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lunedì 1 marzo 2021

01 MARZO 2021 12:26 Covid, Istat: il Pil 2020 perde l'8,9% e il deficit schizza al 9,5%

 


PS:   ...il Governo Draghi...fino a ora....uguale ai due precedenti....Con tutti i soldi che hanno buttato in campagne dissennate su cose inutili come ambiente, primule varie, siringhe, mascherine e tamponi cosa si aspettavano che il debito scendesse? Sono dei fenomeni dell'economia. Intanto giocano con i nostri soldi e futuro a loro cosa importa? ...
 ma al governo  pensano al green , alla digitalizzazione,ai monopattini e alle biciclette elettriche......!

umberto marabese

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La pressione fiscale è salita al 43,1%, la spesa per consumi delle famiglie è calata dal 10,7%


Nel 2020 il Pil dell'Italia è sceso dell'8,9% in termini di volume, del 7,8% di prezzi, per un valore complessivo di 1.651.595 milioni di euro. E' quanto rileva l'Istat, secondo cui sale invece il rapporto deficit/Pil, arrivato al 9,5% dopo l'1,6% del 2019. La caduta del Prodotto interno lordo e l'impatto delle misure d'emergenza Covid fanno correre il debito, che raggiunge quota 2.569.258 milioni, cioè il 155,6% del Pil, contro il 134,6% del 2019.

 

Spesa per consumi delle famiglie crolla del 10,7% - Nel 2020 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti è scesa in volume del 10,7% (+0,3% nel 2019). Sul territorio economico, la spesa per consumi di beni è calata del 6,4% e quella per servizi del 16,4%. In termini di funzioni di consumo le cadute più accentuate, in volume, riguardano le spese per alberghi e ristoranti (-40,5%), per trasporti (-24,7%), per ricreazione e cultura (-22,5%) e per vestiario e calzature (-20,9%). Le uniche componenti di spesa che segnano una crescita sono alimentari e bevande non alcoliche (+1,9%), comunicazioni (+2,3%), e abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili (+0,6%).

 

 

La pressione fiscale sale al 43,1% - Nel 2020 la pressione fiscale complessiva, ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil, è risultata pari al 43,1%, in aumento rispetto all'anno precedente. L'aumento si spiega con la minore flessione delle entrate fiscali e contributive (-6,4%) rispetto a quella del Pil a prezzi correnti (diminuito del 7,8%). Nel 2020 le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche sono diminuite del 6,4% rispetto all'anno precedente. L'incidenza sul Pil è pari al 47,8%. Le entrate correnti hanno registrato un calo del 6,4%, attestandosi al 47,5% del Pil. In particolare, le imposte dirette sono diminuite del 2,1%, principalmente per la forte contrazione dell'Irpef, in parte compensata dall'aumento dell'imposta sostitutiva per i contribuenti in regime forfetario, mentre l'Ires ha registrato un calo più contenuto. Le imposte indirette hanno registrato una caduta più marcata (-11,2%), con diminuzioni significative del gettito Iva, delle accise, dell'imposta sul Lotto e lotterie e dell'Irap. I contributi sociali effettivi sono scesi rispetto al 2019 (-5,8%). Le altre entrate correnti si sono ridotte dell'1,6%, nonostante l'andamento positivo dei dividendi. Il calo delle entrate in conto capitale (-7%) risente principalmente della contrazione delle imposte in conto capitale.

 

 

Lavoro, -10,3% unità nel 2020, redditi lavoro dipendente -6,9%, retribuzioni lorde -7,5% - Nel 2020 le unità di lavoro (Ula) sono diminuite del 10,3% per effetto della riduzione del 9,3% delle Ula dipendenti e del 12,8% delle Ula indipendenti. La flessione delle Ula ha interessato tutti i macrosettori: -2,3% nell'agricoltura, silvicoltura e pesca, -10,2% nell'industria in senso stretto, -8,7% nelle costruzioni e -11% nei servizi. I redditi da lavoro dipendente e le retribuzioni lorde sono scesi rispettivamente del 6,9% e del 7,5%. Le retribuzioni lorde per unità di lavoro hanno registrato un incremento del 2% nel totale dell'economia; nel dettaglio, l'aumento è stato dell'1,2% nell'industria in senso stretto, dello 0,6% nel settore agricolo e del 2,5% nei servizi, mentre una lieve contrazione si registra per le costruzioni (-0,2%).

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