Scommette su una "crescita robusta" dell'Italia e assicura: "Ci impegniamo a disattivare gli aumenti dell’Iva". Nella sua prima conferenza di fine anno, il presidente del Consiglio parla della legge di bilancio, che è "populista perché è fedele agli impegni presi".
“La manovra in discussione si pone in continuità con gli impegni assunti, continuità e coerenza. In passato si facevano delle promesse, si assumeva il governo e poi di volta in volta le decisioni. Il nostro modus condizionerà qualsiasi futura esperienza di governo“. Nella sua prima conferenza stampa di fine anno il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parla della legge di bilancio, che è “populista” perché è “fedele agli impegni presi” col contratto Lega–Movimento 5 Stelle ed è la “prima tappa significativa del progetto riformatore” dell’esecutivo, che “non è il governo delle lobby“. Sottolinea la “perfetta sintonia tra me, Di Maio e Salvini” e il consenso ancora alto che emerge dai sondaggi, “forse dovuto a questa coerenza nell’azione di governo. Stiamo contribuendo a ridurre la frattura tra classe politica e cittadini”. Quanto all’esecutivo “durerà cinque anni”, dice, e spiega che per lui Palazzo Chigi è “una parentesi meravigliosa che mi rende orgoglioso per realizzare un servizio a favore del paese nel modo più efficace possibile. Ma è una esperienza limitata ai 5 anni della legislatura poi libererò la poltrona. Non farò campagna elettorale per le europee continuerò a tempo pieno nel mio ruolo di presidente del Consiglio“...
Entrando nel merito dei contenuti della legge di bilancio, precisa che il governo farà “di tutto” per evitare l’aumento dell’Iva e che sono state create “tutte le premesse per favorire la crescita economica”. Sempre in merito all’imposta sul valore aggiunto, “per il 2020-21 le clausole di salvaguardia recano numeri importanti ma non vorrei fosse dimenticato che in pochi mesi abbiamo dovuto reperire 12 miliardi per disinnescare gli aumenti Iva ereditati dal precedente governo”. Poi assicura: “Ci impegniamo a disattivare gli aumenti dell’Iva”. Per il premier tra i primi obiettivi rimane anche il taglio degli sprechi, anche se il governo ha avuto “poco tempo per intervenire cum grano salis occorre lavorare” più di cinque-sei mesi di governo e “impiantare una task force” apposita.
“Ci sono tutte le premesse per una crescita robusta” –
Nega che “l’Italia sia osservato speciale della Commissione europea” e precisa che “non è affatto vero che la manovra sia stata scritta a Bruxelles, è stata scritta in Italia. Tutte le volte che mi sono seduto con Bruxelles non ho mai consentito che mettessero in discussione i punti qualificanti della manovra e devo dare atto loro che non hanno mai cercato di valutare nel merito tali punti”. Conte ridimensiona anche le preoccupazioni sul debito, ricordando che “i fondamentali del sistema economico italiano sono solidissimi. Abbiamo un debito che incute un certo timore a guardarlo ma se aggiungiamo altri fattori di valutazione scacciamo via questo timore. Siamo la terza economia della eurozona, la seconda industria manifatturiera, siamo nel G7. Molti Paesi hanno un debito più contenuto ma non hanno un risparmio privato e sono dipendenti dall’estero”. Tutti elementi che consentono di “fare valutazioni più ponderate nel loro complesso”. Parla anche di crescita, una crescita “robusta” per la quale “abbiamo tutte le premesse”, perché la manovra “si svilupperà nel segno della crescita” e “un robusto e poderoso impianto di investimenti, riforme strutturali che realizzeranno una leva economica incredibile”. La prospettiva dell’un per cento” di crescita “è una soglia minima, dobbiamo andare molto oltre”. E sottolinea anche che il governo ha creato un sistema che ha avviato un poderoso piano di investimenti (“Investitalia”) che prevede 400 milioni per i comuni da impegnare entro maggio. Ma, aggiunge, “non stiamo aumentando la pressione fiscale sui cittadini. La pressione fiscale noi per i cittadini l’abbiamo alleggerita. È questa la politica economica sociale che un governo deve esercitare, e non ci è stato affatto dettato dall’Ue. Abbiamo realizzato un’opera redistributiva privilegiando alcune fasce sociali rispetto ad altre”.
Taglio fondi editoria – Intervenendo sul taglio ai fondi all’editoria rassicura che “è un sacrificio imposto a tutti quanti, c’è da parte del governo una sensibilità, di sollecitare le imprese editoriali a stare sul mercato. Una casa editrice mi chiese di dirigere una prestigiosa rivista, io stesso ho detto ‘dobbiamo rinnovare questa testata, perché dobbiamo varare un progetto che si deve muovere sul mercato con le proprie gambe’. E’ così è stato. Non credo neppure – e il vostro caso è una penalizzazione più morbida (ha detto rivolgendosi al cronista di Radio Radicale, ndr)– che un’idea di rivedere un sistema di finanziamentodell’editoria sia un attentato alla libertà di informazione. Da parte di questo governo c’è il massimo rispetto per valori sacrosanti, siete stimolati a cercare risorse alternative, avete tempo per farlo”. Aggiunge che parteciperà al tavolo di discussione tra Fnsi e Odg“ma dovremo discutere di tante altre cose, per esempio di come tutelare le fonti dei giornalisti, di questioni preliminare come l’equo compenso, di cause pretestuose, si può pensare a qualcosa che dissuada coloro che usano iniziative giudiziarie a scopo intimidatorio. Affrontiamo tutti questi temi con molta franchezza e libertà”.
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