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domenica 28 giugno 2020

Mattia Feltri Direttore HuffPost - Un grillino che passa alla Lega tradisce questo Governo? E se resta tradisce il precedente Governo?

salvini   -   Lega                                                      bonafede   -   M5S

Soldatini e traditori

Un grillino che passa alla Lega tradisce questo Governo? E se resta tradisce il precedente Governo? In ogni caso tradisce gli elettori, a cui era stato detto mai con la Lega, mai con Renzi, mai col Pd. Leggano Simone Weil, che M5S sbandierava senza conoscere

bonafede
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Simone Weil? Che fine ha fatto? Ve li ricordate i cinque stelle, mentre lucidavano l’apriscatole per l’esordio in Parlamento, impugnare il Manifesto per la soppressione dei partiti politici, come libretto rosso del terzo millennio? Loro no che non erano un partito, erano un movimento: non avevano il capo politico, non avevano gerarchie nemmeno in apparenza, non erano dotati di competenze perché la competenza era corruzione dell’integra spontaneità, e avrebbero legiferato secondo la volontà generale rousseauiana espressa grazie alla Rete, non avrebbero tenuto riunioni nelle stanze del potere o nelle ville dal blasone, ma in streaming, en plein air, e non avrebbero disposto dell’assenza di vincolo di mandato poiché loro, in coscienza, si sentono vincolati agli elettori, e quindi vietato cambiare idea, vietato cambiare casacca o schieramento....

E lo dicevano con quel libriccino, scritto da Simone Weil nel 1943, in punta di lingua, senza averlo letto o senza averlo capito. Così ora il capo politico ce l’hanno, la gerarchia ce l’hanno, la competenza ancora no, ma rimpiazzata dalla presunzione d’averne maturata una, e tanti saluti alla Rete e alla volontà generale, e tanti saluti anche allo streaming, via cartolina da Villa Pamphili.
Rimane qualche richiamo al vincolo di mandato, soprattutto ora che qualcuno dei cinque stelle sconfina all’opposizione, e forse altri ne seguiranno a rendere instabile o inesistente la maggioranza. Il ministro Alfonso Bonafede ha avuto da ridire con Matteo Salvini che si gloria dell’ospitalità ai fuoriusciti, degnati del titolo di traditori dal ministro: “Quando una persona non vuole più stare in una forza politica, e ci mancherebbe, ma a quel punto fai la valigia e ti dimetti (la sintassi è sua, ndr)”. Bonafede lo dice poiché, insieme con molti colleghi cittadini, aveva supposto che Simone Weil, proponendo la soppressione dei partiti, intendesse fra l’altro un legame fra l’eletto e l’elettore, e mai – male assoluto! – un legame fra l’eletto e il suo capo. In realtà era solidamente persuasa che l’eletto avesse un legame solamente con la sua coscienza (sempre che ne possieda una), poiché ogni uomo è in grado di esprimere niente più dei suoi convincimenti, e mai quelli di un capo e tantomeno dell’elettore, altrimenti ne diviene schiavo e dunque, sì, traditore di sé stesso. E poi questa basilare, essenziale, non complicatissima dottrina è alla base dell’assenza di vincolo di mandato in ogni democrazia liberale.
Niente. Non l’hanno letta o non l’hanno capita. E vanno avanti con quelle fuffe armate dalla buona fede, l’estremo rifugio degli sciocchi.
Ma c’è un punto ulteriore che merita un passaggio. È stato il fervido e febbrile lavorio dei trasformisti, legislatura dopo legislatura, a sollecitare ai grillini un nerboruto richiamo all’onestà, e dunque al vincolo di mandato. Tutti quei peones emigrati di qui o di là, a sconvolgere e ricostruire maggioranze, con la forza improvvisamente risolutiva del loro unico seggio, o i famosi cespugli, i partiti 2.0 – intesa come percentuale – che chiamano ago della bilancia il loro potere di ricatto.
La grande novità di questa legislatura è che a cambiare maggioranze, schieramenti e pertanto governi non sono i piccini o i solitari, ma i partiti maggiori. La Lega, anzitutto, in campagna elettorale con Forza Italia e Fratelli d’Italia, e mezzora dopo al governo coi cinque stelle, fino al rifiuto del Papeete. E i cinque stelle medesimi – spettacolari – che proclamavano la stentorea indisponibilità ad alleanze – mai con la Lega, mai con Renzi, mai col Pd – e poi si sono messi con chiunque, con una spigliatezza di facilissimi costumi. Non sembra una legislatura, sembra un congresso carnale.
Ora, un grillino che passa alla Lega, di che cosa è traditore? Di questo governo? E se resta in questo governo è traditore del precedente? E in ogni caso è traditore doppio e triplo degli elettori cui era stato detto mai con la Lega, mai con Renzi, mai col Pd?
Ecco, Simone Weil voleva dire che nessun eletto può essere ridotto a soldatino di un capo, il quale creda di giocarsi, in nome del popolo – nome bestemmiato – delle truppe a suo piacimento, a suo vantaggio e a sua maggior gloria. Questi capi, diceva, sono i nemici irriducibili del popolo e della democrazia.
Ecco che fine ha fatto Simone Weil: tutto come previsto.

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