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venerdì 22 febbraio 2019

Maurizio Blondet - Non è più il governo che abbiamo votato. E’ il loro.

Tra le rosee  promesse sull’imminente miracolo economico che il governo 5 Stelle sta per donare all’Italia,  a noi travolti dall’ottimismo sul grande  contributo all’occupazione che – grazie all’abolizione dei treni – daranno i riksciò,  era sfuggito una frase cruciale:
L’oro di Banca d’Italia non si tocca, resta dov’è e verrà usato come da tradizione. Nessuna intromissione o, peggio, esproprio, da parte dello Stato. 
“Il premier ha  voluto sottolineare che “anche dopo il superamento del gold standard, le banche centrali hanno continuato a possedere riserve auree  […].  Con il Trattato di Maastricht, per volontà degli Stati contraenti, sono state trasferite in maniera esclusiva all’Unione europea le competenze sovrane in materia di politica monetaria”.
Per tale ragione, sostiene il presidente del Consiglio, “la detenzione e la gestione delle riserve valutarie, fra cui quelle auree, rientra ora fra i compiti fondamentali dell’Eurosistema, composto dalla Bce e dalle Banche centrali nazionali degli Stati dell’area dell’euro”.
“…le Banche centrali nazionali debbono poter esercitare i loro poteri di detenzione e gestione delle riserve in piena indipendenza. Le autorità nazionali, legislative e di governo, sono tenute al rispetto dell’indipendenza della Bce e delle Bcn ai sensi dei Trattati europei sottoscritti dagli Stati contraenti. Sotto il profilo dell’indipendenza istituzionale, le Bcn non possono essere destinatarie di prescrizioni vincolanti per quanto attiene allo svolgimento dei propri compiti istituzionali nelle materie di competenza dell’Eurosistema, anche con riguardo alle riserve valutarie”....

Un amico che è nel settore finanziario mi fa notare  cosa  significano queste puntualizzazioni: “Oro fuori dalla disponibilità dello  Stato. Tutte le illusioni di Italexit vanno a p. Il problema è operativo. La tanto amata uscita-lampo è quasi impossibile”..
Oltretutto, quello delle riserve è oro che gli italiani tutti hanno comprato ed accumulato nelle generazioni precedenti – prima del Trattato di Maaastricht.
L’enunciato di Conte è anche una bastonata a Claudio Borghi, che da settimane chiedeva un norma che stabilisse che l’oro della banca centrale appartiene ai cittadini, dunque allo Stato.  Silenzio dei media, anche   del web  “filo-governativo”.
La sola reazione  indignata  pare essere quella dei Fratelli d’Italia,

Conte peggio di Monti: l’oro d’Italia non è del popolo ma di Bankitalia. L’ira di Meloni: «Tradimento»

 Bankitalia. Ciriani (FdI): incredibili dichiarazioni Conte su riserve auree. Ora nazionalizzazione è necessaria
“Le dichiarazioni del presidente del Consiglio sulla proprietà di Bankitalia delle riserve auree hanno dell’incredibile, oltre a contraddire la sua stessa maggioranza, visto che la Lega si è detta d’accordo sul principio della proprietà legale degli italiani dell’oro detenuto presso la Banca d’Italia e all’estero. Il presidente Conte è il primo nella storia d’Italia ad affermare questo principio, aprendo a scenari pericolosi. Pensa, per caso, di finanziare la sterilizzazione dell’Iva vendendo l’oro della Patria? Oppure di finanziare così il reddito di cittadinanza?



Una proposta di nazionalizzazione dell’oro viene avanzata da  FdI, e il relatore è un 5 Stelle: a dimostrazione che questi non sanno quello che fanno:

Non sono più sovranisti

Ora, almeno, si obblighi  la stampa anche internazionale a cessare di chiamare questo governo “sovranista” e “populista”.
E’ oggi un “normale” governo più-Europa  alla Monti e Letta e Renzi,  ma ancor più soggetto agli arbitri UE , tedesco-francesi e della BCE.
Il trader Zibordi dà il sunto: “la Lega oggi ha cassato la TAV, si è rimangiata uscita dall’euro e poi lo sforare il deficit   – ha fatto stesso deficit di Renzi –  ha  accettato le regolamentazioni dei contratti di Di Maio e il Rd Cittadinanza, fattura elettronica e ha spinto per pre-prensionare 600mila (molti al sud)”.  Salvini ha lasciato le iniziative al 5 Stelle, e lasciato in mano loro l’economia.
Ed essi stanno attuando il loro programma economico.
Programma economico che Roberto Fico ha  limpidamente enunciato cosi:

Per Roberto Fico la crescita del Pil non serve a nulla

di ENZO BOLDI | 21/02/2019
  • Roberto Fico ha spiegato che la logica della crescita del Pil deve essere superata
  • Non bisogna fare manovre, norme e leggi in base al prodotto interno lordo
  • Il futuro è l’economia circolare sostenibile
…”Una visione ambiziosa e lungimirante che prospetti il superamento della logica della crescita a tutti i costi, del dominio assoluto, nelle scelte politiche e legislative, dei parametri legati unicamente all’andamento del PIL».

