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venerdì 8 dicembre 2017

Maurizio Blondet -Ex vice presidente USA:"Cosi' il Cremlino interferì nel referendum italiano". Come costruire i nemici del popolo....

Comincio ad aver paura davvero. Non  c’è più nulla da ridere quando il quotidiano israeliano La Stampa lancia in prima pagina e  in apertura una menzogna oltraggiosa, impudente e senza la minima vergogna:
Ricordiamoci che questi sono quelli che  Israel Shamir chiama “I Padroni del Discorso”; allora c’è da tremare perché questa  sta per essere imposta come la verità ufficiale  di un regime totalitario in formazione.

 Biden: “Il Cremlino interferì in Italia sul referendum costituzionale”

La denuncia dell’ex vice presidente Usa: l’offensiva non è finita. Ora la Russia sta aiutando Lega e Cinque Stelle in vista delle elezioni


Dunque vediamo. Anzitutto la fonte che La Stampa prende   come autorevole: Joe Biden. Da vicepresidente di Obama, è rimasto famoso per aver sparato centinaia di gaffes, preso decine di cantonate verbali, spropositi e strafalcioni  sovente offensivi e razzisti, spesso così comici, da essere in Usa l’analogo di certe barzellette italiane che cominciano: “Ci  sono due carabinieri…”. Se non ci credete, cercate su Google “Biden ridiculous quotes” [frasi ridicole di Biden]   e vedrete l’intera galleria.  Non mi dilungo perché qui non c’è niente da ridere. Non più...

Dico, qui abbiamo il primo afro-americano che è articolato, brillante, pulito…” (di Barak Obama). Ultimo: “Una parola di tre lettere: J-O-B-S!” (sono 4 lettere)..
Dunque  La Stampa spara in  prima  Biden   con la sua  tremenda accusa: “Così il Cremlino  interferì nel referendum italiano”. 
“Così” come?, magari  vorreste chiedere. Ovviamente non è spiegato alcun “come” Putin ha interferito nel referendum di Renzi Matteo per farlo perdere.  Il  giornale israeliano  di Torino  vuole che  lo crediamo sulla parola:  qui già potete intravvedere come  La Stampa stia diventando, per sinistra metamorfosi, la Pravda (Verità) del  nostro domani.
Allora, sunteggiamo quel che ci  vien comandato di credere:   che  19 milioni e mezzo di italiani  ( precisamente 19 419 507) hanno detto No a referendum perché   suggestionati  dal Cremlino. La potenza della propaganda di Mosca è veramente schiacciante. C’è  da essere sgomenti da quanto si  faccia suggestionare  –  dagli hackers? Da dalla frequentazione quotidiana  di Russia Today  che tanto avvelena menti?  – l’infantile popolo italiota.
Ancora più impressionante è la diffusione geografica dei risultati del referendum:
Tutta Italia ha obbedito a Putin, tranne le regioni rosse. che hanno votato   come voleva Renzi. 

Qui si vede che gli  spiriti forti, quelli che   hanno  resistito  agli adescamenti di  Mosca  ed hanno   dato il loro SI’ a Renzi, sono concentrati nelle Regioni Rosse. Proprio quelle che per cinquant’anni  hanno votato “obbedienza pronta cieca assoluta” al Cremlino, quello sovietico. Una bella evoluzione  democratica, da  Stalin a Biden.
 
