Il Sole 24 ore – di Marco Valsania 03 dicembre 2018
NEW YORK. Adam Wyden è il giovane investitore e azionista che ha impugnato carta e penna per spedire un appello a Fca. Un appello, quello del suo fondo ADW Capital Management, che ha destato scalpore e dato nuovo impeto alla discussione sull’eredità di Sergio Marchionne e il futuro del gruppo italo-americano dell'auto (si veda il Sole 24 Ore del 29 novembre): occorre insistere sulla lezione trasformatrice di Marchionne, afferma in una intervista a Il Sole 24 Ore, che a suo avviso significa spingere fortemente l'acceleratore su nuove svolte destinate a ridisegnare il settore e il volto dell’azienda.
Sottolinea, parlando dal suo ufficio a Manhattan, di ritenere gli interi vertici del gruppo italo-statunitense all’altezza delle sfide; una squadra, da John Elkann a Michael Manley e Richard Palmer, che ha dato prova di sé. Ma teme che possa affievolire quello che definisce «il fuoco sacro», il senso d’urgenza sposato da un carismatico globetrotter quale era Marchionne. È per questo che Wyden suggerisce, meglio ancora spinge, alcune idee a suo avviso rivoluzionarie. A cominciare dalla più radicale: per le attività “core”, i marchi Jeep e Ram su quel mercato statunitense che genera grandissima parte dei profitti, vede oggi la chance d’una fusione tra eguali con le maggiori rivali americane, Ford o Gm, e forse anzitutto Ford. Perché la considera priva d’una leadership industriale - quindi potenzialmente più facilmente aperta a consolidamenti della Gm di Mary Barra...
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