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sabato 11 gennaio 2020

Maurizio Blondet 11 Gennaio 2020 - DUE STILI

L’aereo passeggeri ucraino che recentemente si è schiantato nella capitale iraniana è stato abbattuto a causa di “errore umano” dopo aver volato troppo vicino alle installazioni di difesa, innescando un lancio accidentale di missili.
Una dichiarazione militare letta sui canali dei media statali è arrivata come la prima conferma da parte di funzionari iraniani che un missile, e non un incendio del motore, ha causato l’incidente lo scorso mercoledì. La dichiarazione indicava che lo sparo era “non intenzionale” e sosteneva che i responsabili avrebbero dovuto affrontare delle conseguenze.
“Un giorno triste”, ha scritto il ministro degli Esteri Javad Zarif su Twitter, aggiungendo “Conclusioni preliminari delle indagini interne delle forze armate:”
Qui la massima  autorità dell’Iran  si addolora e chiede scusa:...


Uno dei responsabili delle Guardie Rivoluzionaria  è apparso alla televisione di stato per assumersi la responsabilità ed esprimere rimorso.
“Quando ho saputo di questo errore, desideravo morire. Accetto ogni responsabilità per questo”, ha detto il generale Amir Ali Hajizadeh
Ha detto che le sue forze erano state preparate per ritorsioni statunitensi a una raffica di missili iraniani sparata in precedenza quando avevano commesso l’errore.
E’ già stato ricordato che i militari americani abbatterono, il 3 luglio 1988, l’aereo passeggeri (volo 655 della Iran Air ) con due missili terra-aria sparati dalla iraniano, con due missili terra-aria lanciati dall’incrociatore “Vincennes”.
È un airbus A300 della Iran Air, con a bordo 290, fra cui 66 bambini,   tra passeggeri e membri dell’equipaggio, partito alle 10,17 da Teheran e diretto a Dubai con un tempo di volo di 28 minuti. Viene scambiato per un aereo militare in volo discendente e il capitano Will Rogers III autorizza ad aprire il fuoco. Partono due missili terra-aria SM-2MR, che colpiscono coda ed ala del velivolo, che esplode in volo. Nessun superstite. 
Nelle parole del presidente Reagan, fu “un atto di autodifesa verso quello che si credeva fosse un aereo militare iraniano”.
George H. Bush, il vice-presidente,  fedele al suo credo – gli Stati Uniti non chiedono mai scusa – dichiarò in merito al volo 655 come “non mi interessa quali siano i fatti. Gli Stati Uniti non chiederanno mai scusa”.

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