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martedì 30 ottobre 2018

Maurizio Blondet - MERKEL, OVVERO IL GOVERNO PER OMISSIONE.

MERKEL - OVVERO IL GOVERNO PER OMISSIONE
Copio e incollo un commentino di Alberto Bagnai:
Auf Wiedersehen Frau Kasner, und vielen Dank. Avevo appena detto (a @radioanchio, mi sembra) che sarebbe potuta partire da vincitrice ma è stata costretta dalla sua germanicità a farlo da sconfitta. E attenzione: il problema non è politico, è culturale (quindi irrisolto)…
Per “germanicità”, credo  intenda l’impoliticità radicale dell’essere tedesco. 

Piccola digressione

Mi sembra di avervi già raccontato come, durante la prima guerra mondiale, governo e parlamento tedesco  – civili –   avessero abbandonato ogni supervisione politica sull’Oberste Heeresleitung  (OHL), il comando supremo delle forze terrestri, per il grande rispetto (e sentimento d’inferiorità) che “la politica” aveva per questi tecnici sopraffini della strategia militare: Hindenburg e Ludendorff, nientemeno, a capo della più eletta schiera di generali. E l’OHL condusse la  guerra con impeccabile teutonica perfezione.  La guerra su due fronti era stata l’incubo di Federico il Grande? Ma l’OHL mandò Lenin in Russia col treno piombato ed ottenne la rivoluzione bolscevica e l’armistizio sul fronte orientale. Disciplina, abnegazione, bravura e spirito di sacrificio dei milioni di soldati e delle  decine di milioni di civili....

Hind e Lud. Vinsero fino alla sconfitta.
Non un centimetro del territorio del Reich era stato  calcato da un solo soldato nemico, quando –  era la fine di settembre 1918  – l’OHL comunicò al ministro degli esteri Von Hintze di avanzare ai nemici una richiesta di armistizio:  immediata. Il vicecancelliere, principe Max  de Bade,  disse che “considerando funesta l’ammissione della nostra debolezza militare, un’offerta  di pace doveva precedere la proposta di armistizio”.   Il Comando insisté sulla necessità  “immediata di una richiesta d’armistizio, stimando impossibile un ritardo  per più di qualche giorno” . Ma perché?,  si domandarono sgomenti ministri e parlamentari.  ”Nonostante tutte le misure prese – fu la risposta del Comando Supremo –  gli effettivi dei nostri battaglioni sono passati dagli 800 ad aprile a circa 540 a fine settembre. La sconfitta bulgara ha  assorbito sette divisioni supplementari. Non resta che richiamare la classe 1900 (i diciassettenni) che potrà aumentare gli effettivi una  sola volta di 100 teste:  la nostra ultima riserva di uomini sarà allora esaurita.  Attualmente le nostre riserve  sono alla fine”.
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Terribile a dirsi, avevano finito il materiale umano.
Il generale Ludendorff  riporta di aver notato nei deputati “un grande scuotimento di nervi”.
Ne avevano ben motivo, racconta lo storico Horst Moeller, “dato che lo OHL da mesi aveva lasciato il governo e i partiti nell’ignoranza del deterioramento militare.  Lo stesso Hindenburg aveva preteso che si potevano ancora reclamare Longwy e Briey [due comuni della Meurthe et Moselle,  che Bismarck aveva rimpianto di non aver annesso nella guerra franco-prussiana del 1870, dopo aver saputo che erano ricchi di ferro]  insieme alla domanda di armistizio immediato”.
Era  la patente conferma della  saggezza politica  di Clemenceau:  la guerra è cosa troppo seria per lasciarla in mano ai militari. Invece cosa fanno i tedeschi quando, decaduto il Kaiser,  instaurano la repubblica? Ne fanno presidente Hindenburg….un idiota politico di questa fatta.
Non  è il caso di schernire questo abito ricorrente dell’impoliticità tedesca, tanto  più oggi che noi italiani dimostriamo al mondo  la nostra falla speculare a quella :  ancora una volta  ci confermiamo laboratorio politico più creativo e innovativo, inventiamo un Comitato di Liberazione Nazionale che miracolosamente unisce due Italie radicalmente divise, un governo che supera di slancio la falsa  divisione destra-sinistra,   un populismo determinato e cosciente  che ha il coraggio di opporsi  alla dittatura UE-tedesca, suscitando vaste speranze all’estero  – e poi cadrà perché quelli di Melendugno bruciano i ritratti dei deputati 5 stelle che gli avevano promesso di bloccare la Tap, e i valligiani di Susa pretendono il blocco della TAV. Microscopici egoismi retrivi, ma imperiosi,  particolarismi  dementi quanto violenti, neandertaliani, piccinerie irriducibili nella sedizione  perché  impermeabili alla ragione, stanno per far fallire il progetto di liberazione dei popoli europei di cui l’Italia s’era messa a capo.
Ogni popolo europeo  – pieno di virtù –  ha il suo vizio  specifico, riconoscibile , ed è tristemente singolare che non siamo capaci di imparare l’uno dall’altro le virtù che ci mancano, e che sono precisamente quelle di cui abbiamo bisogno.
Dunque mi limito a notare che, in Germania, anche il passaggio in massa degli elettori dal SPD ai Verdi è una ulteriore prova di impoliticità:  il trasloco dalla socialdemocrazia all’ecologia è una forma di neutralizzazione.   Pensare che il problema della Germania e dell’Europa sia il clima, è un po’ come la battuta che dice che il problema di Palemmo è il chraffico.
Molti voti sono passati dalla CDU ai Verdi, più che allo AfD. A “sinistra”, diciamo.
Non è dunque sorprendente  che siano i Verdi  e non AfD ad  avere l’affermazione più significativa – persino con un passaggio di elettori della CDU ai Grunen, perché AfD è una scelta troppo “politica”.
Anche la signora Kasner in arte Merkel  è durata tanto, con soddisfazione piena dei suoi tedeschi, per aver avuto l’aria di non fare mai niente: in realtà – sempre in ascolto delle banche e della loro Confindustria –  ha strangolato la Grecia, ha avallato il golpe anti-Mosca  in Ucraina, ha frenato l’Europa tutta (non solo quella del Sud)  con l’ordoliberismo,  ha impedito la riforma dell’euro come vera moneta comune, ha sanzionato la Russia mentre  realizzava con essa il NordStream 2  –   ma tutto  più come ”inazione” ed omissione che attiva azione. Infatti provate a ricordare:  avete identificato una  posizione  della Merkel, che so, sulle primavere arabe – o colorate? Sulla crisi finanziaria del 2008? Sulla Brexit? Niente. Ha lasciato che  questi storici fatti  avvenissero, apparentemente, tutto li.  La sola volta che ha preso un’iniziativa, invitando milioni di immigrati in Europa, ha fatto un disastro ed ha – finalmente –  scontentato i tedeschi, mettendo anche in crisi i rapporti  con Ungheria, Polonia, Italia.

