Pagine

giovedì 9 gennaio 2020

Maurizio Blondet - DIGNITA’ E CORAGGIO DI ABDUL MAHDI // LA “AGGRESSIONE” DELL’IRAN.....(!!!!)

DIGNITA' E  CORAGGIO DI ABDUL MAHDI







Il primo  ministro iracheno – che, ricordiamolo, ha accusato pubblicamente Trump  di aver attirato Suleimani  in una trappola, facendo di lui, il primo ministro, complice del delitto.
Riportiamo ancora una volta: “Abdul-Mahdi ha rivelato che Soleimani era andato a Baghdad per recapitare un messaggio dall’Iran all’Arabia Saudita in merito a una proposta per ridurre le tensioni nella regione, che Soleimani avrebbe incontrato il Primo Ministro la mattina stessa in cui era stato assassinato e – più cruciale – che giorni
… Leggi tutto

===============================

LA “AGGRESSIONE” DELL’IRAN

Ormai lo sapete dalle  radio: “L’Iran  ha attaccato diverse  basi in Irak simultaneamente  “lanciando decine di missili” balistici (Pentagono).  Le Guardie della Rivoluzione chiedono agli Usa “di non rispondere”.
L’Iran “ha rivendicato”:  in modo “proporzionato  secondo l‘articolo 51 della Carta dell’ONU” apparentemente firmato dal ministro degli esteri Zarif...

“Iran took & concluded proportionate measures in self-defense under Article 51 of UN Charter targeting base from which cowardly armed attack against our citizens & senior officials were launched. We do not seek escalation or war, but will defend ourselves against any aggression.”
— Iranian Foreign Minister Javad Zarif

Attenzione: le fonti sono tutte occidentali.  Al ministro Zarif,  che intendeva recarsi all’ONU per fare appello al Consiglio di Sicurezza – Washington ha negato il visto d’entrata: di per sé grave violazione del diritto, perché il palazzo di Vetro è zona  extraterritoriale. Evidentemente sapendo che Zarif avrebbe portato al Consiglio la documentazione del doppio tradimento americano, che sapeva  che Soleimani era in Irak in veste di diplomatico, e Trump aveva chiesto al primo ministro iracheno di prestarsi alla mediazione.
Stupefazione riportata da Zero Hedge
Michael Every di Rabobank ha una prima visione della situazione:
In questa fase, con notizie confuse e fatti sul terreno assenti,  appaiono due scenari realistici.
Uno è che questo attacco è teatro per placare le grandi folle che erano così di recente nelle strade dell’Iran.
L’alternativa è che l’Iran ha davvero deciso di testare Trump alzando anche la posta.
L’unico modo per decidere  è se ci sono vittime negli Stati Uniti.
Se otteniamo immagini di soldati americani morti e feriti, allora gli scenari peggiori iniziano ad aprirsi. Se questi missili non hanno causato danni reali, ma Teheran mostra alla folla che ha risposto, allora sono ancora disponibili ulteriori possibilità positive. Lo scopriremo tra poco – ma le ultime notizie sono che ci sono “solo” vittime irachene, secondo il suo Ministero della Difesa. Resta da vedere se questa è una linea rossa per Trump, o è il tipo di danno collaterale che si aspettava dopo aver eliminato l’ex capo dell’IRGC Soleimani.
Dato che questa mossa dall’Iran appare totalmente in contrasto con il loro solito acume strategico, o la perdita di Soleimani ha significato una perdita totale di talento e / o autocontrollo, o questo è davvero un livello simbolico di vendetta.”
Anche i media anti-Iran ammettono che “NON”  ci sono morti americani.
Qui un canadese collegato ai  servizi:
La mia ipotesi su questa sera: Iran conosce ogni centimetro delle basi di Al-Asad ed Erbil e sapeva che le truppe statunitensi erano sicure; li evitate  di proposito. I suoi missili a corto raggio sono abbastanza precisi da farlo. L’Iran sta bene con le vittime irachene (è felice di combattere gli Stati Uniti fino all’ultimo iracheno) .
-L’Iran ha scommesso che questo non * innescherà * una risposta USA.  l’Iran vuole assolutamente evitare un’escalation che sa che perderebbe.Non sarei nemmeno sorpreso se l’Iran lo segnalasse agli Stati Uniti attraverso un backchannel stasera .
Infatti la ripsota di Trump sembra confermare:  All is  weel! Tutto bene!

Interessante anche  la reazione del Pentagono:

Barbara Starr della CNN riferisce che i funzionari del Pentagono sono stati difficili da raggiungere “perché sono stati rimandati a casa presto in previsione di una grande tempesta di neve”. 

Basta  per ora.
Un consiglio non richiesto a Di Maio: una letterina alla NATO “che ci  protegge”. Per adesso, caro Stoltenberg, sono i nostri soldati che proteggono gli americani  in Irak.  In una guerra che dura  da 17  anni e di cui il nostro interesse nazionale continua a sfuggire,  con gradi spese mai rifuse. Ora, i nostro soldati sono messi in pericolo. Possiamo chiedere di portarli via di lì?  Anche perchè potremmo doverli dispiegare in Libia , dove i nostri interessi sono messi a rischio da un alleato della NATO, occasionalmente la Turchia?
Magari anche Salvini potrebbe  scrivere a Trump con  copia al suo  grande amico Bibi: “Padrone,  l’ho lodata ed esalata per il suo ultimo assassinio. Le possiamo  umilmente ricordare che tutta la nostra servilità che  dura da 70  anni, è giustifiicata dall’implicita intesa che l’America, la potente America, ci  dovrà difendere in  caso di conflitto?  Volete per  favore difenderci contro Erdogan?  C’è niente per me,che sono stato così brava scimmietta?”. Magari una carta verde. Perchè chi vuole bene a Salvini (sono legioni) dovrebbe cominciare a raccogliere  i fondi per affittargli la villetta ad Hamamet o in California.

Nessun commento:

Posta un commento