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domenica 1 dicembre 2019

Maurizio Blondet - La Marina italiana disciplinerà Erdogan? (Ce lo chiede(...o ORDINA ? ) l’Europa)




The Italian Minister of Defense declared during a speech in the Parliament that Italy, in coordination with France, will need to increase its military commitment for the defense and stability of Eastmed, with particular attention to Cyprus. Let’s see..
“Il ministro italiano della Difesa  ha dichiarato durante un’audizione in Parlamento che l’Italia, in coordinazione  con la Francia,  dovrà aumentar  il suo impegno militare per la difesa e stabilità del Mediterraneo orientale,  con particolare attenzione a Cipro. Vediamo…”


Così un  tweet  di Marco Florian, datato il 29 novembre.  Chi è Florian?   E’ il responsabile alla cooperazione internazionale e infrastrutture alla Camera di Commercio italiana a Tessalonica...
Un tweet seguente,  datato 30:
“Il Ministro degli Esteri greco @NikosDendias intima all’Ambasciatore libico di consegnare entro 5 giorni il testo stabilito con Ankara, relativo alla definizione di una Zona Economica Esclusiva  (ZEE) comune. In caso contrario l’Ambasciatore sarà espulso”.
Di che  si parla?  Dei mega-giacimenti  di   gas scoperti a sud di  Cipro, che anche l’ENI sta coltivando (anche  per conto del Cairo) e a cui la Turchia   di Erdogan si oppone anche con l’intimidazione navale.
Appare che Ankara e il ”governo” libico di Al Serraj  (il nostro “amico”)  hanno stabilito fra loro una ZEE, una vasta striscia “ che inizia sulla linea Kas-Marmaris (cioè nella zona di Kastelorizo) e si estende a sud di Creta con un cuneo che attraversa il confine della ZEE Grecia-Cipro-Egitto. Questo “cuneo” isola di fatto la ZEE greca da qualsiasi contatto con le zone limitrofe di Cipro ed Egitto.

La ZEE turco-libica.    A Sud di Cipro, le aree di  sfruttamento dei mega-giacimenti. “L’accordo libico-turco era stato incoraggiato, anche da un volume scritto dal vice ammiraglio della Marina turca Cihat Yaycı come clava per azzoppare l’accordo tra Egitto, Grecia e Cipro sul dossier energetico. (https://formiche.net/2019/11/gas-ankara-a-tripoli-che-isola-atene/)

Peggio:  la ZEE turco-libica  “ignora qualcosa di palesemente ovvio, ovvero che tra questi due paesi vi è la grande massa geografica di Creta, di conseguenza un simile tentativo rasenta l’assurdo”, come ha protestato il ministro ellenico Dendias. Atene ha  levato la sua protestato il suo buon diritto, insieme a Cipro, presso la UE. E la UE   – la UE della signora Von der Leyen –  ha   imposto sanzioni alla Turchia, con una lista  di  “persone fisiche e giuridiche” che ne saranno colpite.

Dunque la nostra Marina, insieme a  quella francese, andrà a garantire i diritti   di Grecia e Cipro contro  la Turchia, sanzionata  per  la sua violazione dei (futuri) giacimenti altrui.

Gli interessi russi in gioco

Sono giacimenti enormi. Nelle  descrizioni di Florian, “ il giacimento egiziano di ENI: Zohr, della capacità di 850 Bcm (miliardi di m3 di gas). Per intendersi,  equivale a circa 12 anni di consumi italiani(!).  […]  Zohr vale circa 100 miliardi di €. Il 5,5% del PIL Italiano”.
Ma in più,  di recente, “In Libia sono stati trovati due giacimenti super giganti, al confine fra le ZEE libica e greca. Questi due giacimenti, che chiamiamo Reef1 e Reef2, sono rispettivamente 10x Zohr e 8x Zohr.   Questi due giacimenti, una volta confermate definitivamente le loro riserve, farebbero della Libia il concorrente del Qatar a livello globale, sotto casa nostra, nel Mare Nostrum….[..]  Valgono quanto tutte le altre riserve di Eastmed insieme. Cioè si raddoppia la capacità di Eastmed, che a questo punto varrebbero 450 anni di consumi di gas italiani, 1100 anni di consumi di gas turco, il 200% del PIL italiano”.