Il vostro cronista  –  che  riconosce di subire il fascino  della propaganda  putiniana  –  confessa di essere stato alquanto incerto se votare SI’ invece di NO: ritenendo che  delle principali riforme proposte da Renzi, alcune erano necessarie. A far pendere il vostro cronista per il NO è stato  Giulio Tremonti, che in non so più quale talk show  ho sentito illustrare con chiarezza come il referendum fosse un pasticcio disomogeneo, dove cose buone erano mescolate a furbate irricevibili.  Riconosco volentieri che Tremonti possa essere un agente d’influenza di Lavrov, seduttore di deboli menti come la mia. Ma che dire del costituzionalista  Valerio Onida? Costui ha addirittura fatto ricorso (all’onnipotente TAR del Lazio) sostenendo la stessa cosa che Tremonti, la  mancanza di omogeneità dei quesiti referendari.
Confesso inoltre che la mia  volontà di votare NO in obbedienza ai comandi di  Vladimir Vladimirovic, ha vacillato   più volte quando per il NO si sono dichiarati via via anche le seguenti entità: Massimo D‘Alema & Bersani, Il Manifesto, la CGIL,   Niki Vendola,  SEL Sinistra Ecologia e Libertà, persino i Cobas, l’ANPI e l’ARCI.  Uno  con la mia storia, a trovarsi  sulla stessa trincea di ARCI e SEL, per forza si domanda: dove ho sbagliato?
Anche loro influenzati da Putin.  
La seconda domanda che mi sono posto è, ovviamente: anche D’Alema è pagato da Putin?  I COBAS sono uno strumento   della propaganda russa? E il Manifesto? Il potere di suggestione esercitato dagli hackers russi e da Sputnik News  ha  l’aria di un invasamento e di una possssione –   è davvero temibile:. Perché ha un bel accusare,   Joe Biden, come soggetti a Putin, Lega e 5 Stelle; no, no, a votare contro Renzi cedendo alla lusinghe putiniane sono state le sinistre sciolte e a pacchetti, soprattutto loro.  Senza dimenticare Magistratura Democratica  e il procuratore di Torino  Armando Spataro   (ex Mani Pulite,  premio Capalbio 2010) che si schierò contro Renzi “per dovere civico”.  Ammetto  che il numero enorme di agenti di Putin nella sinistra, di cui non si sospettava neppure l’esistenza, mi ha lasciato basito.

Io mi ricordo che s’è ingerito Obama

Se siamo così tanti, coi progressisti pure,  mi domandavo,  cosa aspetta Vladimir? Ad un suo ordine prendiamo il potere e facciamo uscire l’Italia dalla NATO.  Ma che dico?^ Il potere di Putin in quell’occasione ha soggiogato persino l’organo dei poteri forti occidentalisti se  mai ce n’è stato uno: The Economist di Casa Rotschild.  Nel numero del 4 dicembre  2016, un suo editoriale dal titolo: “Perché l’Italia dovrebbe votare No al suo referendum” e la sintesi è che l’Italia «ha bisogno di riforme di maggiore portata, non di quelle offerte al momento». Il fallimento del referendum porterebbe alla nascita di un governo tecnico, scenario auspicatodall’Economist – che poi è proprio quello che è avvenuto, chissà  per influsso di chi.
Pensate dove si infiltra  il Cremlino, persino nella redazione dell’Economist. Un  influsso sottile e quasi invisibile ma efficacissimo, che è riuscito ad  annullare  la modesta ingerenza che – se  ben ricordo – esercito allora sui fatti nostri interni la Casa Bianca. Da Wikipedia: “18 ottobre 2016: Barack Obamain occasione di una “cena di stato” che ha visto tra gli altri la presenza del Presidente del Consiglio italiano, dichiara di tifare per il sì al referendum e di augurarsi che Renzi resti in politica”.   

