Il sindaco: “Siamo sempre stati accoglienti ma qui ora tanta gente è arrabbiata”. Teste rasate in piazza e Forza Nuova annuncia: “Pagheremo la difesa per Traini”.
A Macerata c’è chi difende l’aggressore. “Non ne possiamo più di questi stranieri”
Che cosa sta succedendo, a Macerata? Il segretario provinciale del Pd, Francesco Vitali, sul marciapiede davanti alla sezione colpita, è disorientato: «Dico a tutti che la violenza non ha mai portato a nulla di buono. Però è vero che molti maceratesi non se la sentono di condannare Traini. È per un malessere che montava da qualche tempo. E da cittadino in fondo lo capisco. Tutti dicono: quello spacciatore aveva un ordine di espulsione, che ci faceva ancora qui? Sei venuto con una barca, riprenditi la barca per tornare a casa tua». Il sindaco Carancini, anche lui del Pd, mai vorrebbe che passasse il messaggio di una comunità trasformatasi in covo di razzisti. Però riconosce: «Non nego il disagio di tanti cittadini. La piaga dello spaccio è sentitissima. C’era stato un cambio di passo nell’opinione pubblica verso i nuovi arrivi. E il fatto di Pamela ha fatto spostare in una certa area l’asticella della tolleranza verso l’intolleranza, che pure non è nel Dna di Macerata. Noi siamo sempre stati un modello di accoglienza. Ma tanti erano arrabbiati. E anche io, sa, ero infastidito da questi giovanotti che bighellonavano tutto il giorno, sempre lì a chiedere la carità, o peggio a spacciare. Per due mesi abbiamo avuto pure certi accampati ai giardini. Poi, se uno era già border-line, è passato oltre e si è sentito giustificato alla rappresaglia di tipo fascista».---
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