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giovedì 1 ottobre 2020

L'accusa di Mosca davanti all'ONU: «Navalny lavora con la CIA»...



Il portavoce del Cremlino: «Non è il paziente che lavora con i servizi speciali occidentali, sono i servizi speciali che lavorano con lui». Intanto Mosca accusa Berlino di provocazione davanti all'ONU

La Russia ha informazioni secondo cui Alexey Navalny sta lavorando con la CIA e ha ricevuto istruzioni più di una volta. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. «Non è il paziente che lavora con i servizi speciali occidentali, sono i servizi speciali occidentali che lavorano con lui, queste sono le parole precise. Sì, ne siamo stati informati e posso anche essere più preciso: lo staff della Cia sta lavorando con lui oggi. Non è la prima volta che riceve istruzioni diverse», ha detto.

«Accuse Navalny contro Putin sono inaccettabili»

«Le accuse di Navalny contro Putin sono senza fondamento, sono un insulto e sono inaccettabili». Lo ha detto il portavoce del Cremlino dopo l'intervista del leader dell'opposizione avvelenato ad agosto, che ha accusato il presidente russo di essere dietro al suo avvelenamento.

Peskov ha definito «estremamente offensive» le dichiarazioni di Navalny su Putin e ha annunciato che la Russia intende «indagare sul caso con il paziente di Berlino e determinare le ragioni di quanto accaduto». E per farlo «abbiamo bisogno delle informazioni da coloro che hanno trovato tracce di veleno nelle analisi».

Alla domanda su un coinvolgimento di Putin nel salvare la vita di Navalny, Peskov ha detto di non poter confermare l'informazione ma «di sapere con certezza che i medici di Omsk sono stati coinvolti nel salvataggio». Le accuse di Navalny a Putin sono il tentativo di ergersi allo stesso livello di Putin «atteggiandosi come se partecipasse alla competizione politica».

L'intervista di Navalny allo Spiegel

«Sono sicuro che dietro al mio avvelenamento ci sia Putin». Lo ha detto il leader dell'opposizione russa Aleksey Navalny in un'intervista allo Spiegel. Navalny è stato trasportato dalla Russia a Berlino ad agosto dopo essere stato avvelenato. E' stato curato nell'ospedale Charite e gli esami condotti dalle autorità tedesche hanno mostrato un avvelenamento da agente nervino potenzialmente mortale.

«Non ho un'altra versione di quello che è accaduto», ha detto allo Spiegel secondo un estratto dell'intervista che verrà pubblicata nelle prossime ore integralmente. «Non senti nessun dolore ma sai che stai morendo», ha aggiunto Navalny parlando del momento in cui l'agente nervino ha iniziato a fare effetto mentre si trovava in volo dalla Siberia a Mosca.

L'oppositore russo ha dichiarato di voler tornare in Russia e di non avere paura: «Voglio restare impavido. Non ho paura».

Nell'intervista Navalny ringrazia la Germania, con cui «non ho mai avuto stretti legami» e dove «non conoscevo un solo politico» per averlo accolto: «La mia voce trema, sono diventato così sdolcinato - dice allo Spiegel nella prima intervista rilasciata dopo essere stato dimesso dall'ospedale berlinese - grazie ai politici tedeschi e Angela Merkel e a tutte le persone mi hanno salvato la vita».

«I medici del Charité mi hanno salvato la vita una seconda volta e, cosa più importante, mi hanno restituito la mia personalità. Ecco perché voglio dire prima di tutto: mi sento immensamente grato a tutti i tedeschi. So che ora suona un po 'patetico, ma la Germania è diventato un paese speciale per me», prosegue.

L'oppositore russo dice di state «molto meglio di tre settimane fa e miglioro ogni giorno», ma «la cosa più importante per me è che le mie capacità mentali siano tornate». Navalny, però, ammette che nonostante i progressi fatti, come salire le scale e stare su una gamba sola, non riesce a dormire: «Questo è il mio problema più grande. Ridevo delle persone con problemi di sonno, perché non li avevo mai avuti. Ma poi è arrivato il coma, l'anestesia, i narcotici, quel lungo stato di limbo quando non dormivo né ero sveglio. Da allora non sono più riuscito ad addormentarmi senza sonniferi».

Mosca accusa Berlino di provocazione davanti all'ONU

La Russia ha accusato la Germania di «provocazione» dopo l'intervento del suo ministro degli Esteri di fronte all'Assemblea generale delle Nazioni Unite sul sospetto avvelenamento dell'oppositore russo Alexei Navalny.

Nel suo video discorso all'Assemblea generale delle Nazioni Unite ieri, il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha affermato che «una simile violazione (del divieto di armi chimiche, ndr), come siamo stati in grado di dimostrare con i nostri partner nel caso dell'avvelenamento di Alexey Navalny, è un problema per l'insieme della comunità degli Stati» e ha invitato la Russia «a fare di più per chiarire la questione».

«Sembra una provocazione quella che la Germania si sia servita questa volta dall'alta piattaforma dell'Onu per ripetere queste accuse infondate sul cosiddetto uso di una sostanza militare tossica contro A. Navalny», ha reagito la diplomazia russa in una dichiarazione. Ha denunciato «invenzioni pubbliche» che per Mosca costituiscono «il perseguimento di una linea anti-russa apertamente ostile da Berlino» e ancora una volta ha accusato la Germania di rifiutarsi di cooperare con la Russia in questa vicenda.





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