Sarà pure che "l'amico Giuseppe" è nel cuore di Trump, ma quando dalla mozione degli affetti si passa alla geopolitica degli affari, il governo gialloverde più che a Washington guarda a Mosca.
By Umberto De Giovannangeli
Sarà pure che "l'amico Giuseppe" è nel cuore di Donald Trump. E sarà pure vero che le
bordate anti-Bruxelles del duo Salvini&Di Maio piacciano tanto all'inquilino della Casa
Bianca. Tutto questo sarà pur vero, fatto sta, però, che quando dalla mozione deglì
affetti si passa alla geopolitica e alla diplomazia degli affari, allora il governo
gialloverde più che a Washington guarda a Mosca. L'ennesima conferma viene dalla
visita a Roma del ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergey Lavrov. E' lui la
star del Med Forum 2018, giunto alla sua seconda giornata. Non c'è dossier caldo sul
tavolo della politica internazionale che non abbia Mosca al suo centro: dalla Siria alla
Libia, dalla lotta, tutt'altro che conclusa, al terrorismo dell'Isis fino alla "diplomazia del
gas" che vede estendersi l'alleanza tra l'Eni e i giganti petroliferi russi, a partire da
Gazprom. Che vi sia un asse Roma-Mosca risulta chiaro dal bilaterale a Villa Madama tra
Lavrov e il ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero Milanesi. "Ci sono diversi Paesi
, tra cui l'Italia, che considerano le sanzioni un atto anomalo e ne siamo grati. Ma non
sta a noi fare il primo passo. Noi dobbiamo costruire la nostra economia in questo
contesto di poca affidabilità dei nostri partner economici", rimarca il capo della
diplomazia russa nella conferenza stampa con il suo omologo italiano. Il messaggio è
chiaro: bene la posizione assunta dall'Italia in sede Ue ma se volete essere fino in
fondo nostri partner in affari, occorre dimostrare nei fatti la vostra posizione
anti-sanzioni....
bordate anti-Bruxelles del duo Salvini&Di Maio piacciano tanto all'inquilino della Casa
Bianca. Tutto questo sarà pur vero, fatto sta, però, che quando dalla mozione deglì
affetti si passa alla geopolitica e alla diplomazia degli affari, allora il governo
gialloverde più che a Washington guarda a Mosca. L'ennesima conferma viene dalla
visita a Roma del ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergey Lavrov. E' lui la
star del Med Forum 2018, giunto alla sua seconda giornata. Non c'è dossier caldo sul
tavolo della politica internazionale che non abbia Mosca al suo centro: dalla Siria alla
Libia, dalla lotta, tutt'altro che conclusa, al terrorismo dell'Isis fino alla "diplomazia del
gas" che vede estendersi l'alleanza tra l'Eni e i giganti petroliferi russi, a partire da
Gazprom. Che vi sia un asse Roma-Mosca risulta chiaro dal bilaterale a Villa Madama tra
Lavrov e il ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero Milanesi. "Ci sono diversi Paesi
, tra cui l'Italia, che considerano le sanzioni un atto anomalo e ne siamo grati. Ma non
sta a noi fare il primo passo. Noi dobbiamo costruire la nostra economia in questo
contesto di poca affidabilità dei nostri partner economici", rimarca il capo della
diplomazia russa nella conferenza stampa con il suo omologo italiano. Il messaggio è
chiaro: bene la posizione assunta dall'Italia in sede Ue ma se volete essere fino in
fondo nostri partner in affari, occorre dimostrare nei fatti la vostra posizione
anti-sanzioni....
"Noi con diversi Paesi, non solo con l'Italia, abbiamo scelto la forma dei progetti anche con
le sanzioni", ha sottolineato in proposito Lavrov. Linea chiara: Mosca non ama l'Europa
, come entità politica, e in questa repulsione c'è una convergenza totale con Washington.
