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lunedì 26 ottobre 2020

UN COMICO CI HA ROVINATO, UN COMICO CI SALVERÀ – Enrico Montesano #byoblu24

 

Enrico Montesano ultimamente manifesta il suo pensiero dissenziente rispetto alla retorica del pensiero dominante, in maniera coraggiosa. Per uno che è sconosciuto e non ha niente è facile mettersi ad urlare alla luna; per chi ha costruito una carriera ed ha tutta una serie di relazioni di livello è più complicato.: arriva subito la macchina del fango. E infatti non sono in tanti, fra gli artisti, a raccontarsi criticando il sistema.

Io sono qui perché la vostra televisione, il vostro canale, mi ricorda quella frase: “Il giornalismo è diffondere ciò che qualcuon non vuole si sappia. Tutto il resto è propaganda“. E io per questo sono qui con voi: perché voi fate un’informazione non propagandistica: non un’informazione che serve a qualcuno.

Grazie per questa medaglia. Me la appunto qui sul petto. Enrico, ci racconti cosa è successo con quegli agenti in borghese nei pressi di Montecitorio?

Io ho parlato civilmente, dieci minuti, con questi due agenti di polizia in borghese. Al nono minuto, dopo aver detto e ridetto le stesse cose e avere elencato tutte le leggi che avrebbero infranto se mi avessero elevato la multa, quindici secondi ho alzato la voce. Poi mi sono messo la mascherina con gli occhiali, per far vedere che ero irriconoscibile ( e questo è contro la legge), infatti si vede che andando via me la tolgo. Sono stato tra i primi, in Italia, a dire all’Adnkronos che la mascherina è inutile e dannosa, come dicono il professor Tarro, il dottor Montanari, la ricercatrice Gatti, ma l’ha ammesso anche il dottor Bassetti, e l’ha detto – se non sbaglio – anche il virologo Palù… In ogni caso non voglio fare polemiche: ho un buon rapporto con gli agenti di polizia. Nelle anteprime invitiamo sempre le famiglie dei carabinieri e dei poliziotti a seguire i nostri spettacoli. Loro hanno eseguito un ordine e stavano facendo il loro lavoro. Casomai è discutibile l’ordine.

Cosa ne pensi delle manifestazioni di Napoli e Roma?

Come hanno fatto con me (tu hai citato la macchina del fango), lì hanno usato quello che io chiamo “il frullamerda”. La tecnica è questa: bisogna denigrare chi non la pensa secondo il pensiero unico, il pensiero politicamente corretto. Le povere mamme che il 5 settembre volevano difendere i loro bambini da certe regole assurde, sono state subito etichettate come “negazioniste”. I leoni da tastiera, i nemici e i servi del potere non hanno neanche un minimo di senso dell’umorismo. Sono musoni, sono incazzati, e vogliono un popolo di depressi e incazzati. Ci vogliono chiusi a casa, senza fare le feste, senza andare al cinema, senza andare a teatro, senza sedersi a bere una birra con gli amici. Vogliono un popolo morto. Salviamo la mera vita, perché respiriamo, mangiamo, ma la vita non è questa. Alla manifestazione di Napoli c’era tanta brava gente. Poi nella folla c’è sempre qualcuno che esagera, non ci si può fare niente. Ma la maggioranza delle persone erano partite iva, commercianti. Però prima che la manifestazione cominci, già se ne parla male: l’importante è denigrare.
Le mamme, ai primi di settembre, avevano delle giustificazioni sante. Cosa è andato in onda? Un matto che ha bruciato la foto del papa. Mettono in cattiva luce qualsiasi manifestazione, anche quella di Napoli. Invece io devo dire: viva il popolo napoletano!

Oggi se tu dovessi tornare a fare satira, che cosa diresti?

