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giovedì 23 luglio 2020

By Angela Mauro x HuffingtonPost - Tocca a Ursula von der Leyen riparare i guasti dei leader...ci riuscirà?????

BRUSSELS, BELGIUM - JULY 23: European Commission President Ursula Von Der Leyen (2nd L) and European...

PS: << Ora tutti aspettano lei. Fare presto, sembra l’indicazione della maggioranza in aula dove c’è anche molta attesa per i negoziati sul bilancio da intraprendere con la presidenza di turno tedesca. Entro fine anno il budget deve essere approvato. Ricordando che " L’Europarlamento ha potere di veto"....sempre!
umberto marabese
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Ursula von der Leyen è rimasta pressochè in silenzio nei lunghissimi giorni di trattative del Consiglio europeo sul pacchetto anti-crisi ‘Next generation Eu’. Assente dal palcoscenico dei negoziati, occupato dagli scontri tra l’olandese Mark Rutte e Giuseppe Conte con Angela Merkel nel backstage. Ma ora la presidente della Commissione, ‘madrina’ del ‘Next Generation Eu’, pur soddisfatta dell’intesa raggiunta sul ‘suo’ recovery plan, non nasconde la delusione per i tagli decisi dai leader al bilancio pluriennale 2021-27, fermo a 1.074 miliardi di euro. Intervenendo in un’aula del Parlamento europeo delusa per lo stesso motivo, von der Leyen parla di “luci” e “ombre”. Toccherà a lei riparare le lacune dei leader. O almeno, provarci.
Di certo, gli occhi degli eurodeputati - che in tutti i gruppi politici mai come questa volta condividono critiche pesanti ai tagli decisi dai capi di Stato e di governo sui programmi per la ricerca, digitale, immigrazione – sono puntati sulla Commissione europea, oltre che sulle trattative sul bilancio pluriennale dell’Ue che a breve inizieranno tra Eurocamera e presidenza di turno tedesca...