Meglio, per la Russia, puntare sulle relazioni bilaterali e scegliere in Europa un partner
ritenuto più abbordabile. Questo partner è l'Italia. D'altro canto, nel "Contratto di
governo" M5S-Lega c'è l'impegno a "Le sanzioni sono decise a livello di Unione
Europea- ricorda Moavero in conferenza stampa con Lavrov- - e nel mese di dicembre i
capi di governo della Ue sono chiamati a prendere delle decisioni sul rinnovo. Noi –
aggiunge il titolare della Farnesina - Moavero - abbiamo sempre considerato le sanzioni non
come un fine ma come uno strumento, ed è chiaro che per un Paese come il nostro, a
tradizione esportatrice, l'impatto si sente». "Non tocca alla Russia fare i primi passi – insiste Lavrov - noi pensiamo a costruire la nostra economia, stiamo sviluppando tutti i progetti che sono realizzabili in questa situazione,
soprattutto nel settore energetico, e speriamo che nella riunione interministeriale di
Milano, a dicembre, dove saranno presenti anche le piccole e medie imprese dei nostri
Paesi, si possano avviare utili collaborazioni. In presenza di sanzioni - ha concluso -
abbiamo scelto di lavorare insieme attraverso singoli progetti".
le sanzioni", ha sottolineato in proposito Lavrov. Linea chiara: Mosca non ama l'Europa
, come entità politica, e in questa repulsione c'è una convergenza totale con Washington.
Meglio, per la Russia, puntare sulle relazioni bilaterali e scegliere in Europa un partner
ritenuto più abbordabile. Questo partner è l'Italia. D'altro canto, nel "Contratto di
governo" M5S-Lega c'è l'impegno a "Le sanzioni sono decise a livello di Unione
Europea- ricorda Moavero in conferenza stampa con Lavrov- - e nel mese di dicembre i
capi di governo della Ue sono chiamati a prendere delle decisioni sul rinnovo. Noi –
aggiunge il titolare della Farnesina - Moavero - abbiamo sempre considerato le sanzioni non
come un fine ma come uno strumento, ed è chiaro che per un Paese come il nostro, a
tradizione esportatrice, l'impatto si sente». "Non tocca alla Russia fare i primi passi – insiste Lavrov - noi pensiamo a costruire la nostra economia, stiamo sviluppando tutti i progetti che sono realizzabili in questa situazione,
soprattutto nel settore energetico, e speriamo che nella riunione interministeriale di
Milano, a dicembre, dove saranno presenti anche le piccole e medie imprese dei nostri
Paesi, si possano avviare utili collaborazioni. In presenza di sanzioni - ha concluso -
abbiamo scelto di lavorare insieme attraverso singoli progetti".
Quanto alla crisi ucraina, a fondamento delle sanzioni, Lavrov rimarca che "non c'è
un'alternativa agli accordi di Minsk sull'Ucraina, aggiungendo che "in base ai risultati di oggi
siamo convinti che sicuramente presto questi accordi saranno rispettati". Altro punto
d'incontro tra Mosca e Roma è il "dossier libico". "Tutti i problemi della Libia sono legati al
comportamento della Nato. Dobbiamo trovare delle soluzioni della crisi, ma senza
scordarci delle cause che hanno gettato questa regione nell'abisso e stimolato l'intensità
dell'attività terroristica e l'ondata di migranti", dice Lavrov in conferenza stampa.
"La Russia sostiene l'iniziativa italiana, ne ha parlato anche Medvedev a Palermo con
Conte. Siamo per il coinvolgimento di tutti per avviare un dialogo e la riconciliazione
nazionale", ha aggiunto il capo della diplomazia russa, sottolineando che "il sostegno
unilaterale di questo o quell'attore non è una soluzione per la crisi. Per questo l'Italia ha
avuto un grande successo con la conferenza di Palermo".
un'alternativa agli accordi di Minsk sull'Ucraina, aggiungendo che "in base ai risultati di oggi
siamo convinti che sicuramente presto questi accordi saranno rispettati". Altro punto
d'incontro tra Mosca e Roma è il "dossier libico". "Tutti i problemi della Libia sono legati al
comportamento della Nato. Dobbiamo trovare delle soluzioni della crisi, ma senza
scordarci delle cause che hanno gettato questa regione nell'abisso e stimolato l'intensità
dell'attività terroristica e l'ondata di migranti", dice Lavrov in conferenza stampa.
"La Russia sostiene l'iniziativa italiana, ne ha parlato anche Medvedev a Palermo con
Conte. Siamo per il coinvolgimento di tutti per avviare un dialogo e la riconciliazione
nazionale", ha aggiunto il capo della diplomazia russa, sottolineando che "il sostegno
unilaterale di questo o quell'attore non è una soluzione per la crisi. Per questo l'Italia ha
avuto un grande successo con la conferenza di Palermo".
