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venerdì 11 dicembre 2020

BYOBLU - NUOVE SANZIONI ALLA RUSSIA: L’UE CONTINUA A DANNEGGIARE SE STESSA

 

NUOVE SANZIONI ALLA RUSSIA: L'UE CONTINUA A DANNEGGIARE SE STESSA


Sono state rinnovate le sanzioni alla Russia da parte dellUnione europea. Sembra paradossale, ma nonostante l’emergenza Covid, nonostante le trattative infinite suRecovery Fund e la Brexit, l’Unione europea è riuscita comunque a trovare il tempo per prolungare ulteriormente il regime di sanzioni contro il Cremlino.

Sanzioni dal 2014 senza alcun risultato

Lo ha annunciato in maniera asciutta su Twitter il portavoce del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel. “Accordo trovato al Consiglio europeo sulla continuazione delle sanzioni contro la Russia”. Insomma una decisione che viene data per scontata, come se facesse ormai parte della nostra quotidianità. Proviamo allora a ripercorrere la storia di queste sanzioni e le conseguenze che hanno comportato.

Tutto risale al lontano 2014 e cioè quando a seguito di un Referendum la Crimea entrava a far parte della Federazione russa e sempre nello stesso anno iniziava un conflitto tra le comunità russofone e gli ucraini nella regione del Donbass.

Secondo l’Unione europea, dietro la spinta decisiva della Germania, tutto questo è stato interpretato come un’aggressione deliberata da parte della Russia. Bruxelles ha quindi reagito senza aspettare una valutazione più prudente della vicenda.

Danni di miliardi di euro sull’export

Inizialmente sono stati congelati i beni e imposte restrizioni agli spostamenti di singole persone di nazionalità, per poi sfociare in vere e proprie sanzioni economiche e commerciali prima contro la sola Crimea e poi contro l’intera Federazione russa. In particolare, l’Unione Europea ha imposto il divieto di esportare beni che, sebbene abbiano prevalentemente un utilizzo civile, potrebbero essere impiegati a scopi militari. E di fronte a questo la Russia non è rimasta di certo a guardare.

Come reazione Mosca ha deciso di imporre delle contro-sanzioni, colpendo i settori europei che maggiormente esportano verso Mosca, tra i quali c’è quello lattiero caseario, di cui l’Italia è leader. Tutto questo è in vigore dal 2014 ad oggi, senza soluzione di continuità. Le sanzioni erano nate con lo scopo politico, discutibile, di trovare una risoluzione del conflitto in poco tempo, ma se tutto questo non è avvenuto in sei anni, possiamo arrivare ad una sola conclusione. E cioè che le sanzioni hanno avuto un esito fallimentare. Ma non solo. Le sanzioni sono state infatti anche dannose per tutta l’economia europea, e in particolare l’Italia.

Le perdite per l’export italiano sono stimate in miliardi di euro. Cifre che pesano ancora di più sulle piccole e medie imprese italiane durante un momento di crisi economica dovuta alle attuali restrizioni imposte. Le sanzioni hanno poi contribuito alla diffusione del fenomeno della contraffazione dei prodotti made in Italy. Senza i nostri formaggi, senza il nostro latte, in Russia hanno fatto di necessità virtù iniziando a produrre localmente tutto questo, come lo stesso parmigiano reggiano. Insomma una guerra insensata che si protrae da troppo tempo e che finora ha contribuito solo ad un processo autodistruttivo dell’economia italiana ed europea.

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