E  lo perseguono serenamente, incuranti del repentino crollo di tutti i valori  industriali, produzione, export, ordinativi, investimenti –  che hanno travolto la piccola parte di economia produttiva che ancora resiste.
Nè Fico né Grillo né i grillini sanno, ad esempio, che non abbiamo autosufficienza alimentare; metà del cibo che mangiano non è prodotto in Italia; viene importato. Ossia acquistato  grazie a qualche milione di italiani che, scemi, lavorano nelle industrie esportratrici. Un  calo del Pil si rifletterà presto nel piatto vuoto. Non mi vedo Beppe Grillo lanciare la battaglia del grano…
Certo,  la recessione   che ricomincia è mondiale,  indica che il capitalismo terminale-finanziario e globale è radicalmente anti-umano.
Ma se l’Italia è “adesso il primo paese al mondo a entrare in recessione”non vale dire che  non c’entra il governo DiMaio-Salvini…. EHI… GLI IMPRENDITORI E OPERATORI ECONOMICI in genere HANNO SFIDUCIA, SONO ORA PIU’ PESSIMISTI vedendo quello che fa il governo in economia, ok ?”  (Zibordi).
Diciamo che quando il governo cassa la TAV e cancella le piattaforme in Adriatico,  dice che un po’ di soldi in tasca ai meridionali  più miseri  (reddito di cittadinanza) e  un  po’ di pensioni (Salvini)  bastano a rilanciare una meravigliosa ripresa  senza  aumento di produzione e né infrastrutture,   e senza inquinamento, a forza di car sharing (l’ultima di Beppe Grillo)  ed economia del riuso della  spazzatura, e il presidente della Camera  ostenta che il Pil che cresce  non serve a niente,  magari  gli imprenditori si astengono dall’investire. Tanto più se il governo  dice che ora lui punta alla crescita “circolare e sostenibile”: ossia di riutilizzo dei rifiuti e abolizione delle industrie che, si sa, inquinano.
Reddito di cittadinanza e pensioni anticipate, faccio notare, vengono pagate con i deficit di  bilancio: ossia con soldi presi a prestito, a tassi alti, dai “mercati” –  sotto il controllo ostile dell’Europa e della BCE. Il che significa che l’anno prossimo, il reddito di cittadinanza probabilmente non ci sarà più.
Inutile indicare questa tabella, che dice che noi siamo gli ultimi quanto a crescita del PIL,; persino peggio della Grecia, che comunque un po’ cresce.  E’ proprio quello che il loro governo vuole.
Un governo che, avendo rinunciato a uscire dall’euro, a stampare la propria moneta alternativa,  e pèrsino al suo oro,  si è messo  nelle mani del futuro governatore della banca centrale europea,  e sotto l’occhio rabbioso dei “nordici”.
In una  recessione mondiale così enorme e repentina,  la BCE dovrebbe stampare, continuare a fare il quantitative easing: non  per salvare noi, ma per salvare le banche e l’euro. Ma i nordici sono  ferocemente contrari. Anche  la loro ideologia non è meno folle e irrealistica  di quella grillina, solo che loro hanno il potere vero in UE.
Il membro irlandese della BCE, Phillip Lane,  nega addirittura che la recessione sia cominciata: “  “Sono i primi giorni in 2019, non dobbiamo iper-reagire a qualsiasi annuncio  o nuovo rilascio di dati e davvero prendere un approccio misurato”.
L’olandese Klaas Knot vede nella recessione un beneficio:  rallenta l’inflazione (che non esiste!):   “Stiamo attraversando un paio di  trimestri dove la crescita è scesa al di sotto del potenziale, il che significa che l’accumulo di pressioni inflazionistiche comporterà anche alcuni lievi ritardi”
Il francese François Villeroy de Galhau , governatore di  Banque de France: “Non credo che l’Europa vada in recessione –  l’Italia è un caso particolare”
Il finlandese Olli Rehn: < … Nessuna recessione, ma una fase di crescita più debole…  Nell’area euro i prestiti stanno crescendo,  non vi è  restrizione significativa  delle condizioni finanziarie- eccetto   che in Italia. Faremo la nostra decisione sulla base dei dati per l’intera area dell’euro e non per un singolo paese  (Italia)”:
Ciò significia che  Italia è periferia monetaria, i banchieri centrali non la soccorreranno  con un quantitative easing.
L’austriaco Nowotny  già in agosto  diceva: “La stagnazione dell’Italia non deve ritardare il rialzo dei  tassi “ da parte della BCE.  Come i tedeschi, anche lui accusava Draghi di tener bassi i tassi  per favorire l’Italia…..
Olli Rehn: < l’esito dei negoziati tra il governo italiano e la Commissione europea  sembra aver calmato i mercati. Ma se l’Italia continua a gestire disavanzi di bilancio elevati, potrebbe ancora essere sotto pressione dai mercati… Io amo l’Italia e desiderio il meglio per quel paese.  Ciò significa che gli italiani devono migliorare la loro produttività attraverso le riforme”.
Musso (grazie!) traduce dalla neolingua:
BCE farà niente per l’Italia
Se spread sale son cazzi nostri
Unica è alzare la produttività  –   in recessione = licenziamenti di massa
Perché questo significa fare “le riforme” per i  nordici: alzare la produttività. In  recessione, significa  che ci impongono licenziamenti di massa.
E il governo grillino che schifa l’aumento del Pil, gli sta dando ragione.  Presto  avremo un paio di milioni di disoccupati in più.  Repentinamente. Come  repentino e inatteso (ai cretini) è stato il collasso delle manifatture. Fra un mese o due. E niente banca centrale, niente moneta propria, niente  progetto di sviluppo.

Frattanto, un’altra ministra dell’economia sostenibile e  riuso rifiuti ha fatto la sua scelta:
Tanto valeva votare per Emma Bonino e Più Europa.


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