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giovedì 17 settembre 2020

La Stampa -- Omicidio Willy, il lusso dei fratelli Bianchi e gli altri della banda: ma percepivano il reddito di cittadinanza


Omicidio Willy Monteiro Duarte, il folle video postato poche ore dopo il pestaggio mortale scatena la rabbia sui social

La scoperta durante l’indagine. Secondo le Fiamme Gialle non ne avevano diritto

Come il padre Ruggero anche i fratelli Marco e Gabriele, arrestati per la morte di Willy Monteiro Duarte, percepiscono il reddito di cittadinanza. La scoperta è stata fatta a seguito di indagini patrimoniali sulla famiglia Bianchi di cui alcuni componenti risulterebbero nullatenenti e per questo percettori del reddito di cittadinanza. Marco e Gabriele Bianchi, quest'ultimo da poco tempo proprietario di una frutteria, ostentavano da tempo anche sui social un tenore di vita superiore alle entrate dichiarate: suv, barche, vestiti griffati e vacanze di lusso. Gli accertamenti patrimoniali sono scattati dopo l'arresto per la morte del ventunenne massacrato di botte perché aveva tentato di sedare una rissa nella quale era rimasto coinvolto un amico.

A disporre l’indagine patrimoniale è stato il pm della procura di Velletri Luigi Paoletti. In particolare dopo le immagini che hanno fatto il giro del mondo e pubblicate sui social dai fratelli Bianchi e nelle quali si nota l’ostentazione del lusso. Auto, gioielli, colazioni su terrazze con affaccio sul mare, orologi e stanze in hotel cinque stelle. Era inevitabile che la procura non cercasse di capire quale fosse il reale stato patrimoniale della famiglia, soprattutto perché nessuno, a parte Gabriele Bianchi che, con l’aiuto del suocero aveva aperto una frutteria, aveva un lavoro.

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Il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, in un'interrogazione al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, chiedono «se è vero che i giovani in questione erano già segnalati alle forze dell’ordine avendo numerosi precedenti per aggressioni e spaccio di stupefacenti». «Ci si chiede – prosegue l’interrogazione – come sia possibile che fosse loro corrisposto il reddito di cittadinanza». 

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Si ripropone quindi, «l’annosa questione di un sussidio che è assegnato ed erogato senza alcun controlli da parte delle autorità preposte o Stato, già sollevata in numerose occasioni e a fronte delle frequenti notizie di cronaca che riportano che il beneficio sarebbe stato riconosciuto in favore di soggetti che non ne avevano diritto».

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Lollobrigida chiede poi quali iniziative il ministro «intenda assumere per procedere in tempi rapidi alla revoca del beneficio e affinché i soggetti citati provvedano alla restituzione di quanto ingiustamente percepito; se non ritenga di garantire meccanismi più efficaci di controllo sull’erogazione del reddito di cittadinanza».

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«Non abbiamo mai ricevuto o chiesto il reddito di cittadinanza». E' quanto hanno affermato Marco e Gabriele Bianchi agli inquirenti, in base a quanto riferisce il loro difensore Massimiliano Pica. «In sede di interrogatorio i miei assistiti - spiega Pica - hanno affermato di non avere mai ricevuto il reddito di cittadinanza. Di non sapere neanche di cosa si tratta».

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