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martedì 13 novembre 2018

Conferenza sulla Libia, Haftar presente-assente a Palermo. La diplomazia italiana riesce a combinare l'incontro con Serraj


HAFTAR, PRESENTE-ASSENTE A PALERMO - Conferenza sulla Libia: la diplomazia italiana ottiene l'incontro e la stretta di mano c...

https://www.huffingtonpost.it/2018/11/13/haftar-il-presente-assente-gela-la-conferenza_a_23588004/?utm_hp_ref=it-homepage

Il generale arriva a Palermo, prende parte al mini-summit della mattina e stringe la mano al premier libico, ma "non parteciperà alla plenaria".

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C'è ma non c'è. Un po' padrone, un po' separato in casa. Di certo, il monopolizzatore dell'attenzione mediatica. Khalifa Haftar "non parteciperà ai lavori della Conferenza per la Libia", in corso a villa Igiea. Ma l'Italia, organizzatrice della Conferenza, riesce a organizzare un mini-summit e mettere insieme i due nemici, il generale della Cirenaica e il premier libico Fayez al Serraj. Sono presenti anche il premier russo, Dimitri Medvedev, il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, il presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, il premier algerino, Ahmed Ouyahia, il rappresentante speciale dell'Onu in Libia, Ghassan Salame' e il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk....

Il premier italiano suggella la stretta di mano fra Haftar e Serraj, insperata alla vigilia, immortalata dal fotografo. L'immagine, pubblicata sul sito del governo, mostra i due leader libici sorridenti tenersi la mano con il presidente del Consiglio che le unisce con le sue mani per dare risalto al valore simbolico dell'incontro di Palermo.
L'Italia sperava che l'uomo forte della Cirenaica potesse sedersi al tavolo con gli altri protagonisti della scena politica libica per discutere della stabilizzazione del Paese nordafricano. "Il comando smentisce le notizie circolate sui media locali e internazionali riguardo la partecipazione del maresciallo Khalifa Haftar ai lavori della Conferenza per la Libia che si tiene a Palermo", si legge in una nota pubblicata su Facebook. "Il maresciallo - si precisa - è arrivato in Italia lunedì sera per avere una serie di incontri che partiranno martedì con i capi di Stato e i leader della regione per discutere gli ultimi sviluppi regionali e globali". Il post è accompagnato da due foto del colloquio bilaterale di Haftar con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Sul programma del summit aleggia questa presenza-assenza. E così il secondo giorno della Conferenza parte con il controvertice voluto da Haftar, con l'aggiunta imposta dall'Italia della presenza di al-Serraj. Resta la non presenza del generale ai lavori, ufficiali, della plenaria.
"Tutta la mia partecipazione è con i ministri europei e dopo questi miei incontri con loro, alle 8 o alle nove, partirò immediatamente" aveva detto il generale Khalifa Haftar in un'interista alla tv al Hadath rilasciata ieri sera, "non parteciperemo alla conferenza neanche se durasse cento anni. Non ho nulla a fare con questo" evento.
"Sono due le parole che più di altre esprimono la due giorni della Conferenza: dialogo e inclusività – ha affermato Giuseppe Conte intervenendo ieri alla cena di lavoro - Chiedo a tutti, pur nel rispetto delle posizioni di ciascuno, di vivere questa conferenza con uno spirito costruttivo, con il desiderio di lavorare per il bene della Libia e del suo straordinario popolo", ha aggiunto il premier. "La Conferenza di Palermo è una tappa di un percorso più ampio che non è iniziato certo oggi e che non finirà domani", ha aggiunto. "Sarà quindi fondamentale - ha spiegato il premier - che il capitale politico che poniamo oggi sul tavolo possa tradursi in azioni concrete domani".
VIDEO - Alla conferenza a Palermo arrivano Medvedev, Haftar e al-Serraj

Quanto ai contenuti della road map per la stabilizzazione, a fondamento c'è il "piano Salamè": un progetto per la sicurezza di Tripoli, riforme economiche per lo sviluppo della Libia, una road map per il cammino istituzionale del Paese: sono i tre pilastri del piano di azione che l'inviato delle Nazioni Unite in Libia, ha presentato al Consiglio di Sicurezza quattro giorni fa e che funge da base di discussione della Conferenza di Palermo Il primo pilastro è il progetto per la messa in sicurezza della capitale, che prevede la formazione di una forza istituzionale che dovrebbe progressivamente andare a sostituire le milizie per il controllo del territorio. Forza che dovrebbe rispondere ad un consiglio direttivo costituito dai principali ministri del Governo di accordo nazionale. Il secondo cardine riguarda il cammino istituzionale della Libia, con la convocazione in territorio libico di una conferenza (o congresso) nazionale altamente rappresentativa che coinvolga tutte le realtà politiche del Paese, comprese le aree tribali del sud da svolgersi entro le prime settimane del 2019.
Questo potrebbe essere il primo passo per arrivare poi ad elezioni parlamentari nella primavera del prossimo anno, per dare vita ad un nuovo organo legislativo che sostituisca il dualismo tra il Parlamento di Tobruk e l'Alto Consiglio di Stato di Tripoli.
Il nuovo Parlamento dovrà quindi emendare la Costituzione vigente e al contempo lavorare su una legge elettorale in vista delle elezioni presidenziali, anche se non si sa quali tempi possa richiedere questa fase. Nell'ipotesi migliore si parla dell'inizio 2020. A quel punto, oltre a garantire stabilità al Paese, con un presidente e un governo eletti, la Libia avrebbe tutti quei requisiti di democrazia per liberare risorse ora bloccate con l'embargo. Terzo e imprescindibile pilastro per una stabilizzazione della Libia è anche il rilancio economico di un paese dalle ingenti risorse petrolifere, ma ancora oggi mal distribuite, e in molti casi disperse in traffici criminali. In questo senso, l'obiettivo è il consolidamento di enti chiave come la Banca Centrale e la Compagnia nazionale per il petrolio (Noc). Su questo piano, nella due giorni di Palermo, l'Onu ambisce a costruire il massimo consenso possibile tra i partner internazionali e quelli libici. Un obiettivo ambizioso, che deve fare i conti con il presente-assente alla Conferenza: l'uomo forte della Cirenaica, Khalifa Haftar. Il settantacinquenne ex ufficiale di Gheddafi usa un doppio binario mediatico: quello a uso internazionale.--- 

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