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lunedì 27 maggio 2019

Lampedusa e Riace..."cittadini dell'accoglienza?...solo una manciata e il Sindaco...!

Elezioni europee 2019, il caso Lampedusa  e quello di Riace: il boom della Lega nelle città dell'accoglienza

Elezioni europee 2019, il caso Lampedusa e quello di Riace: il boom della Lega nelle città dell’accoglienza...in realtà solo del Sindaco e un paio di parenti...!

Il sindaco Salvatore Martello se la prende col governo: «Accogliere i migranti è diventata una colpa». Ma la vera delusione è l’astensionismo: ha votato il 24% degli elettori, appena 1440 su 5 mila

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AGRIGENTO - La lega al 45 per cento nell’isola dei migranti non se la immaginava nemmeno Angela Maraventano, la «pasionaria» di Borghezio, la ex senatrice che ai tempi di Bossi voleva «spostare» Lampedusa dalla provincia di Agrigento a quella di Bergamo. Dieci anni dopo, nella stessa isola da dove è partito il medico dei migranti, Pietro Bartolo, eletto col Pd, questo clamoroso risultato raggiunto da Salvini viene solo un po’ ridimensionato dal crollo dei votati alle urne. Perché l’affluenza si è fermata al 24 per cento con appena 1.440 votanti su circa 5 mila. Numeri striminziti, al di là delle percentuali. Con 600 voti alla Lega e 250 a Bartolo che ha così radicato il Pd al 21 per cento, mentre il Movimento CinqueStelle scivola sotto il 17 per cento...

Questo dato arrivato dal seggio più a sud d’Europa viene messo in relazione con un altro ritenuto esaltante da Matteo Salvini che irrompe vittorioso, con il 30,75 dei voti, pure a Riace. Nel centro della provincia di Reggio Calabria guidato fino a pochi mesi fa da Domenico Lucano, il sindaco sotto inchiesta per presunte irregolarità e allo stesso tempo diventato per molti un modello di accoglienza ed integrazione dei migranti. Un eroe per tanti, non per la Lega che diventa il primo partito, seguito dai CinqueStelle con il 27,43 e dal Pd con il 17,39.
Si impone una lettura incrociata fra Riace e Lampedusa, i due centri saldati dal nervo scoperto dell’immigrazione. Per il sindaco dell’isola «avamposto dell’Europa», Salvatore Martello, un tempo colonna portante della vecchia guardia del Partito comunista, «il vero disastro è l’astensionismo, la convinzione che votare non serva, la delusione...». Né pensa che il trionfo della Lega vada collegato a figure locali: «Vince la faccia di Salvini, come una volta si imponeva in Tv quella di Berlusconi». In effetti Angela Maraventano prepara ricci e aragoste nel suo ristorante con vista porto, non più candidata, ormai estranea alla nuova nomenklatura della Lega sicula.
Dal canto suo, Bartolo, felice di avere guadagnato il biglietto per Bruxelles, capisce che non è stato però staccato nell’agenzia di viaggi di Peppino Palmeri, il segretario della disastrata sezione Pd ancora targata Renzi. Sa che voti da quelle parti non ne ha presi perché s’è rotta da tempo l’intesa fra il medico osannato a Berlino per il docufilm «Fuocoammare» e la moglie di Palmeri, Giusi Nicolini, la ex sindaca da Renzi portata a cena con Obama. Divorzi locali che hanno pesato. Con il sindaco Martello un po’ alla finestra, visto che dopo il Pci ha evitato di prendere la tessera Pd: «Ingrati, non hanno votato né per Bartolo, né per Zingaretti...».
Il dibattito adesso si apre soprattutto sulle delusioni di un’isola che negli astensionisti ha il primo vero partito. Martello se la prende col governo: «Accogliere i migranti è diventata una colpa. Berlusconi per quanto facciamo aveva sospeso alcune tasse. Da Roma oggi sospendono la sospensione. Senza nulla fare per i pescatori che ogni giorno rompono le reti, incagliate nelle carrette del mare affondate e mai recuperate. Ed è lo stesso con le quote tonno riservate alle lobby di Salerno, mentre qui se si consentisse di pescarli una famiglia con un tonno potrebbe campare...».
Sono i temi dei quali promette adesso di occuparsi Pietro Bartolo che comunque annuncia di tornare presto nella sua isola e di difenderla. «Lo faremo aiutando l’isola a non rinunciare all’immagine costruita nel mondo con l’accoglienza», come ha ripetuto fino all’ultimo giorno di campagna elettorale, convinto di farcela.--

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