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mercoledì 30 ottobre 2019

Pd, Zingaretti al M5s: "Alleanza unita o cadono le basi del governo". Di Maio: "No a intese strutturali, in Emilia al voto da soli



Se da un lato il segretario del Pd Nicola Zingaretti fa un appello a un maggiore spirito di coesione nella maggioranza, dall'altro il capo politico del M5s Luigi Di Maio risponde che "non ci sono i presupposti per un'alleanza strutturale" con i dem. E dopo il fallimento elettorale in Umbria, il leader cinquestelle annuncia ufficialmente che il Movimento in Emilia Romagna e in Calabria "correrà da solo".

Zingaretti a Circo Massimo...

"O si riscopre uno spirito comune o i motivi stessi di questo governo vengono meno" ribadisce a Radio Capital Zingaretti, oggi ospite in studio del programma Circo Massimo, condotto da Massimo Giannini e Oscar Giannino.

Per il leader dem "quella di Di Maio" che dà per archiviata l'intesa coi democratici a livello locale "è una posizione debole, perché il M5s governa col Pd. E vuole governare per altri tre anni con il Pd e non un piccolo paese dell'entroterra ma la Repubblica italiana. È inutile giocare con le parole: o l'alleanza è unita da una visione del futuro o non c'è. Io credo che questa visione vada costruita al più presto". Chiamato a stilare una pagella al governo, Zingaretti dà come voto sei e mezzo- sette sulle scelte, ma "quattro" sulla condotta politica. "Io non avevo l'ansia di farlo nascere a prescindere e non ho l'ansia di farlo cadere a prescindere. E nemmeno durare. È un elemento di cultura politica non si governa per se stessi, ma per gli altri". Conte sarebbe il candidato premier del centrosinistra se il governo cadesse? "Deciderà l'alleanza. Io dico che ha lavorato bene", risponde il segretario dem.

La replica di Di Maio a Zingaretti

"Non ci sono i presupposti per un'alleanza strutturale con il Pd, i nostri militanti non la vogliono" è la replica di Luigi Di Maio a Zingaretti. "Non mi sento insidiato" da Giuseppe Conte, ha continuato il ministro degli Esteri parlando con i cronisti, "ma credo che questo governo sia una squadra che deve portare avanti insieme il programma di governo. Se facciamo squadra i cittadini potranno comprendere quello che stiamo facendo, altrimenti è difficile anche far comprendere quello che facciamo di buono".
"Il voto in Umbria dimostra che il M5s deve mantenere la terza via", ha aggiunto il capo politico dei cinquestelle, che annuncia che in Emilia Romagna e in Calabria il Movimento correrà da solo. "Ieri ho incontrato i parlamentari di Emilia Romagna e Calabria - ha detto Di Maio -  con loro ci prepariamo ad una campagna elettorale difficilissima. Andremo da soli, che non significa non mettersi insieme a liste civiche, o ambire ad un candidato presidente che vada oltre il Movimento".

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In merito alla sconfitta in Umbria, Zingaretti osserva ancora sempre a Radio Capital: "È evidente che dobbiamo cambiare qualcosa, ma l'unico argine alla destra è il Pd, ma non è sufficiente da solo". E risponde alle accuse di Matteo Renzi: "Reagisco quando si batte su teoremi falsi, come dire che si è perso in Umbria perché c'era l'accordo con i 5 stelle, come hanno detto Renzi e altri. Vero che il progetto ha perso, ma se non ci fosse stato sarebbe stato molto peggio".

Al direttore di Repubblica Carlo Verdelli, che nell'editoriale di oggi ha chiesto al Pd "più chiarezza", Zingaretti risponde elencando tutti i punti del suo governo.


Governo, Zingaretti risponde a Verdelli: "Mi chiede più chiarezza? Ecco tutti i punti del programma"

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Manovra: ci vuole più coraggio nel sostenerla

Quanto alla manovra, per Zingaretti "ci vorrebbe un di più di coraggio nel rivendicare che questa legge di bilancio fa quello che andava fatto". E aggiunge: "Noto un di più di polemiche rispetto alla sua forza e che fa male all'Italia. Non sarebbe sbagliato che le forze di maggioranza rivendicassero, invece delle sciocchezze di luglio come la tassa sulle cassette di sicurezza, la strategia che il mondo apprezza e premia".
 

Pd partito nuovo, congresso nel 2020 e modifica dello statuto

Zingaretti sottolinea la necessità di rinnovare profondamente il Pd e accenna alla possibilità di un Congresso nei primi mesi del 2020: "Siamo tutti d'accordo: sotto il partito del capo non c'è nulla" afferma e dice 'no' alla richiesta di cambiare nome al Pd. "Non credo che bisogna cadere nell'errore di cambiare tutto per non cambiare niente. Veniamo alla sostanza di contenuti politici, al superamento di un correntismo esasperato", dice lanciando l'iniziativa che il 17 novembre a Bologna vedrà i dem votare per la modifica dello statuto in modo da lanciare, forse già dai primi mesi del 2020, il congresso a tesi del partito. "Dopo 12 anni cambieremo lo statuto, rientra il concetto di congresso basato su tesi politiche, che dura 100 giorni, aperto alla società italiana, senza rinunciare ai gazebo. Si apre la più importante rivoluzione organizzativa di questa fase storica", conclude.
 

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