Il Dl Dignità prevede l'aumento delle mensilità, ma un emendamento dei renziani vuole eliminare l'articolo. Di Maio: "Come si può essere contrari a una misura così?". Nannicini: "Bufale. Perché non reintroduce l'articolo 18?". In realtà protestano gli ex parlamentari democratici Esposito e Damiano: "Grave, quella norma l'abbiamo già votata in fotocopia negli anni scorsi. Martina cosa ne pensa?". Ma il segretario: "Propaganda".
Il decreto Dignità sembrava finora il primo test di tenuta della maggioranza, con la Lega che ha promesso modifiche dopo aver sentito le sirene del suo pezzo di elettorato composto dai datori di lavoro e dall’altra il ministro Luigi Di Maio che ha avvertito che va bene migliorare, ma senza snaturare il testo. E invece – proprio ora che la sterminata campagna elettorale diventa finalmente in un confronto nel merito – a mostrare qualche affanno è ilPartito Democratico, il principale partito di opposizione. Ad accendere la miccia, alla vigilia dell’inizio della discussione nelle commissioni Finanze e Lavoro, è un emendamentopresentato da un gruppo di deputati – guidato dall’ex vicesegretaria Debora Serracchiani – che intende sopprimere l’articolo del decreto Dignità che aumenta le mensilità degli indennizzi a favore dei lavoratori che vengono licenziati ingiustamente. Una proposta di modifica contro la quale si schiera Di Maio con un post su facebook (“come si può essere contrari a una norma che dà un giusto indennizzo ai lavoratori che subiscono degli abusi?”)...
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https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/07/22/decreto-dignita-no-allaumento-delle-indennita-per-licenziamenti-ingiusti-il-pd-sceglie-la-linea-confindustria-e-si-spacca/4509002/
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