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martedì 2 aprile 2019

Maurizio Blondet - GOVERNO GIALLO VERDE – L’ERRORE FATALE

Un uccellino mi ha detto il motivo per cui  Paolo Savona se n’è andato: voleva levare 50 miliardi di risparmio, con  BTP,  titoli di debito riservati ai risparmiatori italiani, per fare investimento;  un “prestito per la vittoria”  con cui  lanciare grandi infrastrutture.
I grillini hanno detto no. Perché, è ovvio: non vogliono infrastrutture, non vogliono crescita reale . Pensano che basta mettere quattro soldi nelle tasche dei miserabili  improduttivi per far rifiorire l’economia.  Col reddito di cittadinanza “sarà un 2019 bellissimo, ripresa incredibile”, disse Conte  ai primi febbraio.

Ma non subito; dopo maggio, dopo le elezioni europee che – si illudono – cambieranno  tutto in Europa,  la cosca oligarchica oggi dominante a Bruxelles , e  la sostituirà  una classe più favorevole alla spesa espansiva. Tutto nei fatti hanno rimandato a “dopo maggio”....

Il guaio è che la ricaduta nella recessione è arrivata prima.  Occorrono misure urgenti; e nemmeno in reddito di cittadinanza  è arrivato ancora nelle tasche di nessuno; misura già insufficiente,  non sono capaci di sbloccarla, finirà per rivelarsi una promessa fallita. Uguale destino attende la Quota 100, a cui Salvini attribuisce lo stesso effetto miracolistico –    mettere in tasca quattro soldi a qualcuno (statali), non mettere al  lavoro milioni, di cui c’è bisogno.

Hanno perso il Kairos

Uno dei segni più tremendi del  dilettantismo politico è non conoscere il  Kairos, il “momento”.   Saper cogliere  il Kairos, il momento opportuno sapendo che non tornerà, è quel che distingue il grande politico dal fesso – e in politica, una  scemenza è peggio di un delitto (dice Talleyrand).   Questi al governo stanno facendo passare il loro Kairos. Un grande prestito immediatamente dopo l’insediamento , come proponeva Savona, avrebbe  incontrato la fiducia che gli italiani hanno dato  inizialmente a questo governo, e avrebbe avuto un effetto energetico sul sistema (a parte che anche i “mercati” esteri l’avrebbero salutato con favore).   Adesso, giorno dopo giorno, la fiducia in questo governo si squaglia – loro la stanno dilapidando –   come dimostra il fatto che tutti gli investimenti privati sono congelati.  Ancora due mesi,   col un altro crollo dell’occupazione – nel Nord produttivo, legato industrialmente alla Germania – e a maggio,  l’eventuale emissione di minibot – ammesso che abbiano il coraggio di farla – sarà interpretata come emissione di un moneta  falsa da parte di un governo con l’acqua alla gola, indebitato, e prossimo all’amministrazione controllata europea.
Il Kairos è passato, e non ci si deve illudere dai bagni di folla.  Le  folle passano dai selfie col Capitano al linciaggio.   Quanto a Beppe Grillo e alla sua ideologia di decrescita felice,  coi suoi fanatici decrescitisti,  passeranno nella memoria come  il movimento che, prima di scomparire nella cloaca della storia, ha dato all’Italia  il farmaco che ritarda la pubertà  (una priorità  urgente, che il popolo richiedeva a gran  voce) e l’eutanasia legale . Complimenti
Ah, dimenticavo questa altra vostra conquista  :

Ci resta la magra consolazione che la Germania  è riuscita a perdere  anche questa guerra –  passando come le altre di vittoria in vittoria,  fino alla disfatta.  Qualunque cosa vi dicano i media,   il pessimismo a Berlino è ancora peggio del nostro.
Mentre ITA-Coin non esce ..PMI manifatturieri con base 100 ad aprile 2018…guardate i CRUCCHI che cosa sono riusciti a fare!!!..so riusciti a perde pure questa guerra ed i traditori italici seguono a ruota… (commento di guado77 da cui ho preso la tabella)

IL PMI, Purchasing Mananager Index  è  un sondaggio mensile fatto interrogando,  paese per paese, 400 gestori addetti agli acquisti di altrettante aziende. Questi gestori  tengono conto   dei nuovi ordinativi,  delle scorte che hanno in magazzino, dell’occupazione e produzione. Ora, quelli tedeschi hanno il morale a terra.
Consolazione magra, perché noi – come allora – siamo  legati a loro  e al loro collasso dell’export.

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