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martedì 20 luglio 2021

L'AntiDiplomatico - La Corte Europea per i Diritti dell'Uomo:... “la Russia è obbligata a riconoscere le unioni gay, legalizzarne i matrimoni ..".


                                          
 

    La bandiera della Russia.

       Bandiera 

Lgbt, la Cedu attacca la sovranità di Mosca. La risposta dei politici russi

Marinella Mondaini   

La Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, dopo aver esaminato il reclamo ricevuto da tre coppie omosessuali russe, (i funzionari russi avevano respinto la loro richiesta di registrare il matrimonio) ha emesso il suo verdetto: “la Russia è obbligata a riconoscere le unioni gay, legalizzare i matrimoni oppure trovare un'altra forma di unione … la Russia ha violato gli articoli della Convenzione europea, relativi al rispetto della vita privata e familiare e al divieto di discriminazione”.

Con cinismo sfrontato il Tribunale europeo in pratica dice che - se ne infischia della Costituzione della Federazione Russa, la quale riconosce solo il matrimonio tra un uomo e una donna, che la fonte di legittimazione del potere non è il popolo russo, che i russi non hanno diritto ad approvare le proprie Leggi secondo le quali vivono, infine che i diritti dei giudici dell’Europa sono al di sopra di quelli del popolo russo. Ne consegue che la Russia non dovrebbe avere sovranità.

In relazione a ciò, vediamo come negli ultimi tempi i giornali italiani conducono una subdola campagna a tutto campo contro la "sovranità". La parola “sovranista” è ridotta a un’offesa o abusata e strumentalizzare per fini politici, l’hanno privata della sua accezione primaria.

Fino a un anno fa nella Costituzione russa vi era un articolo che dichiarava la priorità del Diritto Internazionale e che non era possibile toccare. In pratica - una bomba messa dagli americani e accettata dai liberali al governo di Elzin quando hanno riscritto la Costituzione nel 1993, non negli interessi del popolo russo. Putin, comprendendo che era oramai assolutamente indispensabile cambiare questa situazione, un anno fa ha avviato il processo per correggere tali errori e gli emendamenti sono stati votati dal popolo russo a stragrande maggioranza.

 

Il presidente della Duma di Stato, Vja?eslav Volodin si è così espresso:

“Il Tribunale per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha ingiunto alla Russia di legalizzare le unioni omosessuali. Forse ora molti capiranno perché era così indispensabile apportare gli emendamenti alla Costituzione che i cittadini russi hanno votato un anno fa. La risoluzione europea contraddice alla nostra Costituzione e perciò non verrà eseguita sul territorio della Federazione Russa, il nostro popolo riconosce l’istituto del matrimonio solo come unione tra uomo e donna.

E qui sorge una domanda, perché di volta in volta cercate di imporci valori che sono a noi estranei, ogni nazione ha il proprio codice culturale, le proprie tradizioni, la propria mentalità, con le quali non si può non fare i conti, i geni estranei che voi tentate di inoculare nel popolo russo conducono solo a processi distruttivi. Come poco tempo fa - ai sanguinosi scontri in Georgia, evidentemente il vostro scopo è sconquassare gli altri Stati. A proposito, oggi le compagnie aeree europee hanno dichiarato l’intenzione di rifiutare il tradizionale saluto ai passeggeri: “Signori e signore”, sceglieranno una “formula gender”, una forma “neutra”, questa è la vostra decisione ma non la nostra!

Noi la nostra scelta l’abbiamo difesa sostenendo i valori tradizionali e l’istituto del matrimonio come unione fra uomo e donna. I giudici del Tribunale di Strasburgo all’atto di prendere tale risoluzione dovevano conoscere la legislazione nazionale del paese a cui si riferisce, sapere se in base a essa la loro risoluzione risulta prioritaria o no. I giudici hanno quindi mostrato di essere privi di qualificazione approvando una decisione che in sostanza contraddice alla Legge nazionale, una risoluzione illegittima, e perciò dovrebbero dare le dimissioni”.

 

Perciò o i giudici europei sono degli incompetenti o l’Europa vuole intenzionalmente sbattere la testa contro il muro inscenando una provocazione avviata di concerto con la potente lobby arcobaleno che ha messo in ginocchio interi Stati, ma con la Russia non ci riesce, ecco da dove sgorga un altro rigolo di demonizzazione di Putin e di guerra alla Russia. Abbiamo visto come i tentativi della Lgbt di promuovere il cosiddetto “gay pride” in Georgia sono finiti nel sangue. Questo succede quando si opera ingerendo negli affari interni degli altri paesi per piegarli ad accettare il “pensiero unico” dietro la fittizia difesa dei diritti.

Leonid Sluzkij, presidente della Commissione della Duma per gli Affari esteri: “Diffamando la Russia, l'Europa vuole imporci ciò che contraddice alle nostre secolari tradizioni, al nostro codice sociale e culturale, ai nostri valori morali che in Russia sono altri, diversi da quelli occidentali. In Russia il numero di coloro che sostengono le unioni gay non solo è esiguo, ma è quasi nullo”.

Alcuni giuristi russi hanno espresso l’idea che “adempiere alla risoluzione del Tribunale europeo tuttavia potrebbe essere possibile perché nella Costituzione russa si parla solo del matrimonio e il Tribunale ha contemplato anche un riconoscimento di un’altra forma di unione. Per questo però sarebbe necessario cambiare il Codice Civile o Famigliare. Ma obbligare il Parlamento russo o di qualsiasi altro paese ad accettare la legge il Tribunale per i Diritti dell’Uomo certamente non può!”.

 

Il vice speaker della Duma di Stato, Pjotr Tolstoj, ha dichiarato:

“Il Tribunale europeo rende il dovuto ai rappresentanti europei dell’Lgbt, ma la Russia non cambierà per questo la sua Legge, le nostre norme non possono certo essere cambiate sotto l’influenza di interpretazioni politicizzate di organizzazioni internazionali. Se le minoranze non tradizionali riusciranno a ottenere la maggioranza nella Duma di Stato, allora, forse, potranno cercare di cambiare la Legge, ma i diritti dei cittadini in Russia vengono rispettati, allo stesso tempo nessuno impedisce ai rappresentanti dell’orientamento non tradizionale di ottenere il sostegno politico delle proprie idee”.

 

Marinella Mondaini

MARINELLA MONDAINI

Scrittrice, giornalista, traduttrice. Vive e lavora a Mosca

                             

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