel giro di alcuni secondi sono sopraggiunti gli agenti …”. Aleksandr Lukascenko mentre lo racconta è visibilmente emozionato e con le lacrime agli occhi ringrazia i genitori del giornalista.
Che cosa sarebbe accaduto se il KGB non avesse pedinato gli assassini, è lo stesso Denis Hofmann che spiega i particolari di esecuzione del delitto, soffermandosi sull’importanza di “tagliare la lingua sporca a questo giornalista, in modo da non ascoltare più le sue trasmissioni in tv, dove esordiva spesso contro l’opposizione bielorussa, pagata e fomentata dall’Occidente.
Ecco cosa diceva il giornalista Grigorij Azarjonok nel suo programma in tv “Le molle segrete della politica”:
“Cattiveria, perfidia che non conosce limiti, sfacciataggine, astuzia, viltà, egoismo - l’Occidente ha distrutto tutto ciò che di umano aveva, ora gli “anti uomini” vengono contro di noi per attaccarci. Una civiltà di schiavi, barbari che odiano noi, uomini liberi. E questa è una contrapposizione esistenziale, loro non si calmeranno fin quando, con un freddo sorriso, non ci taglieranno la gola. L’Occidente è un maniaco impazzito con l’arma nucleare. Una civiltà di pirati, voi che accusate noi di contrabbando, siete dei cinici, quando siete arrivati in Afghanistan, avete inondato il mondo di droga, la produzione è aumentata di centinaia di volte e tutti sanno che a curare il traffico di droga sono la CIA e l’Mi6 britannico. Costoro hanno bramosia di arrivare di nuovo all’Osten, vogliono di nuovo sentirsi padroni, negli occhi di Heiko Maas si intravede di nuovo il fuoco di Katyn, loro vogliono di nuovo sentire i gemiti delle persone arse vive! Ma voi, Borrell, Maas, Von der Leyen, ricordatevi il ghiaccio del Berezinà, ricordatevi della vostra vergogna e umiliazione, di come vi abbiamo bastonato, di come vi abbiamo ricacciato indietro fino a Berlino e a Parigi, ora non rischiate di giocare col destino, prima di minacciarci riascoltate le nostre canzoni e può darsi che vi rammentiate del Berezinà e della fortezza di Brest… Per la feccia non c'è misericordia!”
Le parole di Azarjonok risuonano come una doccia fredda. Una verità che all’Occidente non piace affatto, per questo ora passa ai metodi terroristici.
Hofmann si nasconde in Germania, ma nessuna reazione è giunta dalla Germania, dall’Unione Europea.
C’è solo la volontà di liquidare le voci che sostengono Lukashenko e l’ordinamento statale legittimo della Bielorussia.
La Russia capisce benissimo che tutto questo è preparato per arrivare a lei.
Il momento dell’aggressione al giornalista Grigorij Azarjonok è stato ritratto in video dalle Forze Speciali bielorusse e messo in rete. Lo potete vedere nel filmato delle notizie del 1 Canale Televisivo bielorusso che qui allego.
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