Regalo del GovernoPD alle donne: uguale età con gli uomini per andare in pensione:+ 1 anno.
Scatta, dal primo gennaio 2018, l’equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne prevista dalla riforma Fornero. In particolare, le lavoratrici del settore privato dovranno perfezionare almeno 20 anni di contributi e 66 anni e 7 mesi di età, come già previsto per gli uomini e per le dipendenti del pubblico impiego. Finora, invece, bastavano 65 anni e 7 mesi d’età per le dipendenti del settore privato (cioè un anno in meno) e 66 anni e un mese per le lavoratrici autonome (5 mesi in meno). Lo scatto penalizzerà soprattutto le lavoratrici nate nel 1953, che potranno andare in pensione di vecchiaia solo nel 2020 perché nel frattempo, nel 2019, scatterà per tutti i lavoratori l’adeguamento a 67 anni della soglia per accedere alla pensione di vecchiaia. Aumenta anche la soglia d’età per l’assegno sociale, dal 2018 servirà un anno in più: da 65 anni e 7 mesi a 66 anni e 7 mesi. Nessuna variazione invece per la pensione anticipata. Anche nel 2018 si potrà lasciare il lavoro, indipendentemente dall’età anagrafica, con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini o con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, sia nel pubblico impiego sia nel settore privato.
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Forte aumento, di 5,2€ mensili, della pensione...
Con l’adeguamento delle pensioni all’inflazione, dal gennaio 2018 l’importo del trattamento minimo sale da 501,89 a 507,41 euro al mese. In un anno, compresa la tredicesima, si tratta di circa 72 euro in più. Aumenta anche l’assegno sociale corrisposto a chi ha più di 65 anni e non ha altri redditi: da 448,07 a 453 euro al mese. Per chi ha ancora la vecchia pensione sociale (concessa fino al 1995) l’importo sale a 373,32 euro al mese. L’assegno di invalidità civile passa da 279,47 a 282,55 euro.
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