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sabato 21 luglio 2018

Maurizio Blondet - LE DEMOFOBIA DELLA SINISTRA: (ma la frase di Saviano pare un falso)

La demofobia, l’odio per il popolo, è ormai apertamente la bandiera dei mondialisti e della sinistra che ne ha sposato la causa. In reazione alla globalizzazione e alla sua logica mortifera, i popoli sono tornati a guardare alle patrie, alle identità, alle radici, alla sovranità, alla religione, alla morale tradizionale, elementi di freno della spinta mondialista. Così, con la riscoperta della tradizione si consuma il divorzio del popolo con la sinistra politica.
(Redazione Diplomazia Italiana)
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(L’ha detto davvero?)

(Attenzione:  la frase sopra attribuita a  Saviano sarebbe una bufala:

secondo un deblogger “David Puente”, vedi qui

Magari voi non ve ne siete accorti, ma per due giorni è circolata molto una notizia falsa su Saviano

(Se ciò è confermato,  me ne scuso con Saviano e coi lettori. Ildiscorso sulla Demofobia delle sinistre resta)---
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(mi ricorda qualcosa. Ma cosa? Ah ecco):...

Nella carestia del 1921-222, 5.053.000 morti….Lenin, “il più umano degli uomini” [….] considera del tutto priva di importanza  “la morte degli abitanti mezzo selvaggi, stupidi, rompiscatole dei villaggi russi”. Maxim Gorki: “Suppongo che la maggior parte dei trentacinque milioni di affamati morirà. Morirà la gente semiselvaggia, stupida, cupa dei villaggi russi, e sarà sostituita da una nuova razza di persone istruite, ragionevoli, piene di energia” (Gianantonio Valli, GiudeoBolscevismo , 2014, pag. 181)

“Qual è il profilo degli euroscettici? I perdenti ….un tratto unificante è la bassa scolarizzazione” (Corriere della Sera)
Don Giorgio De Capitani:”Buttiamo fuori i leghisti dalle chiese”.
Rossana Casale:”Voglio i figli di Salvini sulla Ong, subito !
Sabina Guzzanti “Possiamo sparare a un leghista se ci entra in casa”.
Padellaro:”Fermiamo Salvini anche con modi bruschi”.
Mancano tanto le Brigate Rosse. Ma si possono ricreare.
(Anche questo ricorda qualcosa):
“Degli 11 membri del Comitato Centrale, quattro erano gli ebrei benestanti, tra gli altri Rosa Luxenbourg, la quale scrisse nel dicembre 1918: “In nome degli scopi supremi dell’umanità, il nostro motto contro i nostri nemici dev’essere: il dito in pieno occhio, il ginocchio sul petto!” (Aleksandr Solgenitsin, “Due Secoli Insieme”, Napoli 2007, p. 167″.
“La nostra è una nuova morale. La nostra umanità è assoluta perché ha le basi nel desiderio dell’abolizione di ogni oppressione e tirannide. A noi tutto è permesso, perché siamo i primi al mondo a brandire la spada non per la schiavitù e l’oppressione, ma in nome della libertà e dell’emancipazione dalla schiavitù. Noi non combattiamo gli individui. Noi distruggiamo la borghesia come classe” (Krasnyj mec, Spada Rossa, organo ufficiale della CEKA, 18 marzo 1921)
Esattamente dopo la caduta del keynesismo (1973) e l’affermarsi incontrastato del neoliberismo, si arresta la crescita del reddito del 99% della popolazione più povera e inizia l’inarrestabile crescita dell’1% più ricco. Fino ad arrivare al paradosso di oggi.
@IlariaBifarini

Relazione causale fra austerità nell’eurozona e suicidi di maschi adulti  in Italia, Grecia, Spagna e Irlanda.

“una riduzione dell’1% nella spesa pubblica è associata a un aumento di 1,38% nel  breve termine, 2,42  nel medio, e 3,32 % nel lungo termine dei maschi fra i 69 e gli 80 anni nell’eurozona”
Un altro ricordo:
“Gli ebrei hanno salito i gradini del potere ed hanno occupato alcune cime. Di là, è normale che abbiamo fatto venire i loro parenti, amici, compagni di gioventù. Decine di migliaia di persone trasmigrarono in massa da Odessa a Mosca”
“Si possono seguire queste migrazioni scorrendo le biografie. Come quella di David Azbel. Nel 1919, ancora ragazzino, lascia Cernigov, dove è nato, per venire a Mosca dove abitano già due zie . Vive prima a casa di una delle due, Ida, ricca commerciante della Prima Gilda, il cui marito era rientrato dall’America, poi nella casa dell’altra, Liolia, ospitata nella Prima Casa dei Soviet (Il Nazionale, un ex albergo) con tutto il fior fiore sovietico. Il loro vicino Ulrich, che più tardi diverrà illustre, diceva scherzando: “Perché non apriamo una sinagoga al Nazionale, dove vivono solo ebrei?”. Tutta una elite sovietica lascia allora Pietroburgo per insediarsi nella Seconda Casa dei Soviet (il Metropoli) nella Terza (il seminario Bojedomski), nella Quarta (in via Mokhovaia/Vozdvjienka) e nella Quinta, Questi locatari ricevono abbondanti pacchi da un centro di distribuzione speciale: “Caviale, formaggi, burro, storione affumicato non mancava mai sulla loro tavole (siamo nel 1920).
“Tutto era speciale, concepito per la nuove elite: giardini d’infanzia, scuole, club, biblioteche”. Nel 1912-22, anno della micidiale carestia del Volga e dell’aito dell’ARA [American Relief Adminsitration, creata nel 1919 dalla Commissione Hoover persoccorrere le vittime della carestia in Russia) , nella loro scuola modello, la mensa era mantenuta dalla fondazione ARA e serviva colazioni americane: riso al latte, cioccolata calda, pane bianco e uova al tegame…I ragazzi delle case vicine odiavano quelli delle ‘Case Sovietiche’ e alla prima occasione li aggredivano”.
(Aleksandr Solgenitsin, op cit, pagina 137).
“Il ruolo degli ebrei in Ungheria è stato decisivo: sui 49 commissari, 31 erano ebrei. Anzitutto Bela Kun, capo del governo de facto, che come sappiamo un anno dopo annegherà la Crimea nel sangue. Vi tropviamo Mattias RAkosi, Tibor Samueli, Djerdj Lukas….Vero è che il primo ministro, Sandor Garbai, non era ebreo. Rakosi ebbe questa battuta di spirito: se Garbai è stato eletto capo del governo, è perché qualcuno possa firmare le sentenze di morte il sabato” (A. Solgenitsin, op. cit., pag. 168)

Enrico Mentana presenta il progetto per i giovani giornalisti e insulta un cronista: “Sei un coglione, non verrai mai assunto”

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