Art. N.° 1 - «L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.»

PS: Mi sia permesso di esprimere il mio pensiero politico in riferimento al Decreto Legge  del Governo di ieri. Grazie
umberto marabese
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10. 03. 2020

Seppur con molte incoerenze e molta tardiva tempestività, le decisioni dettate dal Governo ieri, sono da "rispettare assolutamente". Lo stesso Governo però si è dimenticato di che cosa sopravvive il 99% del popolo italiano..."il lavoro"... inteso nella sua complessiva articolazione: dal Datore di lavoro alla persona che fa le pulizie.
Quindi, se si segue..."e lo si deve fare assolutamente"...il Decreto Legge avrebbe... "dovuto assolutamente"...tener presente che  così facendo,  viene a mancare il lavoro e quindi il fatturato,  a cascata quindi i salari, gli stipendi per i lavoratori. Una domanda forse poco pertinente: con che denaro può pagare le varie e innumerevole bollette( acqua, luce, gas...) chi per questo periodo viene lasciato "a casa"...e tutti coloro che perderanno il posto di lavoro ...perche il lavoro non esiste più?"
Appellandomi alla Nostra Costituzione( una volta tanto senza nominare senza alcuna prova la parola...fascismo, populismo, sovranismo ...ecc.ecc) che è ancora la "nostra via maestra", e all'Art. N:1 - Dice:

«L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.»

Chi Governa, alla fine e secondo me, dovrebbe "ESONERARE TUTTI DAL PAGARE MUTUI, LUCE, GAS, TELEFONO E SOPRATUTTO FERMARE I LICENZIAMENTI PER UN TEMPO EQUO DOPO LA RIPRESA".
Solo così voi del Governo potreste dimostrare che Leggi o Decreti Leggi ..."molto significativi come questo"...servono anche ai lavoratori che in questi momenti sono sulla strada con davanti un grosso cartello: "STOP! TORNATE A CASA E RESTATECI". 
Altrimenti per pagare le spese o per mangiare, o per conservare il posto di lavoro..."ci sarà sempre chi rischia...".

umberto marabese