Manca meno di una settimana alla scadenza per la presentazione delle liste. Dicono che il bulletto di Rignano, tra una comparsata televisiva e radiofonica, passi il tempo barricato al Nazareno, immerso nelle liste dei candidati (solo fedelissimi). “Basta, a questo punto ci vuole il lanciafiamme”, scrive l’Ansa a tarda sera. Circondato dai soliti noti, e facendo i conti della serva, per capire come racimolare voti e non perdere numeri: grazie anche a questa legge elettorale (voluta proprio dal Pd) che, se non è cervellotica, è per lo meno masturbatoria…. Il Rosatellum, infatti, è un salto nel buio che solo delle menti non allineate alla logica, potevano partorire. E ne vedremo di disastri nei prossimi mesi e, forse, di sorprese. Visto che le coalizioni rese obbligatorie dal Rosatellum si riveleranno il 5 marzo essere solo un cartello elettorale, lo ammettono pure svariati candidati a microfoni spenti. E lo dimostrano i continui ragionamenti che si fanno nei palazzi della politica per capire quale maggioranza sarà possibile: lo scenario che va più forte resta l’alleanza tra...
Pd e Forza Italia, senza le ali, ma non manca chi ragiona su altre variabili. Ormai è chiaro, Renzi non vuole lasciare agli “alleati” i (pochi) collegi sicuri. I collegi blindati, quelli che assicurano una sorta di passaporto sicuro per la terra promessa di Montecitorio o Palazzo Madama, sono pochi e tutti li vogliono. Tutti vogliono la Toscana… ma il giglio magico non vuole lasciare agli “alleati” i (pochi) collegi sicuri. L’Emilia Romagna si deve “caricare” gli esterni al Pd, non esattamente popolari nell’elettorato di centrosinistra: dunque, le resistenze si sprecano. I parlamentari del Pd uscenti parlano di caos assoluto: “Nessuno sa nulla”. Il malumore comincia a diffondersi nascostamente. Franceschini inizia a muovere le truppe sullo scacchiere del Nazareno, perché la possibilità di conquistare la segreteria del partito non è assolutamente remota. Con un Renzi sconfitto o indebolito a marzo (gli ultimi sondaggi sono da “depressione” per stessa ammissione dei vertici Pd) anche molti dirigenti attualmente “fedeli” al toscano inizierebbero a farsi “scaldare”, alla ricerca di un riposizionamento interno, dal nuovo sole di Franceschini. La coalizione-bonsai alleata già mostra segni di cedimento. Motivo? La trattativa sulle candidature, tanto per cominciare. Si dicono anch’essi preoccupati dagli ultimi sondaggi Pd, non proprio incoraggianti, che riducono ulteriormente la fetta dei seggi sicuri. Ieri gli “alleati” hanno voluto incontrare Renzi per chiedergli garanzie sulla loro presenza nelle liste. Vorrebbero più posti ma, secondo fonti Pd, rischiano di non arrivare neanche all’1% e ne avranno la metà. Tranquilli: anziché scervellarvi, abbiate fiducia negli elettori e vedrete che tutto andrà per il meglio. Beatrice Lorenzin che non ha reali possibilità di passare il 3% con la sua lista “petalosa”, dovrebbe essere schierata a Prato, in un collegio sicuro. Paracadutata sarà pure la ministra laureata a sua insaputa Valeria Fedeli, altro caso spinoso: dovrebbe correre a Piombino. Quello che preoccupa è la sorte di Emma Bonino. Casini insiste per Bologna. Infine c’è il rebus Boschi. Maria Elena Boschi dal 14 dicembre, giorno del letale confronto tv con Marco Travaglio, è scomparsa dalle ribalte mediatiche, ma anche dalle piazze e dai giornali patinati. Ordine di scuderia, dicono, arrivato dal Nazareno, valido almeno fino a che non si sia sciolto il rebus dei collegi. Già i collegi! La madonnina del giglio magico non può essere gettata in un angolo come un pacco postale. Dopo aver vagliato le mille opzioni e considerando come sarebbe stato deleterio concorrere nella terra natia, Maria Elena, per le prossime politiche si “immolerà” e “rischierà”, in quel di Bolzano. Meglio candidarsi lontano dagli occhi e dal cuore, per sfuggire ad una solenne batosta e dai risparmiatori di Banca Etruria (non a caso finita in bancarotta), che ancora strepitano ed urlano, chiedendo giustizia. Il Trentino, terra del Svp, è ormai una roccaforte di sinistra. Vuoi per la doppia lingua buona per fregare gli elettori, vuoi per le marchette, sotto forma di emolumenti per le realtà linguistiche della zona, vuoi per una sorta di tacito accordo geo politico tra le parti, il sito elettivo, sembrerebbe abbastanza blindato. Il rischio di reazioni spropositate della bella Maria Elena era nell’aria, quindi la cosa migliore in questi casi è una sola: comprarsi il silenzio, blindandoti la candidatura.---
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