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martedì 14 aprile 2020

x Huffgton Angela Mauro - Veleno Mes nella maggioranza

Veleno Mes nella


In vista del consiglio Ue, il Salva Stati spacca la coalizione: sì per Pd e Iv, no per M5s. Ok di Dombrovskis ai recovery bond ma la scelta sta agli Stati membri: resta no del nord.



By Angela Mauro
Non è bastato il no di Giuseppe Conte all’uso dei fondi del Meccanismo europeo di stabilità per ricompattare la maggioranza di governo. A meno di una settimana dal cruciale consiglio europeo del 23 aprile, in Italia il dibattito sul Mes spinge Pd e M5s su barricate opposte: i Dem non lo escludono, i cinquestelle restano sul no. Un dibattito che è solo l’antipasto di quello che accadrà dopo il summit dei leader Ue in videoconferenza, secondo fonti di maggioranza. Il premier ci va con l’intenzione di “combattere fino in fondo la battaglia degli eurobond”, parole sue della scorsa settimana, ma finora le speranze di ottenere che il fondo per la ripresa europeo parta nel giro di qualche mese sono ridotte al lumicino....



L’apertura del vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ai recovery bond viene infatti apprezzata a Roma ma non è ritenuta sufficiente per cantare vittoria. Perché sono sempre gli Stati membri che decidono e sugli eurobond resta il no dell’Olanda e di altri Stati del nord. Difficile, se non impossibile, che il muro si possa scalfire già il 23 aprile prossimo.
Ad ogni modo, in un’intervista al quotidiano economico tedesco Handelsblatt, Dombrovskis, punto di riferimento dei paesi rigoristi anche nella Commissione von der Leyen, ammette che “nessuno ha finora chiesto crediti al Mes, e non ci sono ancora segnali che un qualche governo lo voglia fare”. Poi annuncia che la Commissione europea intende lavorare ad un fondo per la ricostruzione per affrontare la crisi del coronavirus, che sarà finanziato con obbligazioni "sostenute da una garanzia degli Stati membri". L'importo in discussione è di un ordine di grandezza di 1,5 trilioni di euro, dice. "Potrei immaginare un tale quadro finanziario", precisa. Ne discuteranno i leader il prossimo 23 aprile, ma gli esiti della discussione sono tutti da vedere, a giudicare come è andato finora il dibattito sugli eurobond, boccati dai veti del nord.
E’ anche per questa incertezza che pesa sulla battaglia avviata dal governo, che già da ora, a dieci giorni dal consiglio europeo, si scatena il dibattito sul Mes, unico fondo con risorse fresche disponibili in poche settimane: 410 miliardi di euro dei quali 240 verrebbe utilizzati per l’emergenza sanitaria del coronavirus, divisi per paese con una percentuale pari al 2 per cento del pil. Romano Prodi difende la possibilità di usarlo: “Non è più condizionato, non capisco più il mio Paese. Io sarei per usarlo”.
Nei giorni scorsi, su questa stessa posizione si è espresso il presidente del Parlamento europeo David Sassoli in un’intervista a Repubblica. E oggi, dopo Matteo Renzi e i Dem Graziano Delrio e Andrea Marcucci, parla il segretario del Pd Nicola Zingaretti: "La partita la sta seguendo Conte con le istituzioni Ue. Vedremo l'esito, ma se la nostra sovranità sarà garantita e l'Europa ci darà dei soldi per la sanità italiana allora dovremo ragionare come Regioni sul perché non dovremmo usufruirne... Ma questo, dopo gli appuntamenti europei”.
Insomma, il Pd è a favore della possibilità di usare i 36 miliardi (2 per cento del pil) a disposizione con il fondo Salva Stati, secondo una linea di credito senza condizioni per le spese sanitarie legate all’emergenza. Sì, anche se dopo l’emergenza questo potrebbe significare dover intraprendere un cammino di rientro nelle regole del Patto di stabilità e crescita, ora sospeso per la crisi coronavirus. Questione che comunque riguarderà tutti gli Stati europei indeboliti dalla pandemia, solo che naturalmente peserà di più sui paesi con un debito più alto ed evidentemente destinato a crescere sull’onda dell’emergenza.
E invece per il M5s resta il no: "La condizionalità esiste a prescindere - spiegano fonti del Movimento all'AdnKronos - Una volta superata l'emergenza, per l'Italia, semmai facesse ricorso al Fondo Salva Stati, arriverebbero i guai, facendo scattare le rigide regole del Mes".
"Ogni volta che gli italiani devono essere convinti a mandar giù una purga, arriva Romano Prodi che tira fuori dal cilindro l'olio di ricino da somministrare - dice la senatrice del M5s Barbara Lezzi - Sempre pronto, secondo convenienza (la sua naturalmente), a passare dal sì Euro all'Euro a due velocità, dal sì Eurobond a forse Eurobond, dal sì Mes al forse Mes, dal no Mes al sì Mes senza condizionalità. Un facile escamotage per avere sempre ragione".
Si tiene fuori dalle polemiche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che dopo l’accordo in Eurogruppo la scorsa settimana sottolineava che “l’Italia non ha bisogno del Mes”. Esattamente come Conte in conferenza stampa venerdì scorso. Solo che sull’argomento la temperatura in maggioranza è già salita, ben prima di attendere gli esisti del consiglio europeo del 23 aprile.



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