I supergiacimenti Reef 1 e Ree2 indicati da Florian

Ma  soprattutto, come ben  sottolinea Florian,  queste scoperte cambiano i dati strategici e geopolitici:
Dal punto di vista russo   – scrive  –  significherebbe la catastrofe di Gazprom e Rosneft e della strategia della diplomazia del gas. Per l’Europa vorrebbe dire la totale indipendenza energetica da tutti, con riserve sotto casa.  A quel punto EU ed USA controllerebbero il mercato mondiale del gas, ponendo la pietra tombale sulla strategia cinese di PetroYuan (e di conseguenza crollerebbe l’importanza della Via della Seta  che al PetroYuan è collegata)”.
E la Turchia? “Per la Turchia la totale marginalizzazione e la fine di ogni sogno neo ottomano o la necessità di una guerra totale che Ankara dovrebbe combattere non avendone i mezzi”.
Ah no?  Giova sperare…
Qualunque lettore capisce da sé le conseguenze: la nostra valorosa Marina (che nei suoi comandi vive se stessa come  una crocerossina soccorri-clandestini,  più che come una forza militare)  è richiesta dalla UE di unirsi a quella  francese per ridurre a disciplina la Turchia di Erdogan, i  cui interessi e avidità sui campi di gas convergono potentemente con gli interessi della Russia a scongiurare “la catastrofe di Gazprom”  e la perdita della clientela europea.  Qui c’è un casus belli di prima grandezza e un  ottimo motivo per cui Mosca –  che come sappiamo qualche armamento  e capacità  militare da fornire ad Erdogan lo ha.
Situazione aggravata  ovviamente dall’avventurismo  da cane pazzo di Erdogan  – che ha in vista del vertice  NATO ha appena insultato Macron, formalmente alleato, dicendogli che la “morte cerebrale” era la sua.
Abbiamo  noi – ha  il nostro governo (solidissimo e rappresentativo quanto vediamo)  la coscienza e la volontà di assumere  questo atteggiamento verso la Russia e verso Erdogan, che lo ritiene ostile? Ed ha già minacciato la nave-piattaforma dell’ENI?
Anche Florian riconosce che in questa operazione non possono partecipare solo due paesi, che occorre un impegno della UE, almeno  del nucleo.  Vediamo: la Germania, col suo milione e mezzo di “cittadini”  turchi?
Quanto ai turchi,  riporto i commenti che alcuni lettori turchi hanno postato sotto i tweet di Florian.

Replying to
Are you planning to open fire on NATO ships? Let’s all commit suicide together because Greece wants it. This understanding cannot make any gains in the region. The old hegemonic years are over. The sooner you get used to it, the better it will be for you.

Azdan az,çoktan çok gider. Bekliyoruz 100 yıl oldu biz TÜRKLER savaşmayalı, savaş TÜRKÜN DÜĞÜNÜDÜR….
Translated from Turkish by
More or less, more and more. We have been waiting for 100 years, we Turks should not fight, war is the wedding of the Turk …
“Aspettiamo da 100 anni,  noi turchi non dovremmo combattere?  La guerra sono le nozze del Turco.

“Vi aspettiamo”
https://mobile.twitter.com/TUA_Spacex/status/1200463450209685504


Leggetele e  capitele, col traduttore automatico. Sembra che la cosa aizzi nei turchi molto più entusiasmo bellico della  guerricciola che con  Erdogan stano conducendo nel Nord della Siria  contro i curdi. Fare la guerra ai cristiani, è meglio che farla a musulmani.
La Libia, l’avevamo presa noi italiani all’impero ottomano nel 1911, ed ora eccoli alleati. Avventarsi contro i greci è una voglia che hanno da sempre, ma  è acutissima dal 1974, quando i turchi occuparono militarmente il  Nord  dell’isola  di Cipro,  abitato dalla minoranza turca, creando una “repubblica” che non è riconosciuta da nessun altro, se non da Ankara .
I  post di  Marco Florian :

Noi ricordiamo le profezie di padre Paisios , per notare con quanta precisione si stia  disponendo lo scenario dal  padre “visto” nel ’95, e che allora sembrava tanto incredibile. Se ha ragione lui, però, “i turchi hanno i biscotti dei morti nella cintura”.





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