Chiude IntelligoNews, medium scomodo  per il PD

Qui, se avete riso, per favore smettete.  Un giornale come La Stampa non lancia così spudorate fake news senza la minima vergogna, se non nel quadro di un vasto progetto politico e repressivo. Se ci viene raccontato  che “ora la Russia sta aiutando Lega e Cinque Stelle in vista  delle elezioni”, senza non dico uno straccio di prova ma di indizio, è per delegittimare e –   se del caso – cancellare elezioni che   diano un’affermazione di questi due partiti, già dichiarati servi del Cremlino.  L’artificiosa creazione dell’ “allarme-fascismo” di  questi giorni, con irruzioni della Digos  e sequestri nelle case   della quindicina di skinheads  di Como,  l’immane clamore dei politici  per i quattro mascherati di Forza Nuova  sotto Repubblica  – protestavano contro le sue falsità –   con la visita del ministro  dell’interno nella redazione “minacciata e ferita”,   la proposta di un altro ministro di  reprimere e sospendere  questi subito definiti “gruppi nazi”, sono   non solo l’inizio di una campagna che durerà almeno fino alle prossime elezioni, ma   preludono ad un giro di vite su tutti i media critici:  quelli che protestano o contestano ler falsità di Repubblica  o di La Stampa sono già bollati come “gruppi nazi”, e viene tolta loro la parola, e presto la libertà.
Lo dice il fatto che proprio in questi giorni è stata chiusa la bocca a IntelligoNews  – un  “giornale digitale” vivace e fuori dal coro  con 570 mila accessi  al mese  e introiti pubblicitari. Il suo editore è   Gianfranco Librandi, un imprenditore di tv digitali,   deputato, passato da  Forza Italia a Scelta Civica ed ora approdato al Partito Democratico.  Ai primi di novembre  Librandi  ha inviato una lettera con posta certificata  al direttore Fabio Torriero dove si annuncia la chiusura del giornale online IntelligoNews.  Ciò,  poco prima che si apra l’ultima “Leopolda” di Matteo Renzi.  Negli ultimi tempi, Librandi aveva fatto pressioni   perché non fossero intervistati  (in ordine alfabetico)   Adinolfi, Blondet, Giulietto Chiesa, Diego Fusaro.
A  me sembra abbastanza chiaro che questa insofferenza per certi nomi coincida con l’avvicinamento di Librandi a Renzi e la speranza di essere da lui candidato alle elezioni.
Non possiamo provare che Librandi abbia obbedito  a un ordine dalla  Leopolda. Del resto  non occorre, capisce anche da solo che certe voci sono sgradite; il totalitarismo di oggi, meno d’acciaio di quello staliniano, anzi flaccido e buonista, non ha bisogno di direttive se non implicite:  intere classi abituate alla passività di fronte alle oligarchie, lo preparano  spontaneamente, perché già sono  assuefatte a “vivere nella menzogna”  televisiva, burocratica, politicamente corretta.  Il politicamente corretto  è  già  la definizione di “crimini di pensiero” o psico-reati che in epoca sovietica erano puniti col GuLag. Il  titolone de La Stampa segnala già la nuova fase del sovietismo flaccido: quelli che si sono opposti  al referendum di Renzi,   non  hanno esercitato il pluralismo di idee ed opinioni  ed usato il diritto democratico alla critica; sono  stati  influenzati “dal Cremlino” e “ne hanno fatto il gioco”. Sono quindi “nemici interni” , e “oggettivamente” servi del nemico esterno. Nel momento in cui “si riaffaccia il   mostro fascista”, questa loro libertà non va tollerata, perché   “sono in pericolo le conquiste e i valori della democrazia”
Non so se riconoscete il linguaggio. Io sì, me lo ricordo, e ancora  mi dà un brivido alla schiena:
“Soltanto 34 giorni dopo aver preso il potere, i bolscevichi emisero un decreto che proclamava i Costituzionali Democratici (Cadet) nemici del popolo e li metteva fuorilegge. Fu Lenin a stilare  il decreto, e ad  ordinare la detenzione preventiva  dei membri del partito cadetto perché fossero consegnati ai “tribunali rivoluzionari”. Il motivo: una serie di manifestazioni che i Cadetti organizzarono quel giorno a Petrograd e la loro intenzione di aprire arbitrariamente   la prima sessione de4ll’Assemblea Costituente, che era stata eletta nella prima elezione libera in Russia, cui i bolscevichi avevano partecipato con gli altri partiti”. Subito dopo Lenin dichiarò nemici del popolo menscevichi e social-rivoluzionari, perché “potete anche aver ragione dal punto di vista dell’Assemblea costituente, ma nella  nostra lotta non ci siete di aiuto – sicché o andate da Kolchak, o   altrimenti andate in prigione. E questo è ciò che  faremo di voi”.
L’ammiraglio Kolchak (1873-1920)  era il capo dell’armata anticomunista in Siberia. I  partiti che a Lenin non piacevano erano   “oggettivamente”, ossia anche senza saperlo, “strumenti di Kolchak”- così egli eradicò l’opposizione, anche dei partiti “rossi”. Mettete al posto di Kolchak il nome “Putin”  e cercate di capire che non c’è niente da ridere. Pensate  che i Padroni del Discorso non arriveranno a tanto? Io vi  rimbalzo la domanda: cosa dovrebbe trattenerli? Forse gli altri partiti? Il 5 Stelle partecipa alla repressione del “risorgente fascismo” non  vuole essere confuso, prende le distanze – le  masse  italiane?  Per favore.
“L’offensiva non è finita. Ora la Russia sta aiutando Lega e Cinque Stelle in vista delle elezioni”, e dunque? Vengono in mente le parole di Rosa Luxemburg nel 1918, quando  una sua giunta bolscevica prese il potere per breve tempo a Monaco in Baviera: “In nome degli scopi supremi dell’umanità, il nostro motto contro i nostri nemici deve essere: il dito in pieno occhio,  il ginocchio sul petto”.  E  nella narrativa dei Padroni del Discorso, la Luxemburg passa per la comunista moderata e umanitaria.---

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