Pagine

mercoledì 18 aprile 2018

Consip, si sgretola l’alibi di Luca Lotti"RenzianoDOC"

Giacomo Amadori per la Verità) –
 Nell’ inchiesta Consip sembra essersi aggravata la posizione del ministro per lo Sport Luca Lotti. Il politico di Montelupo fiorentino è accusato di rivelazione di segreto e favoreggiamento in seguito alle dichiarazioni dell’ ex amministratore delegato della Consip Luigi Marroni. Il manager ha detto di essere stato messo in guardia dal ministro sul rischio intercettazioni e su un’ indagine che riguardava il suo predecessore. Lotti ha smentito seccamente questa versione, anche in un recente faccia a faccia con l’ ex ad, avvenuto di fronte ai magistrati.
Ma perché Marroni avrebbe dovuto calunniare il ministro? Il movente sarebbe banale: lo stesso Lotti avrebbe osteggiato la candidatura al vertice della Consip di Marroni, non ritenendolo sufficientemente fedele al Giglio magico di Matteo Renzi. «Mi hanno associato al governatore della Toscana Enrico Rossi, ma come assessore in Regione e, poi, in Consip, sono stato chiamato per le mie capacità di manager, capacità attestate dai risultati»...
, ha protestato Marroni con il suo avvocato Luigi Li Gotti, ex politico del Movimento sociale e dell’ Italia dei valori.
«Quando Renzi mi ha proposto il nuovo incarico in Consip naturalmente ho chiamato il governatore per comunicargli che avrei lasciato l’ assessorato, ma la sua reazione è stata distaccata, non mi ha nemmeno fatto le congratulazioni per un ruolo che in quel momento era molto importante», avrebbe continuato Marroni.... Li Gotti, già difensore della famiglia del commissario Luigi Calabresi e di storici pentiti di mafia come Tommaso Buscetta, aggiunge: «Da allora Marroni ha visto Rossi, casualmente, una volta e quindi ci sentiamo di escludere che la nomina del mio cliente sia stata un’ operazione orchestrata dal presidente della Toscana.
A chiamarlo a Roma è stato Renzi in persona. Non si può nemmeno sostenere che a far scaturire le rivelazioni su Lotti, sia stata la defenestrazione di Marroni dalla Consip, perché, quando ha parlato con il pm Henry John Woodcock, l’ ex ad era ancora ben saldo sulla poltrona».
Per asseverare la serenità dei rapporti di Marroni con Lotti, l’ avvocato Li Gotti lunedì 16 aprile ha depositato in Procura un plico contenente le fotocopie delle decine di sms e email che Marroni e Lotti si sarebbero inviati tra il 2015 e il 2016. «Tali scambi hanno un contenuto istituzionale e a renderli importanti non sono gli argomenti, ma il tono delle comunicazioni. Il titolo possibile del carteggio? “Caro Luigi, caro Luca”. Dai documenti non risulta nessuna inimicizia tra i due e non c’ è un messaggio più importante di altri. Attestano un’ interlocuzione serena su diversi temi interni all’ azienda: dagli obiettivi alle nomine. Ci sono anche i complimenti per i risultati».
L’ entourage di Lotti ha criticato sui media la decisione di Marroni di tirare fuori le carte solo ora. «Perché avremmo dovuto consegnarle prima? Sino a oggi nessuno aveva messo in dubbio la bontà delle relazioni tra Lotti e Marroni. La necessità di dimostrare la normalità dei loro rapporti è sorta solo adesso».
Dall’ angolo di Lotti hanno sollevato un altro interrogativo: perché il ministro, con le sue confidenze, avrebbe dovuto rischiare conseguenze penali per mettere in guardia una persona a cui non era particolarmente legato? Li Gotti ha la risposta pronta pure in questo frangente: «Dovrebbe chiederlo a Lotti, ma bisogna vedere se il suo interesse fosse quello di tutelare Marroni o qualcun altro, di cui si poteva parlare al telefono o negli uffici della Consip. Comunque le fughe di notizie riguardavano un’ indagine sul predecessore di Marroni e non su di lui personalmente, inoltre il mio cliente ha detto di aver ricevuto queste delicate informazioni da più fonti». Tutti suoi nemici? 
Non è facile da credere.---

Nessun commento:

Posta un commento