Sembrava una boutade. Un atto dimostrativo. Una forma di protesta contro quel governatore così “aperto” alle opposizioni, chiusosi eccessivamente dopo il cosiddetto “patto d’Aula” con i due consiglieri di centrodestra passati al gruppo Misto. E invece, il sassolino della mozione di sfiducia a Nicola Zingaretti si sta trasformando in una specie di tsunami che potrebbe spazzarne via, dopo appena 9 mesi, il secondo mandato da presidente del Lazio e verosimilmente, di conseguenza, anche le velleità di diventare segretario del Pd. Una mozione firmata quasi controvoglia dai consiglieri d’opposizione, i quali in privato ancora ieri maledivano l’ego fuori controllo dei propri capigruppo. Fatto sta che, da presidente blindato e “inattaccabile”, ora zar Nicola rischia addirittura di non mangiare il panettone....
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