E di Libia, Lavrov torna a parlare al Forum Med 2018. o La soluzione della crisi in Libia
risiede "nel dialogo inclusivo e tra gli stessi attori libici", annota il ministro russo
confermando che Mosca "vuole e può giocare un ruolo guida" in questo processo. "Ma tutto
dipende dai libici. Noi abbiamo parlato con tutte le figure libiche, e questo non è qualcosa
che altri attori stranieri stanno facendo, loro sembrano invece sostenere questo o quel
gruppo. E questo non è corretto", ha sottolineato il capo della diplomazia di Mosca.
Lavrov ha notato tuttavia che "in questi giorni l'approccio di altri importanti attori esterni
è lo stesso" della Russia, e si comincia a capire che" la soluzione risiede nel "dialogo
inclusivo sulla Libia e tra gli stessi attori libici". Il ministro ha quindi ricordato gli sforzi
compiuti a maggio dalla Francia e la conferenza di Palermo della scorsa settimana.
"Sosteniamo gli sforzi degli Stati confinanti, l'Egitto, l'Algeria, e quelli delle Nazioni Unite,
dell'inviato speciale Ghassan Salamé e vediamo che ci si sta muovendo nella giusta
direzione", ha insistito, pur ricordando che "c'è un atteggiamento di alcuni attori libici che
ha bisogno di un aggiustamento".
risiede "nel dialogo inclusivo e tra gli stessi attori libici", annota il ministro russo
confermando che Mosca "vuole e può giocare un ruolo guida" in questo processo. "Ma tutto
dipende dai libici. Noi abbiamo parlato con tutte le figure libiche, e questo non è qualcosa
che altri attori stranieri stanno facendo, loro sembrano invece sostenere questo o quel
gruppo. E questo non è corretto", ha sottolineato il capo della diplomazia di Mosca.
Lavrov ha notato tuttavia che "in questi giorni l'approccio di altri importanti attori esterni
è lo stesso" della Russia, e si comincia a capire che" la soluzione risiede nel "dialogo
inclusivo sulla Libia e tra gli stessi attori libici". Il ministro ha quindi ricordato gli sforzi
compiuti a maggio dalla Francia e la conferenza di Palermo della scorsa settimana.
"Sosteniamo gli sforzi degli Stati confinanti, l'Egitto, l'Algeria, e quelli delle Nazioni Unite,
dell'inviato speciale Ghassan Salamé e vediamo che ci si sta muovendo nella giusta
direzione", ha insistito, pur ricordando che "c'è un atteggiamento di alcuni attori libici che
ha bisogno di un aggiustamento".
Secondo Lavrov, la Libia è stata "rovinata dal bombardamento della Nato", che è "andato
contro la risoluzione delle Nazioni unite sulla no-fly zone". Invece di garantire questa zona
di esclusione aerea, ha insistito, la Nato ha bombardato le truppe di Gheddafi ed aiutato –
assieme agli europei – a far cadere il governo di Gheddafi, creando problemi in tutta
l'Africa. "E proprio quelli che hanno fornito le armi – sapete da dove arrivano le armi -,
hanno minacciato il governo del Mali", ha insistito Lavrov. Mentre l'America si sfila, la
Russia è sempre più un player centrale nella definizione dei nuovi equilibri nel
Mediterraneo e sullo scenario mediorientale. E' "impossibile" garantire la "stabilità nella
regione del Mediterraneo senza la soluzione del problema palestinese, il più importante",
dice Lavrov, aggiungendo che "è necessario anche ripristinare il dialogo tra palestinesi e
israeliani". In tale ottica, il ministro degli Esteri russo ha rilanciato "la proposta di ospitare
un incontro tra i leader israeliano e palestinese senza precondizioni". Il "problema
palestinese si deve risolvere sulla base delle risoluzioni Onu". "Ma anche qui il diritto
internazionale viene sostituito da regole non riconosciute a livello internazionale che
peggiorano la situazione", ha rimarcato Lavrov.
"La Russia continuerà a sostenere tutti gli sforzi, tra cui quelli dell'Egitto", ha concluso
Lavrov.
contro la risoluzione delle Nazioni unite sulla no-fly zone". Invece di garantire questa zona
di esclusione aerea, ha insistito, la Nato ha bombardato le truppe di Gheddafi ed aiutato –
assieme agli europei – a far cadere il governo di Gheddafi, creando problemi in tutta
l'Africa. "E proprio quelli che hanno fornito le armi – sapete da dove arrivano le armi -,
hanno minacciato il governo del Mali", ha insistito Lavrov. Mentre l'America si sfila, la
Russia è sempre più un player centrale nella definizione dei nuovi equilibri nel
Mediterraneo e sullo scenario mediorientale. E' "impossibile" garantire la "stabilità nella
regione del Mediterraneo senza la soluzione del problema palestinese, il più importante",
dice Lavrov, aggiungendo che "è necessario anche ripristinare il dialogo tra palestinesi e
israeliani". In tale ottica, il ministro degli Esteri russo ha rilanciato "la proposta di ospitare
un incontro tra i leader israeliano e palestinese senza precondizioni". Il "problema
palestinese si deve risolvere sulla base delle risoluzioni Onu". "Ma anche qui il diritto
internazionale viene sostituito da regole non riconosciute a livello internazionale che
peggiorano la situazione", ha rimarcato Lavrov.
