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mercoledì 8 gennaio 2020

Dichiarazione congiunta dei presidenti della Federazione russa Putin e della Repubblica di Turchia Erdogan.



C Президентом Турции Реджепом Тайипом Эрдоганом.
8 gennaio 2020
Relazione bilaterale
Noi, presidenti di Russia e Turchia, stiamo sviluppando legami bilaterali in vari settori sulla base del rispetto reciproco. Il lancio odierno del gasdotto Turkish Stream, che stiamo implementando qui a Istanbul, è un esempio concreto di relazioni reciprocamente vantaggiose. Siamo soddisfatti del fatto che la nostra cooperazione non serve solo gli interessi dei nostri due popoli, ma contribuisce anche a risolvere i problemi regionali.
Iran
Siamo profondamente preoccupati per l'escalation della tensione tra Stati Uniti e Iran, nonché per le sue conseguenze negative per l'Iraq. Consideriamo l'operazione americana contro il comandante delle forze speciali di Quds del Corpo di guardia rivoluzionario islamico Kassem Suleimani e coloro che lo circondano a Baghdad il 3 gennaio 2020 come un atto che mina la sicurezza e la stabilità nella regione.
Alla luce della consegna da parte dell'Iran di attacchi missilistici balistici contro le basi militari della coalizione in Iraq l'8 gennaio 2020, riteniamo che lo scambio di attacchi e l'uso della forza da entrambe le parti non contribuiscano a trovare soluzioni ai complessi problemi del Medio Oriente e portino a una nuova serie di instabilità, senza soddisfare alcun interesse. Ci siamo sempre opposti alle interferenze straniere e ai conflitti intercomunali. A questo proposito, ci impegniamo a ridurre la tensione nella regione e ad esortare tutte le parti ad agire con moderazione, mostrando buon senso e privilegiando i mezzi diplomatici.
Siria
Ribadiamo il nostro impegno a preservare la sovranità, l'indipendenza, l'unità politica e l'integrità territoriale della Siria.
Sottolineiamo la nostra determinazione a combattere il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni e a contrastare le agende separatiste in Siria; al riguardo, confermiamo l'importanza della piena attuazione del Memorandum del 17 settembre 2018 e del Memorandum del 22 ottobre 2019.
Sottolineiamo la necessità di stabilire la calma nella zona di de-escalation di Idlib attraverso la piena attuazione di tutti gli accordi di Idlib.
Ci impegniamo a lavorare nell'ambito del meccanismo di Astana al fine di trovare una soluzione politica duratura conformemente alla risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nonché a sostenere il Comitato costituzionale.
Sottolineiamo la necessità di una maggiore assistenza umanitaria a tutti i siriani senza alcuna discriminazione, politicizzazione o condizioni preliminari.
Libia
Stiamo seguendo con grande preoccupazione gli ultimi sviluppi, in particolare, gli intensi combattimenti intorno a Tripoli, nella longeva Libia. Il deterioramento della situazione in Libia mina la sicurezza e la stabilità nello spazio circostante la Libia, in tutta la regione del Mediterraneo, così come nel continente africano, con conseguente migrazione illegale, ulteriore proliferazione di armi, terrorismo e altre attività criminali, compreso il contrabbando.
Riaffermiamo il nostro forte impegno per la sovranità, l'indipendenza, l'integrità territoriale e l'unità nazionale della Libia. La pace e la stabilità durature in questo paese possono essere raggiunte solo attraverso un processo politico guidato e attuato dai libici e basato su un dialogo sincero e inclusivo tra loro. La scommessa su una soluzione militare al conflitto in corso in Libia porta solo a ulteriori sofferenze e approfondisce le differenze tra i libici. Garantire un cessate il fuoco immediato è una priorità urgente per l'avvio di un processo politico intra-libico inclusivo sotto gli auspici delle Nazioni Unite, basato sull'accordo politico sulla Libia del 2015, nonché sulla risoluzione 2259 e altre pertinenti decisioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU.
Sosteniamo il processo di Berlino in corso, volto a creare un'atmosfera favorevole per la ripresa del processo politico con l'assistenza delle Nazioni Unite, e ricordiamo che può produrre risultati tangibili con la partecipazione e il contributo dei libici e dei paesi vicini.
Nelle attuali condizioni critiche e alla luce degli obiettivi definiti dalle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, abbiamo deciso di prendere l'iniziativa e, in qualità di mediatori, invitare tutte le parti in Libia a cessare le ostilità dalle 00:00 del 12 gennaio 2020, per dichiarare un cessate il fuoco sostenibile, supportato dalle misure necessarie da adottare per stabilizzare la situazione "sulla terra" e normalizzare la vita quotidiana di Tripoli e di altre città, nonché sedersi immediatamente al tavolo dei negoziati per porre fine alla sofferenza Viiani e restituire pace e prosperità a questo paese. Siamo fiduciosi che i libici possano prendere autonomamente decisioni riguardanti il ​​futuro della loro patria come parte di un dialogo nazionale, tenendo conto degli interessi di tutti i cittadini del paese, senza eccezioni.---

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