Ma guarda che la realtà supera la satira! Siamo animali razionali, abbiamo bisogno di informazioni razionali. Come si fa a fare un decreto che instaura delle regole che non sono attuabili? Io intanto… sta pezza davanti al muso che non serve assolutamente annulla, come dicono tanti amici sulla rete: “è come fermare le zanzare con una grata”. Dobbiamo tenere la distanza su tutto e poi, siccome a Roma non abbiamo i mezzi pubblici, se la gente rispettasse queste distanze per arrivare sul posto di lavoro ci metterebbe due giorni. Ora la satira è rivolta soltanto contro chi contesta queste disposizioni. Quindi è una satira di regime. E secondo me perde un po’ di efficacia: la satira è contro il potere! Infatti quando mi dicono “perché non fate una battuta conntro Salvini e la Meloni?”. Beh, quando stavano al potere gliene abbiamo dette di tutti i colori. Poi io sono fortunato, perché facevo la satira quando fare battute su Gava, Andreotti e altri leader DC non era un delitto come oggi. Anzi, il giorno dopo Andreotti mi mandava un bigliettino. Io dicevo che “era un comico formidabile” e lui mi scriveva: “se vuole che io le venga a fare da spalla sono felice”. Era un’altra Italia, anche perché al potere c’era la Democrazia Cristiana e all’opposizione c’era un fortissimo partito comunista che sosteneva questo tipo di satira, e quindi era più facile farla.

Come la satira, il giornalismo dovrebbe andare contro il potere!

E certo! Perché mi devi “sbertulà a me”, che ho fatto una battuta contro il regime al potere? È facile, no? È come sparare contro la croce rossa. Fammi una battuta contro Casalino, contro Conte, contro Di Maio, contro Fico…

Nel momento in cui tutti vanno nella direzione del fiume che scende verso il mare, quanta fatica costa al salmone risalire la corrente? Per uno che è riconosciuto, acclamato, quanto costa dire “io non sono d’accordo”?

Costa molto. Però io ho deciso, entrando nella mia terza età, nella mia terza fase, di dire quello che penso. Io penso che la libertà di pensiero, la libertà di epsressione, sia la più importante. Qualcuno mi ha detto: “Mah.. te la sei presa con la mascherina”. Non hanno capito che era opponendoci alla mascherina che dimostravamo la nostra voglia di libertà. Dietro alla mascherina c’è la difesa della libertà, e dietro quella difesa ci sono tutte le altre: c’è la libertà di lavorare, per esempio, che a noi attori è stata tolta. La sala cinematografica è morta come è morto il teatro dal vivo, soprattutto quello privato. C’è il teatro convenzionato, che loro possono controllare, e c’è il teatro libero, quello che si finanzia con i suoi soldi, il teatro privato. Siccome il teatro non si controlla tanto bene, hanno detto che il teatro non è essenziale. Cioè, il primo ministro e il ministro della Cultura ritengono che il teatro non sia una cosa essenziale per il Paese. Intanto, se chiudi il teatro non mi fai lavorare, e allora cosa facciamo: il reddito universale? Stiamo tutti a casa e tu mi mandi i soldi sul conto corrente? Forse è questo uno degli obiettivi.

E poi c’è il calcio, che invece…

Io sono un amante del calcio: in uno stadio di 70 mila persone perché ne devono entrare mille? E invece, su un aereo, che è una fusoliera stretta e lunga dove si respira aria riciclata, con la mascherina, stiamo tutti vicini vicini… E vogliamo parlare della mobilità nelle nostre grandi città? Sono 30 anni che se ne parla. Noi a Roma abbiamo una situazione drammatica. Lì stanno tutti ammucchiati, e poi ce la prendiamo con i bambini a scuola. Le persone, per mettersi in regola, molto giudiziosamente, hanno speso soldi. Le gelaterie, i ristoranti, i teatri… e adesso, li chiudi? È un danno gravissimo: arriveremo al punto in cui le misure per contrastare il virus uccideranno più del virus. La Merkel ai tedeschi ha detto: “Usate il boun senso”, “tenete la distanza”, “rispettate le regole di buon comportamento”. Mi sembra assurdo che un decreto del Consiglio dei Ministri debba dirci di lavare le mani: a me lo dice la mamma, la nonna, i genitori. Non andate vicino alle persone, non gli si fiata in faccia, mantenete una distanza di sicurezza, ma non chiudete tutto li Paese. I problemi economici saranno gravissimi, mi dispiace. Purtroppo la gente è impaurita, è terrorizzata. D’altronde sono mesi che la prima parola che sento, se malauguratamente accendo un canale generalista prima di andare a letto, è “Covid”, è “lockdown”. Tutti questi inglesismi che odio. I giornalisti sono responsabili: “il triage”, “il lockdown”, “la privacy”… dovrebbero usare l’italiano. Studiamo l’inglese ma parliamo l’italiano.

