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venerdì 1 giugno 2018

Massimo Gramellini: “Sic transit gloria Renzi”



(Massimo Gramellini per Il Corriere della Sera) – 
I giornalisti che al binario del Firenze-Roma aspettavano il nuovo premier Giuseppe Conte hanno invece visto scendere dal treno quello vecchio, Matteo Renzi. La scenetta è un apologo sulla precarietà del potere. L’uomo che si è mosso per anni con legioni di telecamere al seguito ha guadagnato l’uscita senza venire intralciato dal peso di troppe attenzioni. Era l’oscuro prof. l’oggetto del desiderio.
E Renzi, a cui la faccia tosta certo non manca, è subito entrato nella parte del portavoce, annunciando che Conte stava arrivando, anzi, che si trovava proprio dietro di lui. Naturalmente non era vero, se non in senso lato. Da buon toscano, l’ex segretario del Pd è abbastanza cinico da sapere come funzionano gli esseri umani. Solo gli amici veri ti considerano per quello che sei e non per il ruolo che occupi.
Ma a rendere l’episodio ancora più istruttivo è stato il comportamento dei passeggeri che lo hanno gratificato almeno tre volte dell’epiteto di «buffone»...
Non era come leggerli sul web: stavolta si trattava di insulti dal vivo, proferiti con ogni probabilità da persone che negli anni della gloria lo avrebbero applaudito e riverito.
Uscendo dal Senato, dove aveva appena dismesso la sua carica per tornare privato cittadino, il temutissimo dittatore romano Silla, padre di tutti i rottamatori, venne sbeffeggiato da un passante. Renzi non è Silla. Ma la natura umana è rimasta la stessa. I nuovi potenti faranno bene a ricordarselo.

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