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domenica 25 ottobre 2020

24/10/2020 23:22 CEST Le Regioni dicono no al piano del governo

 


Riunione notturna sulle chiusure di bar, ristoranti, palestre, cinema e teatri. Emergono le distanze e Conte è costretto ad annullare la conferenza stampa. Il Dpcm dovrebbe arrivare domenica, ma sarà una lunga mediazione-


By Pietro Salvatori

Riunione notturna sulle chiusure di bar, ristoranti, palestre, cinema e teatri. Emergono le distanze e Conte è costretto ad annullare la conferenza stampa. Il Dpcm dovrebbe arrivare domenica, ma sarà una lunga mediazione.

Bellanova capisce di essere in minoranza, pretende che il dpcm sia varato in concomitanza con il decreto già definito “Ristoro”, quello che dovrebbe contenere gli aiuti per le categorie colpite. Roberto Gualtieri, anche lui presente al vertice, la rassicura, si stanno dragando tutti gli avanzi di cassa, la stesura è già a buon punto, Conte assicura che entro lunedì sarà in Consiglio dei ministri.

Rimane insoluto il problema della mobilità fra Regioni, Boccia si incarica di portarlo in discussione con i governatori. La riunione viene sciolta, alle 15 le misure sono sottoposte al Cts che le valida, avanza un’obiezione sulla necessità di chiudere anche le fiere nazionali e internazionali e di lasciare aperti i locali per il pranzo della domenica, con lo scopo di diminuire la possibilità di aggregazioni familiari. Il premier, a quel punto, accarezza l’idea di parlare al paese già nella sera di sabato. L’intoppo però è a un passo.

Alle 16 il ministro degli Affari regionali si collega con i presidenti. Un confronto cordiale, ma serrato. I governatori del Nord hanno dubbi, il piemontese Cirio non capisce perché un bar possa rimanere aperto fino le 18 e una palestra no, il friulano Fedriga spiega che occorrono evidenze scientifiche per una stretta così dura a carico solo di un pezzo della realtà produttiva, le province si accodano, spiegando che altrimenti verrebbero vanificati gli sforzi per i protocolli, dalla Calabria e dal presidente dell’Anci Decaro si sottolinea una forte penalizzazione per il Sud, abituato a orari che slittano più in là nella giornata, e per i piccoli borghi. Boccia mette sul tavolo il problema della mobilità tra le Regioni: “Ve lo sottopongo affinché si decida insieme. La nostra posizione è che al momento non sia necessario, ma decidiamo insieme, non facciamo che poi c’è chi va per conto suo”.

La riunione si aggiorna, i presidenti si fermano tra loro per elaborare le proposte. Il documento che arriva sul tavolo del governo dopo meno di un’ora non fa menzione della mobilità, ma spariglia ancora le carte in tavola. I governatori chiedono che i ristoranti rimangano aperti almeno fino alle 23, i bar alle 20, e che la didattica a distanza nei licei e negli istituti professionali sia al 100%, oltre a chiedere una valutazione,dati epidemiologici alla mano, su palestre, piscine, teatri e cinema.

L’idea di una conferenza stampa serale svanisce, sono quasi le 22 di sera quando Conte riconvoca tutti per fare il punto della situazione. Il dpcm sarà firmato domenica, seguirà solita conferenza stampa. “Sperando che non sia troppo tardi”, confessa a tarda sera un ministro.

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