Macron resta solo – come un avanzo

Adesso,  sia che  resti cancelliera fino al 2021,  sia che i giovani della CDU se  ne liberino, saranno anni di introversione della politica tedesca ancora più accentuata, una più potente scusa di non decidere niente sulla UE perché la Germania deve risolvere i suoi problemi interni, la sempre più difficile formazione di coalizioni,  tutto resterà come prima –   ogni mese tanto di guadagnato per il surplus tedesco. Macronresta  del tutto solo   col suo progetto – scompagnato – di   indurre la Germania ad una maggiore integrazione ai comuni destini europei.  Un progetto che era un sogno irrealizzabile anche prima, ma almeno  la Merkel non diceva né sì né no,  e ciò bastava a giustificare   l’esistenza del giovane malato di mente all’Eliseo.  Adesso, il cretino politico è rimasto lì come  avanzo e  detrito,  senza più senso e  scopo – e naturalmente non ha l’intelligenza politica per cambiare progetto e alleati.
Come ha detto l’ex ministro Eric Woerth: Macron “pensava di  essere il presidente del mondo, poi il presidente dell’Europa. Adesso è tanto se riesce  ad essere presidente della Francia”.

Lo spread-monstre di Deutsche Bank: è a 600

Ultima notizia per ora, avete visto Deutsche Bank? “Continua la sofferenza. I costi del finanziamento continuano a  crescere,  i mercati le chiedono il 6 %, e  per le sue obbligazioni ibride convertibili, 8,8  %”, riferisce il giornalista economico Holder Zschaepitsch.
E’ l’impressionante spread di Deutsche Bank. Strano che  si parli solo dello spread italiano.
Ma di questo, domani.  Un capitolo sull’economia sotto al Merkel.

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