"La Russia continuerà a sostenere tutti gli sforzi, tra cui quelli dell'Egitto", ha concluso
Lavrov.
Ma su questo fronte Mosca deve vedersela con Israele. "In nessuna circostanza potremmo
consentire la presenza iraniana sul territorio siriano, e i russi lo sanno, e speriamo possano
essere nostri partner in questo sforzo", afferma Yuli-Yoel Edelstein, presidente della
Knesset israeliana, anche lui presente ai Med Dialogue, ricordando che "quando i siriani
hanno abbattuto un aereo russo, le cose sono diventate più complicate", tuttavia "degli
incidenti possono verificarsi. Stiamo cercando di fare sì che le acque si calmino". "E'
responsabilità di ogni governo proteggere i propri confini. Noi continueremo a fare tutto
il necessario per proteggere i nostri confini e per non consentire la presenza iraniana
" in Siria, ha sottolineato. Una capacità nucleare iraniana "sarebbe una vera catastrofe, un
pericolo terribile per il mondo intero", ha proseguito. Il loro obiettivo - ha sostenuto -
"è diffondere un'ideologia di odio, di antisemitismo nella regione e in tutto il mondo: sono
figlio di due sopravvissuti all'Olocausto e quando mi minacciano ci credo", e"
l'atteggiamento antisemitico dei leader iraniani va preso sul serio". La minaccia di Teheran
"è un fatto da contrastare", sostenendo "dialogo, collaborazione, tolleranza" per creare
"un fronte che garantisca in Medio Oriente libero e prospero", ha aggiunto Yuli-Yoel
Edelstein. L'Iran "non è un pericolo solo per noi". Grazie a "sanzioni efficaci", l'Iran "ha
meno risorse per finanziare terrorismo", e la "leadership iraniana si lamenta della
mancanza di risorse finanziare per le milizie in Siria". "Il nostro incubo è che l'Iran
disponga di armi nucleari", ha sottolineato il presidente della Knesset. Ma sulle sanzioni
all'Iran, Roma è più
vicina a Mosca che a Gerusalemme.
consentire la presenza iraniana sul territorio siriano, e i russi lo sanno, e speriamo possano
essere nostri partner in questo sforzo", afferma Yuli-Yoel Edelstein, presidente della
Knesset israeliana, anche lui presente ai Med Dialogue, ricordando che "quando i siriani
hanno abbattuto un aereo russo, le cose sono diventate più complicate", tuttavia "degli
incidenti possono verificarsi. Stiamo cercando di fare sì che le acque si calmino". "E'
responsabilità di ogni governo proteggere i propri confini. Noi continueremo a fare tutto
il necessario per proteggere i nostri confini e per non consentire la presenza iraniana
" in Siria, ha sottolineato. Una capacità nucleare iraniana "sarebbe una vera catastrofe, un
pericolo terribile per il mondo intero", ha proseguito. Il loro obiettivo - ha sostenuto -
"è diffondere un'ideologia di odio, di antisemitismo nella regione e in tutto il mondo: sono
figlio di due sopravvissuti all'Olocausto e quando mi minacciano ci credo", e"
l'atteggiamento antisemitico dei leader iraniani va preso sul serio". La minaccia di Teheran
"è un fatto da contrastare", sostenendo "dialogo, collaborazione, tolleranza" per creare
"un fronte che garantisca in Medio Oriente libero e prospero", ha aggiunto Yuli-Yoel
Edelstein. L'Iran "non è un pericolo solo per noi". Grazie a "sanzioni efficaci", l'Iran "ha
meno risorse per finanziare terrorismo", e la "leadership iraniana si lamenta della
mancanza di risorse finanziare per le milizie in Siria". "Il nostro incubo è che l'Iran
disponga di armi nucleari", ha sottolineato il presidente della Knesset. Ma sulle sanzioni
all'Iran, Roma è più
vicina a Mosca che a Gerusalemme.
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