Perché a von der Leyen toccherà presentare le proposte legislative per l’istituzione di nuove risorse proprie europee, fondamentali per ripagare il debito che la Commissione accumulerà per emettere i recovery bond. L’intesa dei leader prevede l’introduzione della tassa sulla plastica a gennaio 2021 e quella su carbone e digitale a partire dal 2023, con una proposta da parte della Commissione già l’anno prossimo. 
Oggi intanto la Commissione lancia una consultazione pubblica sul sistema di tassazione del settore energia, per rivedere i sussisi alle fonti fossili, e sul carbone, per incentivare le aziende a non orientarsi su questa fonti di energia in Europa e nei paesi terzi. 
“L’Europa deve usare la tassazione per raggiungere i propri obiettivi climatici in modo socialmente giusto - dice il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni  - La direttiva sulla tassazione dell’energia e il meccanismo di adeguamento delle frontiere del carbone costituiranno una parte fondamentale del nostro lavoro. Ecco perché oggi lanciamo queste due consultazioni pubbliche: vogliamo sentire gli europei e tutte le parti interessate su come dovrebbero essere queste regole. Dobbiamo garantire che le nostre norme fiscali siano in grado di aiutare l’Europa a riprendersi dalla crisi del coronavirus e ad accelerare la sua transizione verde verso un continente neutrale dal punto di vista climatico”.
Ma si tratta ancora solo di consultazioni pubbliche, non di raccomandazioni della Commissione ai paesi membri. E’ ancora poco.
Sempre a von der Leyen e la sua squadra toccherà avanzare una proposta legislativa per chiarire le condizionalità che vincolano i fondi europei al rispetto dello stato di diritto. Nell’accordo dei leader questo punto è stato abbastanza allegerito, ma resta ambiguo. Per la prima volta le risorse vengono legate al rispetto dei diritti ma il meccanismo non è senza scampo (maggioranza rafforzata in Consiglio Ue). Tanto che anche l’ungherese Viktor Orban e il polacco Mateusz Morawiecki, leader nel mirino di Bruxelles per violazioni dello stato di diritto, esultano per il compromesso raggiunto. In aula il presidente dei Popolari Manfred Weber chiede “chiarezza” su questo tema.
Gli interventi sono tutti critici con le disposizioni del Consiglio Ue sul bilancio. “Per la prima volta nella storia dell’Unione, gli Stati membri hanno concordato l’emissione di debito comune, qualcosa di impensabile qualche mese fa”, premette la presidente dei Socialisti&Democratici Iratxe Garcia Perez. Ma, continua “non condividiamo lo stesso ottimismo” che c’è sul Recovery Fund “in materia di proposta per il quadro finanziario pluriennale. Gli S&D non accetteranno i tagli previsti per gli obiettivi a lungo termine, che devono invece portare a rafforzare la nostra indipendenza strategica. Avremo negoziati che speriamo inizieranno quanto prima e lavoreremo per aumentare gli investimenti per programmi come Life, Horizon, Europa digitale, oltre che per le aree di sviluppo e cooperazione umanitaria”.
Il Verde belga Philippe Lamberts non usa mezzi termini. Se la prende con i piccoli Stati del nord. Il premier olandese Mark Rutte, “liberale”, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, “popolare” e i “socialisti scandinavi” Stefan Loefven (Svezia), Mette Frederiksen (Danimarca) e Sanna Marin (Finlandia), “si definiscono frugali, ma io direi ‘radins’”, cioè tirchi, spilorci, taccagni. “Se sono onesti, spiegheranno ai loro cittadini quanto i loro Paesi hanno beneficiato dell’Ue”.
Il liberale Guy Verhofstadt si sofferma anche sul fatto che l’intesa dei leader non contempla alcun ruolo per il Parlamento, unica istituzione europea eletta direttamente dai cittadini, nella gestione del recovery fund: “Raccogliamo 750 miliardi senza alcun controllo democratico! Ma mica siamo in Cina o Russia! Noi siamo l’Europa democratica!”. Il sovranista Nicolas Bay di Identità e democrazia parla di Parlamento costretto nel ruolo di “figurante”.
Gli umori in aula si dividono tra l’apprezzamento per l’intesa sul recovery fund e le critiche ai tagli operati al bilancio. La risoluzione di maggioranza che viene messa ai voti contiene entrambi gli aspetti, toni durissimi sulla seconda parte.
Von der Leyen cerca di limitare i danni già oggi in aula. La presidente promette “un ruolo chiave” dell’Europarlamento nella governance del ‘Next Generation Eu’. E si duole per “il lato negativo” dell’intesa, “abbiamo un bilancio molto magro”, con tagli “spiacevoli” a “molti programmi, come Horizon”, il programma che finanzia la ricerca, “all’essenziale programma per la salute”, e ancora “a Invest Eu”, l’erede del Piano Juncker. “Tutti questi programmi - continua von der Leyen - sono stati aumentati, ma non quanto avremmo voluto. Credo che la dimensione dei nostri fondi per la dimensione esterna sia davvero preoccupante: il valore dei programmi Ue” fuori dai confini dell’Unione “supera di gran lunga costi degli stessi. Questo Mff è una pillola difficile da ingoiare” per la Commissione, “e so che quest’Aula la pensa allo stesso modo”. Ma, “anche qui”, nota von der Leyen, dovremmo fare “un passo indietro” e considerare che, a causa dell’uscita del Regno Unito, mancano all’appello “circa 70 mld. Siamo riusciti a coprire quasi tutto il gap”. Inoltre, “con Next Generation Eu”, al bilancio 2021-27 “si aggiunge una potenza di fuoco massiccia e senza precedenti”, conclude.
Ora tutti aspettano lei. Fare presto, sembra l’indicazione della maggioranza in aula dove c’è anche molta attesa per i negoziati sul bilancio da intraprendere con la presidenza di turno tedesca. Entro fine anno il budget deve essere approvato. L’Europarlamento ha potere di veto.---

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