Cosa ne pensi di tutti questi -ismi che si sono inventati in questi anni? I negazionisti, i sovranisti…

Sono “stronzismi”. Basta mettere un etichetta. Fanno comodo, è propaganda. Il Covid ha diviso gli italiani più di quanto già non lo fossero, e questo mi dispiace molto. Altro che fratelli d’Italia: fratelli coltelli! Se sei un minimo critico sei un “negazionista”, termine terribile che non andrebbe usato, perché offende i milioni di morti dell’Olocausto.

Grillo diceva “una risata li seppellirà tutti”.

Non era una frase di Grillo. Lo dicevano nel ’68… “la fantasia al potere”, “una risata vi seppellirà”, forse Grillo se ne è appropriato.

Quale slogan useresti tu, oggi?

Adesso me l’hai strappata, perché hai parlato di Grillo: “Un comico ci ha rovinato, un comico ci salverà”.

Ti stai candidando?

No: come voce libera, come voce di oppposizione. Io penso che servano persone che facciano dei distinguo, che facciano un minimo di critica. La critica è il sale della democrazia, la libertà di pensiero, di parola… Io sono nato dopo la guerra, però mio nonno mi raccontava… Queste chiusure così non c’erano neanche durante l’occupazione tedesca di Roma. I teatri continuavano a lavorare, la vita si svolgeva. C’era il coprifuoco, ma perché c’era il “fuoco”. Ma qui, perché devi dire”coprifuoco”? Ci stanno sparando? Ma poi il coprifuoco era breve: non andava dalle 23 alle 18. Quando suonava la sirena, arrivavano i bombardieri e si scappava per un po’ nei rifugi. Oggi scappiamo nei rifugi quando arriva un Decreto, perché è peggio di un bombardamento.

Il tuo canale Youtube fa grandissimi numeri. Come è nato?

L’ho aperto perchè eravamo in “locchidaun” (come dicono quelli): mi sono immedesimato con le famiglie che stavano a casa, con i bambini, e non avevano una casa grande. Allora ho cominciato a fare i miei personaggi, che facevano un po’ di satira: Torquato il Pensionato, con la nipote, che cerca di farsi il bonus vacanze; poi Fermo Blas, per gli amici Blas Femo; ogni tanto la romantica donna inglese, il figlio di papà… Poi piano piano ho cominciato a leggere delle cose che hanno avuto successo. Adesso io leggo dei filosofi, degli scrittori che ci aiutano a capire quale sia la situazione di oggi. Mi piace molto essere un tramite, come attore-divulgatore: io do la voce e il volto alla parola di grandi scrittori. Ho cominciato con Castaneda, poi il professor Agamben, Carlos Castaneda, Michel Onfray… Ma ce ne sono tanti di scrittori che possono aiutarci.

I tuoi colleghi che ti dicono?

Mah… Io sento un gran silenzio.

Anche privatamente, tra di voi?

Qualcuno m’ha detto: “Sì, bene..”, ma in generale il mondo dello spettacolo è silente. È molto silente, stanno tutti un po’ accucciati. Hanno timore di perdere le posizioni che hanno, di inimicarsi qualcuno. Questo lo posso capire, è umano. Per essere un uomo libero non devi avere nulla da difendere. Soprattutto i nomi di cartello. Però ci sono tanti altri attori che iniziano ad avere seri problemi. Ballerini, mimi.. tutti quelli che agiscono su un palcoscenico. Mi piacerebbe che qualcuno cominciasse a dire quello che pensa.

Un vero peccato, perché se la gente dello spettacolo desse un segnale, anche la gente troverebbe il coraggio di contestare alcune logiche criticabili. Ti ringraziamo in tanti per quello che stai facendo, perché quando siamo bombardati da un unico fascio di luce, perdiamo tutte le sfumature. Chi apporta correnti, visioni laterali, è sempre stato una ricchezza, mentre improvvisamente oggi sta diventato un nemico da combattere. E invece no: è una ricchezza e va conservata.

Vorrei aggiungere che con queste cose molte persone ci hanno abbandonato, ma ho trovato tantissimi amici nuovi, tantissimi seguaci, e devo dire che sono tantissimi e mi incoraggiano ad andare avanti, per cercare di vedere tutte le sfumature.

Sai che stiamo cercando di fare una nuova televisione? Chissà mai che un giorno potremo fare un nostro “Fantastico”, con Enrico Montesano che dirige e fa da mattatore. [ndr: fa il gesto del pollice in su] Grazie Enrico, ti saluto!

Grazie a voi.

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